Lettere dello scoiattolo alla formica
Questo post è scritto da Chiara Costantini che cura la rubrica “Un libro in cartella” ogni due giovedì.
Lettere dello scoiattolo alla formica
Età: dai 6 anni
Pagine: 93
Formato: 21 x 26
Anno: 2001
Editore: Feltrinelli kids
Autore: Toon Tellegen
Illustratore: Axel Scheffler
Ma voi sapete chi porta le lettere?
Il vento.
Il vento è il postino!
Incredibile, non si finisce mai di imparare.
Dall’inizio dell’anno in classe stiamo “lavorando” sulla lettera. Una sorta di corrispondenza con la lettera stessa. La lettera come esercizio di scrittura, spunto inesauribile, strumento per conoscere meglio se stessi e gli altri.
Siamo partiti da “C’è posta per Tigre”, abbiamo proseguito con “Caro Giraffa, caro Pinguino” e ora in cartella “Lettere dello scoiattolo alla formica”.

Abbiamo iniziato a leggere questo libro al rientro a scuola dopo il lockdown di marzo. C’era bisogno di fermarsi, pensare, rielaborare, ripartire.
Ero curiosa di conoscere la reazione a questo libro dei miei alunni, classe terza scuola primaria.
Inizialmente erano un po’ scettici. Sembrava quasi una proposta infantile… per disegni e contenuti.
Invece è e si è rivelata molto di più.
Bisogna solo avere la pazienza di addentrarsi, lettera dopo lettera e ciò che sembra bizzarra follia inizia ad avere un senso, per ciascun lettore.
Una lettura a piccole dosi, un paio di lettere al giorno.
Queste lettere sono così dirette da rasentare in più occasioni l’imbarazzo. Eppure, pur avendo a che fare con animali e situazioni spesso in bilico tra il provocatorio e l’assurdo, lette con la giusta disposizione d’animo sono davvero sapienziali.
La lettera non è un semplice foglio di carta scritto da qualcuno per qualcun altro, è come se avesse una personalità propria. Degna di attenzione e rispetto.
Questo libro è una raccolta di lettere scritte dagli animali del bosco… foresta…deserto… giungla…, del bosco insomma.
L’elefante scrive alla chiocciola chiedendo di ballare con lui sopra la sua casetta. Richiesta piuttosto esigente. La chiocciola gentilmente declina l’invito, almeno per il momento.
Lo scoiattolo scrive alla formica semplicemente ed esclusivamente nominandola molte volte (Carissima formica, formica, formica, formica…), altre volte è lei a scrivergli, altre ancora lo scoiattolo è in difficoltà per trovare un incipit personalizzato.

Il tempo
Questa corrispondenza si colloca all’interno di un tempo cronologico non definito, ma allo stesso tempo lo scorrere del tempo è tangibile, si passa da una stagione all’altra, da un momento della giornata all’altro. Del tempo si percepisce la componente metereologica, molto presente, si passa dal freddo al caldo, dalla neve alla pioggia, dal cattivo tempo al sole… Si salta da un argomento all’altro, dalla partenza per un viaggio a un profondo dissidio interiore.
L’elefante scrive a scoiattolo perché si è perso. E prontamente lo scoiattolo chiede di riferirgli dove si è perso. Ricordo quand’ero piccola, anche se non proprio piccolissima, che perdevo le cose e mi chiedevano dove le avessi perse. Ma che domande sono… se sapessi dove le ho perse le avrei già cercate e con un po’ di fortuna ritrovate. Emblematica questione. L’elefante sembra esser del mio stesso avviso o, perlomeno, io del suo!
Scoiattolo poi scrive una lettera alla lettera.
Seguono le lettere dell’orso goloso.
Poi quelle di talpa così sola da scrivere a se stessa perché nessuno gliene scrive.
Insomma, ci sono davvero lettere di tutti i tipi e per tutti i tipi, alcune più formali, altre più amicali, alcune di invito, altre di richiesta, altre di semplice sfogo. Alcune lunghe, altre corte. Il libro si conclude con una lettera di supplica, ma non dirò di più, e una bellissima immagine.

