Il paese degli elenchi
Non avete neanche idea di quanto, ma proprio tanto, mi piacerebbe essere come Fermo Sicurini, unico perfetto impiegato dell’anagrafe di Roccaperfetta.
Il paese degli elenchi di Cristina Bellemo e Andrea Antinori edito da Topipittori.
Fermo Sicurini è certificatore certificato, è lui che di ognuno sa riconoscere LA qualità, in maniera tale che prima di essere certificati da Sicurini proprio NON si esiste. C’è un prima e un dopo il certificato di Sicurini: prima non si è dopo si è, mica poco! Se volete ci si potrebbe leggere, ad altri livelli, una metafora interessante di come un Paese riconosce l’esistenza di una persona, magari che entra illegalmente in cerca di salvezza, ma andiamo avanti.

Lucia, certificato di vigilessa per i ricci che attraversano la strada (incarico di gran valore, ce ne fossero di più in giro!).
Guglielmo, certificato di rammendatore di calzini bucati

Ma il mondo fermo e sicuro di Fermo Sicurini inizia a vacillare il giorno in cui l’intera seconda B della scuola primaria del secondario Vicolo della Libertà, ogni bambina e bambino, ci tiene a dire di sé, come è normale che sia, e Sicurini fa, ancora una volta, con precisione, dedizione e un gran mal di testa per governare l’entropia prodotta dai bambini, il proprio dovere dando ad ognuno il proprio certificato.

Bravo Sicurini!
Peccato che il giorno dopo gli stessi bambini tornino al Comune per rifare i certificati essendo, quel giorno specializzati in cose alquanto diverse da quelle del giorno prima….
E la seconda B torna anche il giorno seguente e questa volta non per chiedere ma per dare! Dare cosa? Decine e decine di certificati che i bambini e le bambine si sono non solo autoprodotti per certificare tutte le loro tantissime capacità, ma li hanno fatti molto più belli di quelli rilasciati da Sicurini, hanno anche i disegni!
Sicurini non dormirà quella notte, sostituirà il certificato di certificatore certificato di certificati con un bel quadro col mare e una barchetta. Ed è esattamente dal giorno dopo che potrete trovare Sicurini non più al Comune di Roccaperfetta bensì alla spiaggia di Roccaperfetta a riconoscere i bambini uno a uno….
Oh, ecco Matteo, il gran mangiatore di cono alla fragola
Ed ecco Adele, infilatrice di naso nella panna montata
E poi c’è Giacomo, fine degustatori di frappè
E Amelia, rosicchiatrice di biscotto.

Bravo Sicurini una volta di più, in quanti sono in grado di reinventarsi restando se stessi ma prendendo atto del proprio fallimento? E soprattutto, in quanti sarebbero in grado di farlo a partire da un’esperienza con dei bambini? In quanti di fronte al caos dei bambini avrebbero reagito frustrandoli e cassando ogni entusiasmo?
Ma non è questo, evidentemente, l’elemento più importante di questo bell’albo in cui tantissimi sono gli spazi, tra testo e immagine, in cui il lettore può infilarsi per la propria lettura e interpretazione. No, l’elemento più forte sta nel gioco con l’identità con la domanda e il riconoscimento e l’individuazione della propria identità. Come si scopre chi si è? Si è ciò che si fa? Una rosa con un altro nome non avrebbe lo stesso profumo?
Sì, lo ammetto, adoro scomodare i grandissimi per leggere, e cercare chiavi interpretative di libri appartenenti a questa Letteratura poco riconosciuta ma potentissima e con tanti vertici di qualità estetica ed etica!
Non avete idea di quanto vorrei riuscire ad essere come Fermo Sicurini, capace di cambiare, restando se stesso!
P. S. Tutti esistono e la loro dignità d’esistenza, qualunque sia l’età, il sesso, la specie di appartenenza o il “mestiere”, non ha bisogno di certificati!