Compiti per le vacanze?
Questo post è scritto da Lucia Schiralli che cura la rubrica del sabato “compagni di classe” ogni sabato.
Ecco che comincia il solito dibattito, la querelle che ogni anno divide professori, educatori e docenti: i compiti per le vacanze.
Le posizioni sono essenzialmente due: assegnare compiti da svolgere durante i mesi estivi o lasciare ai ragazzi tempo e modo per rilassarsi, soprattutto dopo un periodo così difficile come quello che abbiamo vissuto. Personalmente ho sempre e solo consigliato libri da leggere, belle storie da vivere e immaginare, senza l’assillo di apparati didattici o esercizi da svolgere. Non credo infatti che un tale lavoro sul testo possa avere alcuna funzionalità se non quella di allontanare definitivamente i ragazzi dalla lettura. I modi per legare lettura e scrittura ci sono, ma devono essere altri
Due giorni fa una collega mi chiede un consiglio, un suggerimento bibliografico come supporto (odio questo termine e il concetto che contiene in sé) alla scrittura di pagine di diario durante le vacanze estive. Dopo aver spiegato questa tipologia testuale aveva bisogno di alcuni titoli che potessero essere da esempio, da traccia per i suoi alunni. Mi chiede esempi non banali, creativi e nello stesso tempo essenziali
Come non pensare alla Storia di MINA di David Almond?
Mi chiamo Mina e adoro la notte
Incipit potente e essenziale che sembra già disegnare la figura della protagonista, decisa, risoluta, ma allo stesso tempo misteriosa, proprio come la notte.
Il libro è dunque il diario che Mina tiene e sul quale annota tutto quello che le accade non solo attraverso la narrazione di Storie e fatti, ma anche con pagine nere, parole e frasi che troneggiano nello spazio bianco, proprio come farebbero i nostri ragazzi sul loro diario personale o su quello scolastico.
Continuo a giocare con le parole e la penna. Guardo una pagina bianca e vedo che è come un cielo vuoto in attesa che un uccello lo attraversi. Immagino uno stormo di cardellini liberi e leggiadri che ci passano in mezzo. Immagino che scompaiano alla vista e che la pagina e il cielo ritornino vuoti
Ecco la libertà, la stessa che dovrebbe ispirare i ragazzi a scrivere un diario personale. Così è facile spiegarlo e ancora più semplice capirlo.
Un altro esempio che sicuramente piace ai nostri alunni è senz’altro il Diario di una schiappa.
Vi saluto con la filastrocca sul diario di Bruno Tognolini
Caro Diario che mi ascolti
I tuoi fogli sono molti
Ma i miei giorni sono tanti
E i ricordi sono canti
Li racconto, li rivivo
Li ricordo se li scrivo
E se non ricordo più
Li racconti tu
Qui il diario compare non solo come il confidente, l’amico a cui poter affidare un segreto, ma anche e soprattutto come uno strumento per vincere il tempo. La scrittura dunque come possibilità di fermare nel tempo emozioni, avvenimenti, sentimenti per riportarli alla memoria in modo insolito e inaspettato. È questo il messaggio che deve passere e che affascinerà sicuramente i ragazzi!
Buona scrittura!