“Tipi” di Cristina Bellemo e Gioia Marchegiani
Dove abitate voi?
Quanti “tipi” abitano nel vostro stesso palazzo?
Leggere Tipi ,di Cristina Bellemo e Gioia Marchegiani edito nei Bulbi dei piccoli delle edizioni gruppo Abele, vi aprirà delle possibilità di interpretazione dei tipi umani e di catalogazione straordinarie.
C’è il tipo che ha tutte le risposte
Il tipo assente
Il tipo che parla da solo
Il tipo che legge i nomi sui campanelli e inventa storie
Il tipo che coltiva parole aromatiche sul balcone
Il tipo con la paura delle cose che cadono
ed altri tipi che abitano (o non abitano) i vari appartamenti dei vari piani e scale del condominio.

Ma state tranquilli che quello che scoprirete di ognuno di questi tipi vi lascerà sorpresi perché se la catalogazione è messa scientificamente in atto dalla bambina narratrice il contenuto corrispondente ad ogni “tipo” è quanto di più lontano dall’idea stereotipata che ci si potrebbe fare. A metà tra realtà e poesia, o meglio mettendo la poesia nella realtà, o meglio ancora riconoscendo la poesia del reale la bambina vede ciò che rende ogni tipo diverso dall’altro.
Scala B, piano terra, appartamento a sinistra
La signora Savia ha paura delle cose che cadono e perciò abita al piano terra.
A casa sua cammina sempre a piedi scalzi, per non cadere dalle scarpe.
[…]In generale, non le piacciono i fatti che ac-cadono, i cibi s-cadenti e le cascate del Niagara, dove in viaggio non andrà mai.
Luce è la bambina del tipo che nota ogni cosa e notandola la interpreta a modo suo, come ognuno. Tutto sta negli occhi di chi guarda e così sono i tipi del condominio di Luce.

Le illustrazioni di Gioia Marchegiani interpretano il testo e ne danno un senso metatestuale e metanarrativo che amplifica il potenziale narrativo. I tipi sono tipi tipografici, quelli con cui vengono scritti i “nomi” dei “tipi” ed ogni tipo umano corrisponde ad una catalogazione di oggetti o piante o… altre immagini che interpretano ciò che Luce vede di loro.
Una volta una mia amica bravissima stampatrice a mano mi ha fatto vedere una cassettiera in cui erano tenuti ordinati tutti i tipi tipografici possibili e immaginabili e da lì uscivano le lettere e poi le parole. Il condominio di Luce, con il lavoro di Cristina Bellemo e Gioia Marchegiani che riesce e risuonare all’unisono, l’ho visto come una grande cassettiera da stamperia, immagine che tutto sommato forse non si scosta cose tanto da quella di copertina delle cassette postali come cassetti per “tipi”.
Certo potete anche giocare l’intera metafora narrativa e anche figurativa dal punto di vista vegetale e botanico, dopotutto i germogli spuntano da ogni parola, a volte letteralmente, e il condominio è il condominio Giardino….
E infine c’è il tipo bambino che cambia tutto perché un bambino/a più un bambino/a fa una possibilità in più fare tutto insieme ed anche di scoprire altri tipi.

Non ho potuto fare a meno di pensare, godendomi il testo passo per passo, parola per parola, illustrazione per illustrazione, di quanti spunti si potrebbero trovare con i lettori per immaginare tipi umani, destrutturare stereotipi, giocare a costruire immagini e cassetti di parole, deformazione professionale, temo, e tuttavia spero proprio che per qualcuno, in qualche scuola, tutto questo accada e accadrà per davvero perché chi incontra Tipi è un lettore o una lettrice fortunata!