Ridiamoci sopra

Questo post è scritto da Lucia Schiralli che cura la rubrica “compagni di classe” in uscita a giovedì alterni.

Ciao a tutti e bentrovati!

Un’attività che svolgo regolarmente nelle classi è quella del libro ideale, chiedo cioè ai ragazzi di immaginare e descrivere il libro dei sogni, quello che sceglierebbero fra tutti. Le caratteristiche più costanti riguardano il numero delle pagine, la presenza di illustrazioni e la storia divertente. La richiesta di una storia “che faccia ridere” ritorna con una certa insistenza per cui sono perennemente a caccia di storie divertenti e spiritose

Il primo libro che vi propongo è La mia famiglia e altri disastri di Bernard Friot con le illustrazioni di Silvia Bonanni, edito da Il Castoro, una simpatica ed originale raccolta di storia di vita raccontate dal punto di vista dei giovani protagonisti. La cifra dei racconti, che vi assicuro, piacciono e divertono davvero tanto i nostri lettori, è la simpatica impertinenza nei confronti degli adulti e del loro mondo.

Qui di seguito la lettura del racconto intitolato zoo

Il secondo suggerimento è la rivisitazione, ad opera di Roberto Piumini del classico dei classici della  narrativa per ragazzi: Pinocchio. Il sottotitolo mi ha subito incuriosito e suscitato curiosità: Disegni e stornelli sulla favola più amata. Qui ogni illustrazione è accompagnata da un triplice stornello, operazione che crea una sinergia di impressionante potenza evocativa e narrativa fra sogno, ricordi e materialità della scrittura, il tutto affidato alla musicalità dei versi. Le illustrazioni, davvero splendide, sono di Federico Penco. 

Fiore del legno,

questa è una storia vera, e non un sogno,

e voglio raccontarla con impegno

Fior di ciliegio,

c’era un omino con il pelo grigio,

che era un falegname di buon pregio

Fior di scabiosa,

un giorno ebbe una gran sorpresa,

sentendo una vocina misteriosa

Infine ri-propongo un libro eccezionale, che da sempre mi aiuta a  catturare i ragazzi: L’incredibile storia di Lavinia di Bianca Pitzorno. La storia della piccola fiammiferIa moderna che incontra una fata diversa dalle altre continua ad affascinare e a divertire.  Gli ingredienti della fiaba ci sono tutti, o quasi, ma rivisitati talmente tanto da destare stupore, meraviglia e ilarità. 

Ecco ad esempio l’apparizione della fata.

Verso mezzanotte i sogni di Lavinia furono interrotti dalla brusca frenata di un taxi. La bambina alzò gli occhi e vide una bella signora scendere dalla macchina proprio sul marciapiede di fronte a lei. Era vestita in modo poco adatto per una notte così fredda. Aveva un abito scollato, di velo azzurro molto trasparente (Lavinia potè notare le mutande, anch’esse azzurre); le caviglie nude, i piedi infilati in due pantofoline di velluto, e in testa… Lavinia dovette coprirsi la bocca con le mani per soffocare una risata…In testa la donna aveva il cappello più strano che si poetesse immaginare. Una specie di lungo imbuto rovesciato, tutto decorato come un albero di Natale.

E il regalo che dona a Lavinia.

-Voglio farti un regalo eccezionale-continuò la fata-un anello magico. Eccolo!

Se lo tolse da una tasca del vestito di velo e lo infilò al dito di Lavinia. Era un anellino neanche d’oro, liscio, senza nessuna pietra. – A cosa serve?-chiese Lavinia speranzosa che all’aspetto modesto corrispondesse un potere sensazionale.

La fata si mise a ridere da sola, da quella mattacchiona che era.

-A cosa serve? – Insistette Lavinia

-A trasformare le cose in cacca.

Noi ci vediamo fra due settimane!

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