Un pianoforte, un cane, una pulce e una bambina
I libri che raccontano la musica, che la mettono in scena, che le danno immagine e la portano tra i bambini, non sono molti. Tra questi non sono nemmeno molti, a dirla tutta, che riescono nell’intento trovando la voce e il modo giusto per insinuarsi tra mente e cuore nei lettori.
Tra queste rarità io ci metterei a occhi chiusi (si fa per dire, vi converrà tenere occhi e orecchie ben aperti!) Un pianoforte, un cane e una bambina di Elisabetta Garilli e Daniela Iride Murgia edito da Carthusia nella collana dedicata alla musica pensata in collaborazione con il Palazzetto Bru Zane.
La raccolta Album puoi les petits di Mel Bonis, di cui francamente ignoravo l’esistenza prima di incontrare questo albo, incontra la scrittura della Garilli e le illustrazioni di Daniela Iride Murgia creando una narrazione sintetica in cui il racconto arriva in ogni forma agli occhi e alle orecchie. Una bambina un cane e una pulce si mettono in viaggio per raggiungere il teatrino dove vedere ed ascoltare storie per bambini, si perdono nel viaggio, incontrano vari personaggi e alla fine, giunti al teatrino, la pulce che si mette a suonare il pianoforte e i burattini si mettono a narrare in canto la storia che abbiamo sin qui letto.

Una narrazione circolare dunque che diventa narrazione di se stessa, il tutto assecondato (o forse dovrei dire ispirato) dalle tracce musicali che accompagnano passo passo il racconto scritto in rima.
Sopra tutto, ovvero che tutto trattiene, ingloba, moltiplica, interpreta e rilancia al lettore perché prosegua lui, proprio come accade per il racconto scritto, arriva il racconto per immagini di Daniela Iride Murgia che, come solo lei sa fare, raggiunge livelli di fantastico superiori e complessi in bilico tra l’onirico, la citazione classica e quella artistica. Un insieme di immagini, tratti, linee, colori, tutto su sfondo bianco come da un po’ piace fare alla Murgia, che si presta al meglio al proprio lavoro di interprete non omologato al testo, anzi, questa bambina di legno, il (suo?) cane e la (sua) pulce ci portano al di là delle immagini stesse, verso la musica e oltre il testo.

Un albo raffinato e ben costruito perché vi si possa cercare giocando ciò che si vuole. La pura lettura, il puro osservare, il puro ascoltare, l’esperienza complessa dei tre linguaggi insieme, il gioco in classe…
Se ogni parola è una freccia in più all’arco del linguaggio, come dice Chiara Carminati, ogni libri buono e bello è una freccia in più all’arco del pensiero nel suo essere razionale e irrazionale, più frecce abbiamo più possibilità abbiamo per creare incontri che potrebbero altrimenti non avvenire mai.
