La parola di questa settimana è Dante!
Questo post è scritto da Lucia Schiralli che cura la rubrica del sabato “compagni di classe” ogni sabato.
La data del 25 marzo è stata individuata lo scorso anno come Giornata commemorativa in onore del Sommo Poeta. In piena pandemia studenti, docenti, istituzioni, donne e uomini di cultura hanno dedicato tempo e spazio all’autore della Divina Commedia. Come? Usando parole e immagini.
Infiniti possono essere i modi per definire il Padre della lingua italiana, risulta però impossibile esprimere a parole quello che sua opera rappresenta. Ecco che, come un boomerang, ritorna Il concetto di ineffabilità a lui tanto caro. Cito dal Vocabolario Dantesco , ineffabile: che non si può esprimere a parole, aggettivo presente quattro volte nella Commedia e ben sei nelle altre opere. Come riuscire allora a spiegare la Divina Commedia ai ragazzi? Quali parole usare? Sicuramente quelle giuste, le loro! Quelle che immediatamente posso essere comprese e che arrivano dentro. Partire dal loro linguaggio per arrivare a quello di Dante. Ecco la sfida!
Libri in classe
Scegliere un libro da proporre ai miei alunni, scritto con parole semplici, vicine al loro vissuto, ma nello stesso tempo in grado di trasmettere la potenza dell’opera dantesca, non è stato facile. Avevo spiegato, letto diversi canti dell’Inferno e del Purgatorio, ma mi rendevo conto di non essere riuscita ad appassionarli, paradossalmente proprio il linguaggio, il contenuto prezioso dello scrigno (mi piace definire così la Divina Commedia), diventava l’ostacolo principale fra il Sommo Poeta e i ragazzi. NO, NON CI STAVO. Ho cominciato a cercare e mi sono imbattuta in un libro molto particolare che mi ha offerto diversi spunti operativi: Dante, La Commedia divina di Trifone Gargano, illustrata da Nataly Crollo e edito da Progedit.
Ecco come è andata praticamente… ho iniziato la lezione del 25 marzo con due canzoni: Siamo chi siamo di Ligabue in cui compare il primo verso della Commedia e Paolo e Francesca di Clave Gold, Murubutu e Giuliano Palma.
È vero che non sempre è necessario attualizzare, ma a me piace farlo e, credetemi, dall’ascolto è nata un’interessante conversazione alla quale hanno partecipato tutti, e questo è ciò che conta! Abbiamo poi letto ad alta voce il primo canto, per riascoltarlo subito dopo dalla voce di Roberto Benigni. E terminare così la lezione…non si può esprimere a parole, ma è una gran bellezza!
Buon ascolto e alla prossima settimana