La zia ha adottato un licantropo

Otto racconti crudeli illustrati da Quentin Blake

A gennaio è tornata in libreria La zia ha adottato un licantropo bellissima raccolta di racconti di Saki che Salani aveva già proposto nel 1993 con varie edizioni.

Si tratta, come dice il sottotitolo, di 8 racconti del grande scrittore tutti che ruotano attorno al rapporto con l’adulto (con le zie nello specifico nella maggior parte dei casi, e Saki di problemi con le zie ne sa qualcosa…) e tutte che mettono in scena quelle che, proprio una traduzione di Saki ha definito storie disdicevoli.

Saki, si sa, non era uno scrittore per ragazzi ma che molti dei suoi racconti, per sagacia, per ironia, per punto di vista, possano essere letti ed apprezzati da bambini e ragazzi, è un dato di fatto. La piccola raccolta salani racchiude in particolare 8 racconti con protagonisti ragazzi e ragazze, coetanei quindi del lettore.

Tre di questi racconti sono comparsi anche in bellissime edizioni autonome per Orecchio acerbo: Il ripostiglio, illustrato da Cinzia Ghigliano, Il Narratore illustrato da Michele Ferri e Sredni Vashtar illustrato da Francesca Pusceddu.

Gli altri 5 racconti invece mi pare non siano stati editi in edizioni indipendenti per ragazzi e ruotano tutti attorno a storie incredibili in cui i ragazzi si prendono gioco degli adulti o diventano protagonisti di storie al limite del gotico; le illustrazioni di Blake, che la mente non può riportare immediatamente a Dahl, sembrano perfette per accompagnare i racconti senza timore di ciò che in essi viene messo in scena o raccontato. Nè Saki nè Blake si preoccupano o temono minimamente di spaventare o mettere in testa, se così si può dire, ai lettori, storie decisamente sconvenienti che non solo non insegnano ma sembrano portare lontano dalla “retta via” se così si può dire.

Se dovessi dire cosa amo di più di Saki, oltre alle ambientazioni delle messe in scena dei suoi racconti, ed oltre la tenuta magistrale del ritmo narrativo perfetto del racconto, sicuramente direi la costruzione linguistica degli incisi. La forza degli aggettivi, avverbi e frasi secondarie che sono esattamente quelle che condiscono la narrazione ed alle quali è interamente affidata la definizione del contesto emotivo e reale in cui la narrazione si svolge. Questo ovviamente al netto della traduzione che in questa edizione è di Massimo Birattari.

Tra ragazzine controllatissime che inventano storie incredibili a cui credere ciecamente, ragazzi licantropi che mangiano bambini e fanno la figura di gentiluomini davanti a vecchie zie ottuse, signore che si fanno menare per l’aia, è il caso di dirlo, da ragazzine sugli alberi che uniscono pensiero ed azione in maniera quasi delittuosa, l’intera raccolta è fatta di situazioni incredibili da godere col sorriso ed anche col senso di rivalsa sugli adulti con cui il loro autore le aveva pensate quasi cento anni fa e che oggi non ha minimamente perso la sua carica, né necessità, anzi.

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