Il tesoro di Nina
Questo post è scritto da Chiara Costantini che cura la rubrica “Un libro in cartella” ogni due giovedì.
“Il tesoro di Nina”
Età: dai 3 anni
Pagine: 36
Formato: 29.5 x 29.5
Anno: 2020
Editore: Carthusia
Autore: Sonia Maria Possentini
Il primo libro dell’anno, del nuovo anno scolastico.
Oggi in cartella un bell’albo. Grande, quadrato, delicato.
Nuovo libro, nuovo anno, nuova aula, nuova collega… insomma un sacco di novità…
Perché ho scelto questo libro?
Cercavo un libro da leggere il primo giorno di scuola, un libro capace di accogliere e di raccontare, un libro capace di creare silenzio e suscitare emozioni, un libro capace di catturare attenzione senza risultare troppo impegnativo, insomma, un libro speciale.
Così qualche giorno prima dell’inizio della scuola mi sono recata in biblioteca e ho iniziato la mia ricerca. Ovviamente mi sono lasciata catturare dalle letture… e un’ora e mezza è volata! Avevo selezionato alcuni libri, ma nessuno di questi mi convinceva a pieno. Non volevo un libro che dicesse troppo. Cercavo un libro che lasciasse spazio al proprio vissuto personale.
Ho alzato lo sguardo e ho visto far capolino tra gli albi illustrati nella sezione dei più piccoli “Il tesoro di Nina” ed era proprio ciò che cercavo.
Un albo di qualità
Se un libro è indicato per una fascia di età bassa non significa sia un libro da piccoli. Anzi. Se un libro è ben fatto, funziona per i piccoli, funziona per i grandi, funziona per tutti. E il libro in questione è uno di questi. Un libro di qualità. Aggiungo un ulteriore aspetto interessante: è un silent book. Ed è proprio questa caratteristica, a mio avviso, che lo rende accessibile a lettori di differenti età.
Silent book
Trovo i silent book estremamente inclusivi, capaci di stimolare la fantasia e indispensabili per imparare ad osservare e ascoltare e, per ascoltare e osservare attentamente c’è bisogno di silenzio.
Il fatto che sia un libro senza parole però non significa sia un libro senza storia. Anzi, in un libro senza parole ci possono essere più storie. Da “leggere” o inventare. O trovare nella storia le proprie storie.
Di “Il tesoro di Nina” mi ha colpito l’abstract nella quarta di copertina.
In poche righe riesce a trasmettere l’essenziale di questo albo, il motivo per cui mi ha colpito e ha fatto sì che lo scegliessi come prima lettura dell’anno:
Una spiaggia in riva al mare, i colori del cielo e le onde
che si riflettono fino a perdere i contorni:
vieni a scoprire lo stupore lieve delle piccole cose
nel mondo attorno a te.
Mi piace
Mi piace molto l’idea della possibilità di “perdere i contorni” o di non avere confini netti.
Mi piace molto lo “stupore lieve” che dà la possibilità di assaporare la dolcezza della scoperta.
Mi piace apprezzare le “piccole cose” con un atteggiamento di cura verso se stessi e verso gli altri.
Apro lo zaino, prendo il libro…
“Un libro dei tuoi Chiara?”
Mi appoggio alla cattedra. Cala il silenzio. Inizio a… “leggere”.
«“Il tesoro di Nina” di Sonia Maria Luce Possentini, casa editrice Carthusia.
Nina è una bambina che ama stare seduta in riva al mare, tra la spiaggia e il mare, sulla soglia, dove i contorni tra sabbia e acqua si confondono. Nina ha un secchiello rosso. Le serve per raccogliere tanti piccoli tesori. Nina ama guardare i gabbiani nel cielo che volano alto e lontano, oltre la linea dell’orizzonte, dove il cielo si confonde con il mare. Nina ama sguazzare con i piedi nell’acqua bassa e addentrarsi nell’acqua un po’ più alta. Nina a volte prova a stare in equilibrio su una gamba sola, a prendere la propria ombra, a lanciare l’acqua. Nina ama correre nell’acqua».
Il libro continua, pagina dopo pagina, in una sequenza di azioni lente.
Nina sotto più punti di vista. Finché si arriva al nòcciolo, a scoprire il suo tesoro.
Come in un film l’immagine è ripresa in primo piano da più angolature e infine in primissimo piano.
Dal generale al particolare. Nina è così vicina che sembra di incontrarla. Nina è così pura che sembra di conoscerla.
Commenti a caldo…
[Ehm… Cosa ci si può aspettare dalla lettura di un silent book?Ovviamente dei silent comments!
Non significa che l’albo illustrato non abbia suscitato emozioni, anzi. Negli occhi dei bambini si leggeva molto. A ciascuno la propria personale reazione, il proprio unico speciale evocare ricordi, pensieri, esperienze].
Dopo un po’…
“Bello…”
“Ce lo puoi rileggere?”
“I disegni sono bellissimi, sembrano veri…”
Da qui lo spunto per narrare di sé… attraverso l’illustrazione.
Consiglio, a chi ha voglia di sperimentare, di disegnare senza contorni…
Sì, l’esatto contrario di quello che solitamente si insegna a scuola:
«Prima si disegna con la matita, poi si ripassa, poi si colora senza andare fuori».
Perché?!? È così bello lasciare che i contorni sfumino… senza un confine netto tra le cose… da sembrare molto più realistico …
Il tesoro di ciascuno
Li lascio lavorare tranquilli e io con loro…
“Qual è il tesoro di Anna? E di Mattia, Elena, Francesco…?”
Il racconto attraverso l’immagine del tesoro della propria estate. Senza vincoli. Ciascuno libero di narrare una scoperta, un oggetto trovato, un’esperienza vissuta. Ciascuno libero di scegliere la propria tecnica grafica, anche mista: acquerello, pastello, cere, pennarello…
Che tesori!
“Chiara lo sai che il mio tesoro è stato un po’ come quello di Nina? Ho trovato in spiaggia una bellissima conchiglia a forma di cono gelato, ma chiusa”
“Maestra io ho disegnato il tesoro che vorrei”
“Chiara il mio tesoro non è un oggetto, ma qualcosa che ho provato… Fare il bagno in mare assieme alla mia mamma, al mio papà e a mia sorella”
“Il mio tesoro è stato trascorrere una settimana in barca a vela”
“Il mio una settimana via con gli scout… non ero mai stato via da solo…”
“Chiara sai qual è stato il mio tesoro? Una discesa in montagna un po’ difficile. Ho dovuto attraversare un bosco pieno di selci [felci] secche, mi sono anche fatto un po’ male, ma alla fine sono stato contento di questa avventura. Mi sono sentito coraggioso”.
“Il mio tesoro? Un pallone bianco e verde regalato da un amico conosciuto in spiaggia!”
“Il mio tesoro è stato trascorrere qualche giorno al mare con la mia migliore amica”
“Il mio tesoro è stato andare a pescare assieme ai miei fratelli…”
“Il mio tesoro è questo ciondolo perché è prezioso, me lo ha regalato la mamma e apparteneva a mia nonna. È il mio tesoro perché ce l’ho sempre appeso al collo, così mi ricordo di lei e quando ho bisogno la penso e mi tranquillizzo”
Ripenso a Nina e al suo “tesoro” e un po’ credo che sia anche il mio… aver trovato una preziosa conchiglia che mi permette di ascoltare tutti i bambini ed è una sensazione bellissima.