E se la meta fosse il viaggio?

Ciao a tutti e bentrovati! 

Le vacanze sono ormai alle porte e mai come quest’anno abbiamo bisogno di godercele. I ragazzi fremono, vogliono partire, probabilmente anche per prendere le distanze da quello che hanno vissuto e che tutti quanti noi speriamo, possa appartenere solo al passato. Partire significa innanzitutto allontanarsi dalla realtà quotidiana per riscoprirsi in un ambiente nuovo e mettersi alla prova in un contesto non noto. 

 Il viaggio è dunque ritrovarsi, stare soli con se stessi per capirsi un po’ di più, magari in compagnia di un buon libro che ci faccia ritrovare o riscoprire sentieri dimenticati. Libri che raccontano storie di ricerche e di traversate sono infiniti perché il viaggio è una metafora dominante in letteratura, simbolo di il cambiamento e crescita. Non importa se i mondi da attraversare siano fantastici o reali ciò che conta è andare per ritrovarsi diversi, cambiati.

 Il viaggio è per esempio quello di Ulisse, quello di Dante, ma anche quello di Harry Potter perché, come scrive io professore Trifone Gargano nel suo Dante e Harry Potter più i viaggi sono immaginari, più rispecchiano la realtà, più sono fantastici più nascondono connessioni con il reale. 

Il viaggio di Dante, dalla selva oscura alla luce del Paradiso celeste è un viaggio reale e simbolico; un viaggio, una “cerca” di e in se stesso. Egli, infatti, all’inizio del viaggio, quando prende coscienza di essersi smarrito, non si riconosce (e non si accetta). Alla fine, cento canti dopo, allorquando si trova nell’Empireo celeste, Dante scrive di essersi ri-trovato, riconoscendosi e accettandosi. Romanzo di formazione e di riconoscimento di se stesso (e del proprio valore-potere), con la progressiva maturazione, scandita da prove affrontate e superate, è anche la saga di Harry Potter. Il viaggio interiore di Harry, infatti, si distende in sette rispettivi anni, esattamente quelli ch’egli trascorre presso la scuola di Magia.

Hoopdriver di Pierdomenico Baccalario racconta invece  un viaggio reale, è un inno alla libertà! È la storia del tredicenne Billy, della sua bicicletta Azzurra e del suo viaggio ai tempi del Coronavirus per raggiungere il nonno. Numerose le persone che incontra lungo il suo tragitto, buone e cattive, ma tutte necessarie alla costruzione della sua identità. Duecento miglia a suon di musica che cambieranno il protagonista, a cominciare dall’incontro con un cane.

E mi fissò come solo i cani sanno fissarti. Non che ne capissi molto, ma sentivo che stava cercando di dirmi qualcosa. Era grande, con il pelo lungo, gli occhi scurissimi. Avrebbe potuto staccarmi la mano con un morso. Ma era agitato e curioso perché non voleva che me ne andassi

Vi saluto con due componimenti poetici, il primo tratto da un libro di poesie, uno dei più belli, dove l’idea del viaggio inizia dal titolo e prosegue per tutto il libro attraverso i versi: Viaggia verso di Chiara Carminati e le illustrazioni di Pia Valentinis, Bompiani

Viaggia, viaggia verso

verso dove non ha molta importanza

conta il tempo, il passo, la distanza.

Viaggia verso

viaggia con buon senso e direzione

anche se ignori la tua meta.

Il viaggio è un essere intenzione

il verso è un’arte da poeta.

Viaggia, viaggia verso

qualche sciocco che non avrà risposta

di sicuro dirà che ti sei perso

ma il dubbio porta avanti, e il centro resta

così continua il viaggio

e viaggia verso.

La seconda è Itaca di Kostantino Kavafis. Ascoltiamola!

E se chiedessimo ai nostri alunni di scrivere poesie sulle loro traversate estive?

A sabato prossimo

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