Mollan di Lena Anderson

Non è così semplice, come forse potrebbe sembrare, trovare buoni libri per bambini e bambine molto piccoli.

Fortunatamente sono arrivati in Italia i libri di Mollan di Lena Anderson editi da Lupoguido: Mollan in cucina e Mollan un giorno con la nonna.

Quando ragiono con educatori e genitori sui libri per piccoli e piccolissimi il punto su cui ci si “incastra” sembra essere sempre lo stesso: perché ci sono libri migliori e peggiori e come si riconoscono gli uni dagli altri?

Per la serie se li conosci li eviti o li cerchi proviamo a vedere quali sono alcuni tratti necessari e essenziali che ci dicono che abbiamo tra le mani un buon libro per piccini e lo facciamo insieme a Mollan che è esempio perfetto di tutto questo.

(mi permetto di segnalare che il corso 0-3 che ho preparato lavora proprio su alcuni di questi contenuti).

Dal punto di vista visivo

I libri per questa fascia d’età devono avere pochi elementi, essenziali alla narrazione, sfondo neutro che non distrae l’occhio che ancora non è detto che riesca a cogliere una tavola complessa nel suo insieme.

Dal punto di vista del testo

Si predilige la scelta della paratassi sull’ipotassi ovvero semplici e corte frasi (in questo caso sono anche in parte in stampatello maiuscolo) in cui il rapporto di causa effetto si espliciti facilmente insieme alle immagini.

Dal punto di vista della costruzione narrativa dei contenuti

Le narrazioni non devono essere didascaliche o didattiche, il fatto che ci troviamo in un racconto mimetico della quotidianità dei bambini (Mollan va dalla nonna e accadono cose che potrebbero accadere ad ogni bambino che va dalla nonna) non vuol dire che il piglio del narratore debba essere quello dell’insegnare qualcosa, dell’indicare il “come ci si comporta”. Mollan non è felice di essere lasciata dalla nonna, e non perché è la nonna ma perché tendenzialmente nessun bambino è felice di esser lasciato dai propri genitori in alcun luogo.

La storia non deve cedere ad una visione stereotipata. Mollan non è la “bambina buona” delle terribili storie raccontate dalla zia nello scompartimento del Narratore di Saki. Mollan è una bambina come tante a cui capitano cose belle e brutte ,tutte attraversate insieme alla nonna perché, come ci insegna silenziosamente A caccia dell’orso, nelle situazioni non possiamo passarci sopra, non possiamo passarci sotto, ma dobbiamo passarci in mezzo!

E così come Mollan si fa male e la nonna le mette un cerottino, accade che la nonna si faccia male e Mollan le metta un cerottino perché la relazione che si instaura è reciproca e paritaria non subalterna solo perché Mollan è la piccola e la nonna l’adulta!

Mi rendo conto che forse tutto questo può sembrare “roba da poco”, dettagli, piccoli elementi marginali, ma vi assicuro che così non è perché la narrazione non usa canali visibili e diretti ma linee oblique e invisibili per raggiungere il vissuto e far passare racconti non stereotipati e non banali pur essendo semplici e quotidiani fa la differenza nel piacere che i piccoli trovano nella lettura e nella elaborazione del pensiero che ne deriverà.

Grazie a Mollan per essersi prestata a questo “gioco” analitico e grazie sorprattutto a Mollan per tutti i bambini e le bambine che renderà felici di leggerla!

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