Mildred, Lupin e il caso dei libri che diventano serie tv

Da sempre – o almeno da quando esistono il cinema, la comunicazione di massa e la televisione – siamo abituati a pensare che un libro possa diventare un film, magari anche un cartone animato. Se non i libri almeno i personaggi li abbiamo visti trasformarsi dalla carta allo schermo e riprendere nuova vita modificando il loro modo di essere, i ritmi, le storie e chi più ne ha più ne metta.

Quale novità quindi in questi due esempi su cui mi vorrei soffermare oggi, ovvero Mildred la strega imbranata e Lupin (altri se ne potrebbero trovare ovviamente)?

E’ presto detto e ve lo semplifico al massimo: guardate cosa compare sulle copertine di libri….

Il logo di Netflix, esattamente, proprio come su alcuni libri per un certo periodo è comparso il logo di Wattpadd.

Cosa significa questo?

E’ presto detto: significa che il passaggio non è avvenuto dal libro allo schermo ma al contrario dalla serie al libro.

Mi spiego meglio: Mildred una strega imbranata è una serie di romanzi per giovani lettori che esiste dagli anni Settanta, molto ma molto prima che qualcuno potesse anche solo immaginare l’arrivo sulla scena di un altro mago bambino…, ma è solo ora, a seguito della serie tratta da questi racconti che i libri di Jill Murphy hanno trovato un nuovo pubblico e dunque una nuova riproposta editoriale.

Chi compra Mildred, con buona probabilità lo farà perché attirato dalla serie che ha guardato, oppure non ancora ma sarà attirato dalla possibilità di farlo dichiarata molto esplicitamente dal quel bolzone di Netflix in copertina.

La stessa cosa, a dire la verità un pochino più complessa a livello sia di marketing che editoriale è successa con Lupin i cui libri originali di Leblanc non ricordo avessero avuto una rinascita come quella che stiamo vedendo oggi quando uscì l’amatissimo e guardassimo cartone animato di Lupin. La serie cinematografica su Netflix, con Omar Sy protagonista (e, lasciatemelo dire, lui è credo l’unica cosa buona della serie oltre alle locazioni, per il resto diciamo che lascia piuttosto a desiderare da ogni punto di vista, sceneggiatura in primis), ha invece riportato alla ribalta non solo i libri originali in nuova veste – una veste nuova che sembra d’epoca – con tanto di fascetta dedicata a Netflix, ma ha anche prodotto un nuovo libro che prima non esisteva e su cui vale la pena un attimo soffermarsi.

La serie dedicata a Lupin non è né implicitamente né esplicitamente dedicata ai ragazzi anche se è naturale che anche loro possano esserne fruitori, da qui è accaduto che, oltre alle moltissime edizioni dei libri di Leblanc da parte di molti editori “per adulti” sia sorto un interesse esplicito da parte di editori come Salani che oltre a riproporre nuove edizioni dei libri organali, come già detto, ha edito il libro di Marta Palazzesi intitolato Le avventure del Giovane Lupin.

Insomma abbiamo fatto ringiovanire Lupin per crearne un nuovo pubblico di lettori che derivano o meglio arrivano ai libri grazie alla serie. In realtà i libri di Lupin hanno con tutta probabilità sempre avuto anche un pubblico di giovani lettori, ma credo sia la prima volta che si espliciti questa individuazione di target rivangando, anzi costruendo, la gioventù di Lupin. Il personaggio in questo modo si avvicina ancora di più ai lettori, e già l’avvicinamento era iniziato nella serie con il figlio adolescente del protagonista, appassionato di Lupin, come il padre, e figlio del ladro gentiluomo migliore di tutti i tempi, dopo il vero Lupin, s’intende.

Insomma si crea un circolo, che potremmo anche definire vizioso se volete, che dallo schermo può riportarci verso la carta stampata e la narrazione o poi viceversa. Tutto fila finché la qualità è elevata, e tralasciamo la qualità scarsa della serie di Lupin che tuttavia qualche merito di sicuro ce l’ha.

Last but not least un ultimo esempio di questo processo di andirivieni tra linguaggi narrativi diversi e potenzialmente complementari, ovvero tra la letteratura ed il cinema (sì le nuove serie afferiscono a pieno diritto alla sfera del cinema più che a quella della televisione tradizionalmente intesa con cui i ragazzi di oggi hanno sempre meno a che fare) è la serie, in questo caso a fumetti, della Umbrella Academy.

I libri sono editi in Italia da Barpublishing mentre la serie la trovate, ancora una volta, su Netflix e secondo me almeno la prima è davvero interessante e per me ha funzionato proprio come i libri che abbiamo visto sin qui, ovvero mi ha permesso di passare dallo schermo alla carta andando a scoprire una serie che non conoscevo.

Ci sarebbe parecchio da ragionare su cosa e come cambia dei libri nella trasposizione su schermo in versione di serie o di film, e le differenze a loro volta tra questi due linguaggi cinematografici, ma questa è un’altra storia!

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