Lo scontro quotidiano: la normale normalità
La rubrica “Noccioline” esce l’ultimo martedì del mese, è dedicata al fumetto e al graphic novel ed è a cura di Benedetta Morandini testa fiorita.
Lo scontro quotidiano di Manu Larcenet, edito da Fandango, non era un titolo che avevo in lista, anzi, povero libro, non lo avevo manco mai considerato. Forse ho un pregiudizio verso le copertine troppo azzurre, chissà… Ma ormai ho imparato che fumetti che mi capitano in mano per caso finiscono per essere sempre delle letture sorprendenti.
Comunque sia, sono entrata in fumetteria attratta dall’ultimo libro di questo autore, Terapia di gruppo, ma alla fine su consiglio del negoziante, sono tornata a casa con questo, che è un classico di Manu Larcenent, tra l’altro recentemente ristampato in una grossa edizione cartonata. Quando vedo un cartonato perdo la testa, quindi alla fine, lista della spesa o no, ho preso anche questo.
Quanto mi piace fare premesse infinite ! Ma ora veniamo al sodo: questo fumetto è valso il salto nel vuoto (e dei soldi fuori dal portafogli)? Decisamente sì!
Mi sono persa nel modo di narrare di questo autore, che per certi versi mi ricorda un po’ Paco Roca: l’ho letto tutto d’un fiato. direte: “che ci vuole? Sarà il solito libretto di un centinaio di pagine”. In questo caso invece abbiamo un bel massello ampio di quasi 250 pagine, quindi ci ho passato sopra più di due ore filate!
A servizio dove faccio tirocinio, dopo ogni attività con i ragazzi, chiediamo una parola finale che sintetizzi l’esperienza. Ogni tanto applico questa cosa alle recensioni, la mi parola di fine lettura è: equilibrio. E’ un concetto che torna sia nel modo di narrare che nei contenuti espressi. Non si legge nulla di spettacolare, se non la normale vita di un personaggio a caso, i suoi trionfi e i suoi fallimenti, con le sue paure e le sue scelte.: un fumetto sulla normale normalità.
E’ bene che qualcuno ogni tanto ci ricordi che anche se non siamo persone importanti o che dalle nostre decisioni dipendano la vita di migliaia di persone, ci è lecito provare emozioni, avere i nostri tempi e soprattutto ogni tanto non capirci nulla. All’interno del fumetto si susseguono eventi della vita del protagonista, senza soffermarsi specificatamente su qualcosa, ma riprendendo la sua esistenza da un campo più ampio, dando al lettore la possibilità di assistere all’intreccio della vita di Marco.
Nella primissima tavola lo consociamo mentre è dallo psicologo, nel tentativo di chiudere la terapia. L’approccio dell’autore alla psicoterapia è un po’ quello di Woody Allen nei suoi film: sa che gli serve, ma finisce sempre per vederli come personaggi alieni che non lo capiscono fino in fondo. Sarò un po’ di parte, ma alla fine sono sempre un po’ contenta quando si parla di psicologia nei fumetti. E’ un modo per affrontare il tabù della psicoterapia in maniera più leggera.
Questo approccio ironico di contrasti pervade l’intero libro e per questo si raggiunge l’equilibro di cui parlavo.
L’autore alterna dramma e felicità, ma, a farci caso, nel complesso la scansione è più: dramma-dramma-dramma -(piccola parentesi di felicità)-dramma dramma-dramma-ecc… Nonostante questo, vi renderete conto che alla fine vi verrà da dire: “non gli è andata così male dai”. Perché a farci due conti, questa scansione vale un po’ per tutti noi: per questo è facile immedesimarsi: tutti viviamo Lo scontro quotidiano in qualche modo.
Le tematiche trattate sono infinite: lutto, attacchi di panico, crescita, famiglia e molti altri. Probabilmente ci si potrebbe scrivere un libro solo per analizzare tutti i contenuti a cui fa riferimento questa storia. Per la vostra fortuna mi fermo qui. Quasi.
Non posso non far menzione delle scelte stilistiche delle illustrazioni. Sempre nell’ottica di due poli in equilibrio, durante la lettura si trovano due “tipi” di tavole. Il primo, che si può osservare nella maggior parte delle pagine: è più vicino alla linea chiara classica, stilizzato e caricaturiale. A questo stile è assegnato il difficile ruolo di esplicitare le emozioni forti, ma anche di ricordarci che durante la vita si è bene farsi quattro risate anche nelle peggiori situazioni. Il secondo invece è uno stile molto realistico, le vignette sono sempre sei per tavola e non sono di colori vivaci, come il resto del libro. A queste pagine sono invece affidate le riflessioni del protagonista. Sono momenti di solitudine e di introspezione, in cui le preoccupazioni più profonde emergono, e, purtroppo, non fanno più molto ridere.
Un piccolo appunto negativo mi tocca farlo all’edizione di Lo scontro quotidiano, che, per quanto sia un bellissimo cartonato (cosa che mi aveva affascinato anche leggendo Aldobrando), era un po’ rovinato. La casa editrice ha infatti scelto di colorare il bordo esterno delle pagine, in modo che risultino azzurre a libro chiuso. Purtroppo però la vernice è penetrata leggermente e quindi risultavano incollate quasi come se il libro fosse in folio.