Le storie della storia del pinguino

Il verbo delle narrazioni, lo sanno tutti, è il passato, l’imperfetto, persino il presente, se volete, il cosiddetto presente narrativo, così ci hanno sempre insegnato a scuola, ma il futuro??

Dai, ditemi quante narrazioni vi vengono in mente scritte al futuro!

Le storie della storia del pinguino di Christine Nöstlinger nella nuova edizione de La nuova Frontiera Junior, è un libro bello e sorprendente per molti motivi, di cui proverò a scrivere qualcosa a breve, non ultimo, anzi forse primo dei quali l’uso del futuro narrativo che cambia ogni prospettiva.

La storia è quella di un uovo di pinguino che si schiude in una casa troppo calda, siamo nel nord Europa ma comunque la signora da cui vive lo zoologo che sta studiando l’uovo di pinguino è davvero troppo riscaldata, ed allora il bambino vicino Emanuel convince il padre a prendersi loro cura del pinguino adottandolo in casa loro. Per diverse settimane Emanuel impara così bene di cosa ha bisogno un pinguino da trasformare la sua casa in una sezione distaccata del polo sud, facendo persino convertire l’impianto di riscaldamento in uno di raffreddamento. Così ovviamente non può andare ed allora la famiglia di Samuel, sotto la salda direzione dalla nuova compagna del padre, la direttrice dell’ufficio postale, addestrerà il piccolo pinguino a vivere come un normale animale domestico, sopportando il caldo, mangiando qualsiasi cosa ed uscendo anche al guinzaglio.

Non entro nei dettagli della trama, as usual, ma vale assolutamente la pena prestare attenzione all’intreccio di questo romanzo costruito come se potessi valutare vale opzioni narrative: diversi personaggi che incrociamo subiscono delle messe a fuoco, delle specie di zoom narrativi che aiutano ad avere un contesto specifico della narrazione, ma soprattutto man mano che si avvicina la fine del libro l’autrice ci offre la possibilità di valutare più di una conclusione, una triste e realistica, una sin troppo rosea e piuttosto irrealistica, ed una verosimile su cui la narrazione punterà la sua attenzione.

Non si può quindi dire che il libro sia fatto di veri e proprio capitoli perché la narrazione procede senza separazioni e ciò che interviene a dare degli stacchi sono delle micronarrazioni nella narrazione principale: “tutta la storia della prozia Alexa”, “Il finale triste per cinque persone e due animali”, “Il lavoro per il finale del padre di Emanuel”. Queste storie che intersecano quella principale servono sia da descrizione, approfondimento e, ovviamente, rallentamento del ritmo narrativo del filone principale di narrazione; sia alla possibilità di farci scegliere, ad esempio il finale… Questo è un romanzo fortemente narrativo e in questo l’uso del tempo futuro risulta particolarmente funzionale perché riesce ad anticipare e allo stesso tempo a suonare come una supposizione, una possibilità di sviluppo non necessaria ma possibile.

Se avessi prestato sin dall’inizio attenzione al titolo di questo libro, e non l’avevo fatto a sufficienza, non mi sarei poi così stupita dell’andamento narrativo, questa non è la storia del pinguino bensì sono Le storie della storia del pinguino e questo cambia decisamente tutto.

Un romanzo divertente e delicato in cui tanti fili si intrecciano ed il gioco della scrittrice non è solo quello di sapere intrecciare questi fili bensì di renderci intelligibile il loro intreccio. Una bella lettura, lieve e significante a più livelli, non ultimo quello delle possibilità di creazione letteraria, che promuoverei e proporrei a occhi chiusi a giovani lettori e lettrici in autonomia dai 9-10 anni, ad alta voce anche prima!!

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