Buchi nel vento di Bernard Friot
Apriamo questa settimana che si concluderà con una giornata intensa insieme a Bernard Friot con una raccolta di poesie da lui firmata!
Benvenuti in Buchi nel vento. Poesie a passeggio di Bernard Friot e Arélie Guillerey edito da Lapis con la traduzione di Matteo Marchesini.
Basterà sbirciare dentro il libro per accorgervi che il sottotitolo non mente, queste sono davvero poesie che ci portano e se ne vanno a passeggio. Poesie per ogni momento e per ogni sentimento, poesie per ogni bambino e bambina lettore che si ritroverà nelle sonorità della lingua così come nelle situazioni attraversate, chi più chi meno, chi in qualcuna poesia di più ed in qualcuna di meno.
Perché con la poesia siamo liberi di andare e venire, non serve leggere tutto di fila, tutto insieme, di farci piacere o non piacere o di sentirci a nostro agio con tutti tutti i componimenti. Con la poesia siamo liberi al massimo grado di passeggiare con la lingua e con la mente sebbene ci sia sempre un senso nell’ordine delle raccolte poetiche.
Io lo guardo
lui mi guarda
io gli sorrido
lui mi sorride
io gli faccio una boccaccia
e lui uguale con la sua faccia
ma appena chiudo gli occhi
sparisce
E’ il mio riflesso
dentro lo specchio
Mi rassicura
e mi fa paura
Quando c’è
esisto per davvero.
Quando sparisce nel nero
chi si ricorda di me?
Forse con un qualche stupore tenendo in mano questo libro fucsia quasi fluo dove i toni sembrano essere sempre votati alla luce così come moltissime delle poesie, vi renderete conto che qui, come nella quotidianità di ogni bambino e bambina, si annida anche il buio più buio, il nero più nero. Il dubbio sulla propria identità, sulla propria esistenza, la paura che viene da dentro e che può essere sconfitta con un aiuto dall’esterno. Al centro della raccolta sembra esserci una piccola immersione alla superficie di questo scuro in cui il rosa si smorza e si scurisce per poi ricondurci verso il sole pieno nell’uscita del libro.
E se è vero, come è vero, che le poesie in incipit e explicit hanno sensi particolari e spesso metanarrativi vedrete che l’ultima poesia anche di Buchi nel vento non fa eccezione a questa piccola “regola” delle raccolte poetiche:
Quando la pagina è girata
non è terminata.
Quando il libro è chiuso
la storia continua.
Quando il libro è finito
tutto può ricominciare.
Allora ricominciamo:
quando la pagina è girata
non è terminata…
Perché non portare a passeggio le poesie di questo libro nelle varie classi e case?
E perché, ancora di più, non farci portare a passeggio da loro per dare senso e suono ad ogni minima esperienza, fosse anche quella di un buco nel vento?
Voi li sapete fare i buchi nel vento?
Dubito, se siete adulti, che li sappiate fare, nemmeno io li so (più) fare, questa è roba da bambini e bambine, ma davvero!
E come fa allora l’autore a dare parola, lui adulto come tutti noi, a quello che sono, sentono e fanno i bambini e le bambine?
E’ semplice, si fa per dire, l’autore è un poeta e se il poeta per bambini è davvero tale il suo orecchio è restato almeno un pochino acerbo, quel po’, come dice Rodari, che gli serve per capire
le cose che i grandi non stanno mai a sentire:
ascolto quel che dicono gli alberi, gli uccelli,
le nuvole che passano, i sassi, i ruscelli,
capisco anche i bambini quando dicono cose
che a un orecchio maturo sembrano misteriose…
Buchi nel vento, ad esempio, riflessi allo specchio, desideri per il futuro, storie di panchine volanti e di movimenti interiori….
Meno male che ci sono gli scrittori con un orecchio bambino, e meno male che c’è la poesia che al suono delle voci che l’orecchio acerbo ascolta sa dare suono oltre che senso; meno male che ci sono i bei libri per bambine e bambini e meno male sarà davvero se questi libri arriveranno alla portata di tantissime mani ed orecchie bambine!