La lettura in classe
Riguardo la lettura vera e propria è difficile scegliere da dove partire. Riporterò solo una tra le mie preferite e un’audio-lettura… spontanea, un “fuori programma”, un’improvvisazione a favore della DID (didattica digitale integrata), fatta in modo assolutamente amatoriale con il mio smartphone per rendere partecipe un alunno a casa in quarantena.
Un po’ imbarazzante per me, devo dire, ma rende l’idea del clima che regna durante la lettura e, pur non essendo stata cosa pensata e provata prima, mi sembra bello condividerla.
Ecco la lettura scelta…
“Una mattina, all’inizio dell’estate, il vento infilò una letterina sotto la porta dello scoiattolo.
Scoiattolo,
stavo venendo da te,
ma mi sono perso.
L’elefante”

Commenti a caldo
“Chiara ma perché questo libro l’hanno intitolato lettere dello scoiattolo alla formica quando ci sono un sacco di animali che si scrivono fra loro?”
“Già potevano piuttosto intitolarlo «Lettere degli animali del mondo»”
“O semplicemente «Raccolta di lettere un po’ strane»”
“Secondo me l’autore l’ha intitolato così perché la prima lettera è proprio quella dello scoiattolo alla formica…”
“Guarda che non è la prima quella…”
“Ma l’illustratore è lo stesso del Gruffalò e della Strega Rossella?”

“Axel sarebbe un uomo o una donna?”
“Devo dire che l’orso mi assomiglia molto, ragioniamo allo stesso modo e abbiamo lo stesso pensiero fisso: mangiare… ah… ah”

“Certo che la Cornacchia è tanto pessimista…”
“Non so come il passero sia riuscito ad esser così gentile con lei…”
“Chiara, finché leggevi la lettera della cornacchia c’era un gabbiano appollaiato sul comignolo e sembrava leggessi i suoi pensieri… dato che oggi anche qui piove…”

“Possiamo leggerne almeno un’altra, solo per oggi…”
“Chiara, pensavo che potremmo scrivere anche noi una lettera come se fossimo un animaletto del bosco e indirizzare la lettera a un nostro compagno dicendo che animale è.”
“Bella idea…”
“Dai, potremo scrivere all’animale senza dire chi è e poi leggere le lettere e magari indoviniamo a chi sono rivolte”
“Forte, lo facciamo?”
“Certo!”
Quindi ho colto la palla al balzo e dalla lettura siamo passati alla scrittura. Tutti sapevano cosa scrivere e hanno scritto delle lettere bellissime e, nel metaforico dello scritto, come nel gioco del “far finta”, emergono molte verità: da amicizie profonde, a desideri nascosti, a paure. Ovviamente anch’io ho svolto la mia attività, ottimo espediente per incentivare l’autonomia.
Ho trovato questo libro e questa attività sorprendente per le risorse che ci ha fatto scoprire. Mi ha positivamente stupita il fatto che in molti hanno scritto a un bambino della classe che non ama mettersi in mostra anzi. Ho trovato questo fatto interessante, per i compagni, ma soprattutto per lui. Lusingato da questa inaspettato essere al centro dell’attenzione.
Un libro che nel suo essere strampalato è profondamente inclusivo: c’è posto per tutti!
Ecco qualche lettera…
“Carissimo ghiro,
tu sei mia amica.
Ti volevo chiedere se volevi venire a casa mia, sul mio pino, per il mio compleanno…
Ci sarà una torta di noccioline con panna di noccioline e anche una bevanda di noccioline, tutte fatte da me.
E ti ringrazio se vieni, però ti chiedo un piccolo favore, mi puoi comprare un libro con le ricette di noccioline?
Se ti chiedi quanti anni compio ecco la risposta: nove anni.
Spero che verrai
Lo scoiattolo”
Io l’ho trovata geniale.
Questa mia alunna ha colto lo spirito di Toon Tellegen, ma allo stesso tempo ci ha messo del suo e lo ha perfettamente contestualizzato, condendo il tutto di sottile ironia.
FOTO DISEGNI QUADERNI




Alle lettere del bosco sono seguite altre lettere “fuori dal comune”, prendendo spunto da un esercizio di scrittura proposto da Antonio Ferrara e Filippo Mittino in “Se saprei scrivere bene” *sapessi.



Poi chi voleva ha letto la propria lettera ad alta voce alla classe.
In molti si sono proposti.
Ha funzionato anche l’idea di provare ad indovinare a chi fosse rivolta la lettera, pur non nominando il compagno.
È stato bello leggere questo libro assieme.
È stata una condivisione profonda e potente.
Abbiamo solo letto.
Anzi, io ho letto ad alta voce e i miei alunni hanno ascoltato.
Ma ho provato una strana sensazione.
All’inizio non eravamo sincronizzati… ognuno era nel proprio mondo, con i propri pensieri.
Un po’ alla volta invece ognuno si è lasciato andare, trasportare dal vento.
Ognuno non era più assorbito dai propri pensieri, ma era completamente pervaso dall’ascolto.
È come se fossimo tutti dentro al libro, nel bosco ad ascoltare queste lettere, sincronizzati nel respiro e nel battito. Lì, pronti a immaginare, a vedere con gli occhi gli animali e quanto accadeva loro. Pronti a stupirci, a ridere insieme o a dispiacerci.
Una condivisione davvero potente e profonda.
