Dov’è Momo?
Quanto è difficile trovare dei super libri per bambini e bambine piccoli? Dei cartonati di quelli che il piccolo lettore e la piccola lettrice si porteranno nei meandri delle memorie della prima infanzia?
E’ difficile, ve lo assicuro, non sono poi tantissimi i libri così, è per questo, anche per questo, che quando arriva tra le mani un libro come Dov’è Momo? di Andrew Knapp edito da Topipittori c’è da essere molto contenti 🙂
Il “gioco” che il libro ci fa fare è il più antico e appagante del mondo: il gioco della scoperta, della ricerca di qualcosa che poi si riesce a trovare e che si porta con sé altre cose da cercare e… un’attitudine alla ricerca che non ci lascia più anche dopo aver chiuso le pagine del libro.
Momo, il bellissimo Border collie, è il protagonista assoluto, ma non meno importanti sono i set in cui Momo si nasconde e va ricercato. Per ogni pagine dobbiamo cercare Momo e 3 oggetti, ma nulla ci vieta poi di cercarne altri che notiamo, c’è un pupazzetto, ad esempio, che ad un certo punto si imporrà alla vista del lettore in una delle tantissime letture successive alla prima.
Sì perché questo è uno di quei libri in cui il lettore torna e ritorna perché così accade con i libri che sanno scatenare ed appagare un piacere, ed in questo caso abbiamo a che fare con il piacere della scoperta ed anche con quello del riuscire in un compito, la piccola sfida accettabile, la chiamerebbero gli psicologi, forse. Momo attraversa spazi e situazioni diversi, ogni pagina a ben guardarla è creata con una perizia millimetrica per giocare con i colori, con le forme, con le similitudini, le suggestioni, al lettore trovare la propria, o le proprie, strada per districarcisi.
Sento già le voci di qualcuno che dirà, e lo so io e lo sapete anche voi che queste sono le voci che vanno per la maggiore, beh, che cui vuole a fare un libro così, e poi una volta che l’hai guardato è finito?
Questa è la voce dell’adulto cinico, scusate ma io lo vedo così, che proprio non si ricorda un bel nulla della sua infanzia, peccato per lui! La semplicità, che è quanto di più lontano ci sia dalla banalità, è cosa difficilissima da perseguire specie quando si tratta di lavorare con bambini e bambine piccoli. Tutti i libri una volta chiusi finiscono lì ma il bello, nei libri belli, sta nel fatto che quella fine è solo una conclusione provvisoria, il libro potrà sempre riaprirsi e dirci qualcos’altro o magari la stessa identica cosa che però è proprio quella che ci dà così tanto piacere! E proprio in quel piacere che itera, per un motivo o per un altro, staremo ponendo delle buone basi per una buona crescita del lettore, provare per credere, funziona davvero!!