Veronica

Veronica di Roger Duvoisin edito da Risma è un libro a figure davvero simpatico, dolce, narrativo che sono proprio felice sia arrivato in Italia, credo questa ippopotama renderà felici tanti giovani lettori!

A qualcuno accade di sentirsi troppo confuso nella massa, poco appariscente, poco notato… se poi pensate di essere un ippopotamo tra tutte quelle masse corporee in mezzo ad un fiume affollato avere questa sensazione deve essere qualcosa di quantomeno plausibile se non comune.

Veronica, ad ogni modo, non è una ippopotama comune, lei vuole essere notata, a volte le piacerebbe persino essere famosa ed è per questo che un giorno esce dal suo fiume, lascia la sua famiglia e se ne va in città dove di colpo, molto ma molto velocemente, diventata molto ma molto appariscente.

Finalmente famosa, ma non esattamente come si era immaginata, Veronica inizierà a ripensare questa sua idea di rivendicazione della propria identità e la declinerà in un modo decisamente più consono….

Tra i punti forti dell’albo, che è anche molto curato graficamente il che davvero non guasta tenendo conto di quello che si vede in giro, segnalo due elementi, uno iconografico ed uno testuale che mi hanno colpito particolarmente:

  • l’alternarsi di doppie tavole a colori ed in bianco e nero a partire dai risguardi che rende molto ritmato anche il racconto visivo.
  • la sottile ironia che pervade il testo per intero soprattutto lì dove arriva il vigile. Tutti i capi di accusa che piano piano si accumulano sulla fedina penale di Veronica sono quelli tipici del linguaggio e della lettura della realtà urbana e mai nessuno sembra prendere in considerazione il fatto che Veronica sia una ippopotama.

Questa ironia non solo ci fa sorridere e alleggerisce l’intera narrazione, come solo la signorina ironia sa fare magistralmente, ma è grazie a lei che si ribalta anche il senso apparente della storia: è vero che Veronica diventa appariscente e famosa, ed è anche vero che ciò non avviene esattamente come lei avrebbe voluto, ma a questo punto, grazie alla lingua e alle azioni degli umani, comprendiamo che di fatto nessuno (ad eccezione dell’anziana gentile signora che sblocca la situazione) vede per davvero Veronica.

Va bene che la legge è uguale per tutti, ma applicarla in maniera cieca senza riconoscere l’identità di chi si ha davanti è un comportamento puramente ottuso che qualunque bambino e essere umano dotato di giudizio condannerebbe.

Qui tutto resta, come deve essere, leggero, Veronica nonostante la sua mole è una nuvoletta di ingenuità che si scontra con un mondo rigido fino all’inverosimile. Per fortuna Veronica è un’ippopotama intelligente e, non solo torna al suo fiume, ma trova il modo di esprimere la sua identità e di farsi notare nel mare di ippopotami attraverso il racconto usando di fatto il linguaggio universale e rivoluzionario che ha differenziato gli esseri umani dagli altri animali: la narrazione.

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