Urgenza Livello 3: storie che non vorresti mai dover leggere

La rubrica “Noccioline” esce l’ultimo martedì del mese, è dedicata al fumetto e al graphic novel ed è a cura di Benedetta Morandini testa fiorita.

“Dover leggere”? E chi mi obbliga? Beh, nell’oceano di pubblicazioni, io vi dico che un po’ di tempo da dedicare a Urgenza Livello 3 di Jonathan Dumont, Alberto Ponticelli, Joshua Dysart, Pat Masioni edito da Star Comics, dovete trovarlo assolutamente.

Questo fumetto è sul mio comodino da un po’ (l’avevo preordinato con gli Star Days addirittura, quindi sta lì da mesi), insieme a diversi altri, ma in questo periodo ho preferito lasciare i libri troppo “intensi” da parte, in favore di fumetti balsamici, di cui vi avevo già parlato. Però prima o poi avrei dovuto ricominciare a leggere altro, quindi ho deciso di riprendere con il botto.

“Conosci la storia di Moses Nunuh l’Indipendente? è il primo bambino a essere nato dopo l’indipendenza del Sudan del Sud. Come molti altri bambini è morto prima del suo primo compleanno.”

Urgenza Livello 3 rientra nella categoria del graphic journalism. Il fulcro attorno a cui girano i racconti che leggerete è il World Food Programme (WFP), che si occupa di assistenza alimentare in contesti di emergenza. Nel 2020 ha vinto anche il Premio Nobel per la Pace. Le storie che leggerete sono di fantasia, ma basate tutte su fatti veri e riprese fatte sul luogo. Inutile dire che non sia un fumetto facile da leggere, ma di questo vi avevo già avvisato.

Mi hanno colpito da subito le scelte dei punti di vista del racconto.
Manca in buona parte del racconto un quadro complessivo della situazione (dopo attimi di disorientamento ho realizzato che c’è sempre Internet per colmare la mia ignoranza). Non è quello che interessa agli autori e neanche ti raccontano storie complete. Quello che leggerete sono principalmente racconti mirati a suscitare delle precise emozioni nel lettore, non ci è dato sapere come le vite raccontate siano proseguite, se abbiano o no avuto un lieto fine.

Parte dei racconti sono narrati dal punto di vista di una giovane che si occupa di raccogliere dati per il WFP. Inizialmente è al suo primo incarico, quindi, come noi lettori, vedrà tutto per la prima volta Quello che manca a noi lettori è la formazione per “reggere” le storie e le immagini, ma scopriremo che neanche quella basta.
Ho trovato molto intelligente la scelta di catapultare il lettore direttamente nel vivo della situazione. Il punto di vista è quello di una persona benestante, come lo siamo noi che leggiamo: ciò permette al lettore di immedesimarsi più facilmente nella situazione, rispetto magari allo scegliere di raccontare la storia interamente dal punto di vista di un locale.

“Impotenza” è la sensazione che passa attraverso questa empatia con la protagonista. Non ho potuto non pensare a quelle frasi che si sentono molto di questi tempi: ” Aiutiamoli a casa loro”. Questo libro risponde: “Provaci, lo vorremmo tutti! Poi dimmi se è così facile come la metti tu”. Il punto di vista dell’operatore ci fa capire quanto complesso sia poter essere effettivamente d’aiuto e che per quanto tu possa voler fare, non è mai abbastanza.

Si incontreranno molti personaggi locali lungo la strada, ma gli autori ci permettono di seguire la loro storia fino ad un certo punto. Non ci è dato sapere se avranno raggiunto la loro meta o ritrovato i loro cari. E anche questa scelta non è casuale a mio parere: il punto di vista è sempre fissato su chi lavora lì ed è ovviamente impossibile seguire individualmente ogni persona, soprattutto è impossibile dare aiuto adeguato a tutti quelli che lo richiedono.

Infine ho apprezzato molto la scelta di “censurare” i volti di soldati, rapitori e chiunque avesse il ruolo del “cattivo” in questa storia. Giustamente non meritano neanche di essere menzionati e, visto che qui si lavora anche con le immagini, la cosa peggiore che si possa fare ad un personaggio è piazzargli una macchia nera sulla faccia.

L’ultimo racconto sposta il punto di vista su un altro operatore del WFP, è una storia diversa dalle altre, più legata al vissuto personale del protagonista. Questo non la rende meno intensa, anzi fa un po’ da monito, per ricordarci che queste realtà che ci sembrano così distanti, non lo sono poi così tanto. Non vi racconto oltre perchè credo ne rovinerei l’atmosfera.

Un libro che va letto con calma e porta con sè un sacco di spunti di riflessione.
Mi rendo conto solo ora di non essermi soffermata a spiegare cosa significhi “Urgenza Livello 3”, ma immagino sia intuibile visto il contesto. In caso contrario, allora andate a leggere il fumetto!

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