Fiori e fulmini
Può succedere che i fulmini siano accompagnati dai fiori invece che dai tuoni?
Può succedere che le storie siano accompagnate dai fiori e che ci si infili anche un fulmine, sia un fulmine “vero” che forse un colpo di fulmine o qualcosa di simile….
Fiori e fulmini è il titolo del nuovo libro di Luigi Dal Cin con le illustrazioni di David Pintor edito da Editoriale Scienza nella collana in collaborazione con l’Orto botanico di Padova, il più antico del mondo, fondato del 1545, antico quasi quanto il nonno protagonista del libro.
Dentro Fiori e Fulmini c’è l’Orto, certo, protagonista silenzioso ma non muto di questa storia, ma soprattutto ci sono due ragazzini che si incontrano e scoprono le piante, scoprono un’amicizia e combattono dei bulli, e c’è un nonno che fa il giardiniere e che accompagna e guida da lontano i due protagonisti indiscussi, Elia e Jasmine.
Mica due nomi a caso e, Jasmine come il Gelsomino che torna in continuazione nella narrazione, ed Elia come il profeta che è scomparso in cielo sul carro di fuoco e di cui gli ebrei continuano ad attendere il ritorno, sarà lui il messia!

Il nostro Elia è piccolo e fortunatamente è qui tra noi e non scompare nel carro di fuoco e tuttavia in qualche modo il suo nome ed anche la sua storia richiamano spesso il cielo, il cosmo, e la sua storia si colloca a sua volta dentro quell’insieme di cerchio e quadrato che compongono la forma dell’antico Orto Botanico. La perfezione tra cielo e terra, o meglio l’equilibrio della terra dentro al cielo, questo in qualche modo, con i loro disequilibri la loro curiosità e le loro imprecisioni sono Elia e Jasmine che piano piano scoprono le piante e le varie parti dell’Orto. Sullo sfondo, ma neanche troppo, una storia di ordinario bullismo a cui Elia riesce finalmente a ribellarsi…
Come dovrebbe sempre accadere in questi casi in cui si uniscono a questo libello divulgazione e narrazione, l’elemento narrativo prevale e ci permette di godere del libro a prescindere da un eventuale interesse o curiosità nei confronti degli orti botanici o delle piante. Così può accadere che il libro prenda varie strade tutte buone, che ci si arrivi grazie all’orto o che si arrivi all’orto grazie al libro. Non ha importanza, quello che conta è l’esperienza che il libro permette al lettore e che potrà anche essere approfondita, dal punto di vista scientifico-divulgativo nell’appendice alla fine del libro dedicata agli orti botanici.
Le illustrazioni di Pintor contribuiscono non poco al clima di leggerezza generale, di curiosa spensieratezza che sembra dominare come nota prevalente anche là dove intervengono elementi narrativi cupi, preoccupanti o tristi. Nell’orto non può succedere nulla di male, siamo nel punto in cui il cosmo si pacifica con la terra, in cui tutte le piante vengono accolte ed anche ogni persona con ogni storia può trovare il proprio posto.
Anche il formato del libro devo dire che mi è piaciuto molto, è maneggevole e poco incline al trattato scientifico, che infatti non è, molto più adatto ad un buon libro di lettura che si ha piacere di buttare in zaino per Lasciami leggere o tenersi sul comodino per leggere prima di addormentarsi.
