Giù nel blu
Ma lo sapete che sono andate più persone sulla luna che in fondo al fondo dell’oceano ovvero nella fossa delle Marianne a -10.994 m di profondità?
Io non lo sapevo e come questa non sapevo una miriade di altre cose che ho visto e direi quasi toccato con mano grazie a Giù nel blu di Gianumberto Accinelli e Giulia Zaffaroni per le dizioni Nomos che con la divulgazione sta tirando fuori davvero delle belle chicche!
Giù nel blu è un albo verticale che si apre in verticale e che letteralmente, centimetro dopo centimetro, ci porta dalla superficie fin negli abissi. Ad ogni strato di profondità veniamo accolti da una pagina introduttiva con le caratteristiche naturali dell’habitat specifico e poi la parola, anzi l’immagine, è lasciata agli abitanti o agli ospiti, nel caso del sottomarino che è arrivato fino alla Fossa delle Marianne, delle varie profondità. Troverete naturalmente pesci e mammiferi ben noti e moltissimi che non avete nemmeno mai immaginato che esistessero.
Ma soprattutto anche degli animali noti scoprirete cose che forse vi stupiranno, a me hanno stupita, come, ad esempio, le profondità a cui può arrivare un capodoglio o il narvalo.
Ma se ve la devo dire tutta la cosa che affascina di questo libro, oltre alla indiscutibile bellezza ed originalità dell’impostazione letteralmente immersa verso gli abissi, è la costruzione della struttura del libro su un doppio parametro: quello delle cose di profondità: epipeplagica, mesopeplagica, batipeplagica, abissopeplagica e adopelagica; e quello dell’approfondimento (il gioco di parole è dovuto) sui contenuti: L’introduzione resta in superficie, a circa 800m troviamo la plastica, a circa 8000m la biodiversità e in oltre gli abissi l’indice degli animali.
Come dire: possiamo trovare tanti libri, ben fatti e mal fatti, che ci raccontano il mare, che inventariano gli animali e le loro caratteristiche ecc., ma in questo caso mi ha convinta particolarmente la scelta di interpretare anche il formato oggettuale del libro, ed i suoi contenuti, in questa specie di organizzazione dell’indice che invece di portarci già nel blu del mare, ci porta giù nel profondo, anche nel nero se volete, della consapevolezza.
Conoscere è poter decidere come agire, oltre che accrescersi in ogni senso. Conoscere i nostri ecosistemi e il nostro impatto su di essi vuol dire poter prendere una posizione e io semplicemente adoro i libri -e solo di questo tipo ne trovate da tanti anni su teste fiorite – che prendono posizione, una posizione netta e indiscutibile né interpretabile. L’unica che possa far prevalere, secondo me, l’ottimismo della volontà sul pessimismo della conoscenza.
Giù nel blu fa questo e con una componente estetica pari a quella dell’etica che si porta dietro ed è in questo connubio che, anche in un libro di divulgazione, risiede l’anima della letteratura.