Voglio un cane non importa quale

Si fa presto a dire “voglio un cane”, si ma quale?

Si fa presto a dire “voglio un libro”, si ma quale?

Voglio un cane non importa quale di Kitty Crowther, edito da Topipittori con la traduzione di Chandra Candiani, è IL libro che vi toglie d’impiccio da ogni domanda!

Millie è una bambina vezzosa che francamente di primo acchito difficilmente potrà sembrarci simpatica, deve aver respirato un po’ troppo l’aria snob de “Le Tre Corone, scuola privata molto esclusiva”. Millie ogni mattina mette alla prova la mamma, che imperterrita legge il giornale, con una mitragliata di proposte per il cane dei suoi sogni: potrei avere un cane forte come il papà, con i capelli lunghi come i tuoi, comico, stranissimo, ridicolo, piccolo piccolo piccolo.

Sono tantissimi gli aggettivi che Millie trova per il suo cane dei sogni…

Ma, appunto, questi non sono cani e basta ma sono sempre accompagnati da un aggettivo, da una definizione, da una scelta che limita e definisce il desiderio di Millie, e la mamma dice sempre di no fino a quando… Millie non aggiunge nulla alla richiesta di un cane, nessuna definizione, nessuna aspettativa se non l’essere stesso dell’animale.

A quel punto la mamma acconsente (la tavola senza margini, centrata, esplosiva in cui non vediamo la faccia della mamma ma quella di Millie è bellissima) e il cane lo si va a scegliere in canile!

E’ così che nella vita di Millie arriva Principe, un cane più che improbabile per molti motivi e con delle caratteristiche decisamente particolari che non vi svelerò. Godetevi il libro!

Invece torniamo insieme un attimo sulla struttura del libro in cui ritornano molti elementi tipici, e direi anche topici, della poetica della Crowther (e vi invito molto caldamente, se la cosa vi interessa, ad andarvi a vedere il numero monografico degli Oblò a cura di Hamelin a lei dedicato): forse il primo elemento caratteristico del libro che salta all’occhio è l’uso del colore, non solo il colore per le tavole, gli arancioni fluo che abbiamo già imparato a conoscere in L’omino e dio e altri lavori della Crowther, i rossi ecc. ma anche il colore proprio delle pagine!

Quando Millie inizia il suo catalogo immaginario di cani desiderabili le pagine non sono più bianche ma arancioni, è come se la narrazione si prendesse una pausa e ci fosse questa parentesi tra descrizione e catalogo riconoscibile e definita del libro stesso con questo cambio di colore delle pagine. I disegni con il solo nero e tutto il resto è la pagina arancione. Quando usciamo da questa sospensione spazio-temporale e rientriamo nella storia, ecco che le pagine tornano bianche e il ritmo viene scandito tra doppie tavole e singole, tra tavole che occupano l’intero spazio della/delle pagine, e tavole che concentrano tutto nel centro geometrico della pagina.

Tutti elementi che il nostro cervello legge senza bisogno di esplicitazioni e spiegazioni, che decodifica quasi automaticamente, e che corrispondono ad una cura estrema nella costruzione del ritmo e dello sviluppo narrativo che ci permettono di lasciar fluire testo e immagini godendoci la bellezza del libro.

Anche dal punto di vista narrativo riconosciamo molto il tratto lieve ma deciso della Crowther che con lievità riesce a mettere a fuoco e raccontare questioni di ordine etico, ed è proprio un inghippo etico quello in cui incappa Millie di fronte alle prese in giro delle sue compagne snob per la bruttezza, a dir loro, di Principe che non è nemmeno di razza, apparentemente. Millie si scontra con una questione etica che ha molto a che fare anche con la costruzione di una propria identità: avrà la forza di difendere se stessa e Principe dalle piccole iene della scuola Le Tre Corone?

Non aggiungo altro.

Vi invito a tenere il libro tra le mani, a godere di ogni sfumatura di colore, di ogni ritratto di cane, uno più bello dell’altro ad iniziare dal bassotto che attraversa la copertina, a lasciare andare la narrazione per poi farla camminare piano piano nel lettore perché faccia il proprio dovere di compagnia interiore e di educatrice silenziosissima ed efficacissima.

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