Dove crescono gli alberi
Dove crescono gli alberi?
Potrebbe essere una domanda imbarazzante in questo Friday For Future, ma lasciamo che sia non una domanda ma una affermazione, sapete qual è’ il posto dove crescono gli alberi?
Ce lo racconta e ancor di più ce lo mostra la piccola protagonista di Dove crescono gli alberi di Yoon Kang Mi edito da Topipittori;
Ce lo mostra proprio lei che vive in una città dove le tocca stare, ancora una volta deduciamo, chiusi in casa per via dell’aria inquinata e dove almeno nel disegno si può immaginare un mondo diverso possibile. E’ così che nasce l’utopia arborea di questa bambina: a partire da una casa, piuttosto alta, proprio come i palazzi che la circondano e in cui lei stessa vive, i fiori e le piante, insomma il mondo vegetale, si riappropria degli spazi. Arrivano anche gli animali, naturalmente, a dare ma forte; ed una super mega serra a forma di elefante in cui accogliere tutti gli animali e piante che necessitino di accoglienza; e così piano piano nasce una città fatta di palazzi con le piante e gli animali dentro e fuori, dapprima con la forma delle scarpe in cui la bambina pianta i primi germogli e poi invece con forme architettoniche futuristiche. Perché limitarsi a fare una casa quando si può immaginare un’intera città e poi, perché no, un mondo intero?
Quella di Dove crescono gli alberi è una storia che punta tutta la sua originalità sia narrativa che figurativa, a partire da una qualità di elaborazione di entrambi i linguaggi che glielo permette, in due concetti chiave, secondo me, o almeno io ho visto questi ditemi voi cose invece ci avrete visto una volta avuto il libro tra le mani: l’utopia, per nulla intaccata, anzi, dalla componente distopica della realtà che circonda la bambina e che noi vediamo testimoniata dalla prima tavola ed ancor più dal risguardo d’apertura.
E una sorta di felicità nella creazione del presente e del futuro utilizzando le componenti presenti e future, anche tecnologiche che nulla ha a che vedere con quella laudatio temporis anti che così spesso invade la retorica ambientalista. Non c’è da tornare in dietro, c’è da andare avanti e se i robot potranno tornare utili per tenere pulita l’aria tutto l’anno, benevengano! E se le serre potranno supplire ai mutamenti della natura buon per noi e per tutte le specie animali e vegetali che ne gioveranno!
Molti pensieri si possono dipanare dalla lettura di questo libro, per ognuno diversi, è questo che fa ogni buon libro, vi dico quali sono state alcune suggestioni che mi porto dentro: la prima cosa che ho pensato è che qui a Venezia capita, quando succede qualcosa al petrolchimico di Porto Marghera, di dover rimanere chiusi in casa perché l’aria è cattiva e chissà cosa disegnano i bambini chiusi in casa in quei momenti, chissà se hanno la spinta utopica che ha la bambina protagonista di Dove crescono gli alberi. La seconda cosa è che le tavole con le case e i palazzi invasi dalle piante mi hanno riportato alla memoria alcune foto di Chernobyl in cui la natura, martoriata e mutata naturalmente a causa delle radiazioni, si è completamente ripresa ogni spazio facendo mutare completamente il paesaggio urbano.
La terza ed ultima cosa che penso è che dovremmo proprio fare affidamento sulla cocciutaggine della natura di ricrescere, sulla capacità di visione dei piccoli e giovani cittadini e sulle potenzialità di un buon libro!