Il nastro

Care teste fiorite,

oggi voglio augurarvi buon lunedì e buona settimana con un libro per lettori e lettrici piccoli d’età e dalle grandi necessità. La necessità di bellezza, e di narrazione, fa parte di quei bisogni la cui assenza è difficile da percepire per l’animo umano se non ne si è conosciuta la presenza. E’ così per le storie, che mediano la bellezza di cui sopra, per l’affetto e insomma per tutto ciò che ci rende più propriamente umani.

Quindi oggi partiamo con un libro che a mio parere risponde ed appaga questo bisogno di bellezza: Il nastro di Adrien Parlange edito da Fatatrac.

Il nastro è un libro cartonato, della dimensione circa di un A5, completamente giocato sui toni del blu, del giallo e del marrone, che propone una serie di situazioni, animali e oggetti sulla base dell’interazione con un sottile nastrino giallo che esce dal libro. Già, questa è la particolarità prima di questo libro, un nastrino giallo, di quelli che si trovano nelle agende per tenere il segno, che di volta in volta assume un significato diverso: è il nastro della ginnasta in copertina, ma diventa anche il filo del palloncino e la fune di un funambolo…

Il laccio slacciato di una scarpa… ma qui merita fermarsi per sottolineare quello che è secondo me l’aspetto più interessante di questo libro: accanto ai più semplici accostamenti tra nastro e oggetto o animale – la coda dell’aquilone, li corpo del serpente piccolo, la lingua del serpente grande, la coda del topo – troviamo delle azioni o delle situazioni più complesse. Nel caso del nastro che diventa un laccio, ad esempio, la parola accostata non è scarpe o lacci, ma “un rischio”! Non è bellissimo? Definire che cosa è rischioso a partire da un nastrino che cambia il senso alle pagine.

Questo usare le parole in modo più complesso, il suggerire qualcosa che va oltre il singolo oggetto, è anche un principio di narrazione: definire un rischio a partire da un laccio apre alla possibilità di immaginare un prima ma anche un dopo, in questo caso.

Lo stesso accade per “una caduta” narrata da una corda dell’altalena che si spezza, e per “una vittoria” in un cui il nastro diventa il il traguardo da raggiungere.

Tra le caratteristiche dei libri per bambini che mi trovo a ripetere come un disco rotto durante gli incontri con genitori e insegnanti la fa da padrona quella che separa il semplice dal semplicistico, dal banale. Ed ecco qui, la differenza messa proprio in scena da questo bellissimo libro che sa rivolgersi anche ai bambini più piccoli che possono guardare, ciucciare il nastro, iniziare a leggere le immagini, iniziare a metterle in relazione al nastro e poi alle parole che qualcuno gli leggerà: il tutto è estremamente semplice per essere fruito in assoluta narìturalezza ma mai banalizzato, mai semplificato, mai semplicistico.

Proprio come deve essere un buon libro per bambini e bambine, pronto a essere letto e interpretato a vari livelli, disponibile e… bello, dove bello sta per esteticamente bello!

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