Dove saremo nel 2030?: c’è un solo futuro?

La rubrica “Noccioline” esce l’ultimo martedì del mese, è dedicata al fumetto e al graphic novel ed è a cura di Benedetta Morandini testa fiorita.

Questo mese ho deciso di dare spazio ad un libro che ho acquistato in crowdfunding l’anno scorso: Dove saremo nel 2030?. Questo titolo è parte di un progetto più grosso chiamato La Revue Dessunee Italia che fa riferimento all’omonima rivista francese. Di graphic journalism vi ho già parlato, quindi non rientro nelle specifiche, ma il bello di questa rivista è che pubblicherà inchieste di giornalismo a fumetti con uscite trimestrali.
Intanto vi ho dato un quadro complessivo, più che altro per farvi capire da dove ho tirato fuori questo fumetto, ma veniamo al dunque.

Dove saremo nel 2030? è una raccolta di 57 storie brevi (di sole due tavole) nate da un concorso indetto l’anno scorso, il tema, come si può intuire, riguardava come ogni partecipante immaginasse il futuro. Sono grata agli editori che hanno scelto di permetterci di leggere le storie di tutti i partecipanti, perchè è stato possibile vedere 57 diversi punti di vista sul futuro, di 57 persone diverse. Non saranno certo un campione rappresentativo della popolazione italiana, ma sono comunque tante tante storie.

Finalmente qualche giorno fa sono riuscita a mettere le mani sul fumetto (ho trovato l’avviso di giacenza a prendere polvere nella cassetta della posta) e sono rimasta estremamente colpita già dalle prime storie. Raccontare qualunque cosa in due facciate è già di per sè difficile, ma raccontare un intero mondo mi pareva quasi impossibile. A quanto pare invece non è vero.

Mi sa che non avrei dovuto leggerlo prima di dormire

Ognuna di queste mini storie risulta uno spaccato sulla visione che ognuno dei partecipanti ha del futuro, ma anche del presente. Diciamocelo, il 2021 non è stato uno dei periodi più rosei per nessuno e credo che questo sia leggibile anche in queste storie. Per quanto ci si possa sforzare di vederne il lato positivo, è evidente che tutte questi narratori hanno molta sfiducia nel futuro a cui andremo incontro e nel genere umano stesso. Quasi solo il racconto vincitore (di Giorgio Pandiani) ci permette un futuro migliore, ma sottolineando che la scelta è solo nostra.

Insomma, io credevo di trovarmi davanti a delle leggere storie brevi, magari qualcuna giocata sulla fantascienza, ma rifletterci bene, il 2030 non è poi così lontano: è sempre meno fantastico e sempre più vicino e reale di quanto credessi. Questo libro mi ha riportato sicuramente con i piedi per terra a colpi nello stomaco.

E’ difficile dare un commento ad ogni storia, perchè sono molte e molto diverse tra loro. Sicuramente quella che più mi è rimasta impressa è quella di Andres Abiuso, terzo classificato del concorso, perchè ha scelto di raccontare attraverso un punto di vista molto particolare come il cambiamento climatico impatti su tutti.
Alcuni si sono basati su statistiche e proiezioni, incrociando il fumetto con delle infografiche, mentre altri hanno optato per la narrazione della quotidianità nel 2030. Ognuno ha stili diversi, nel narrare e nel disegnare, ma tutti hanno un tema comune: non finiremo per nulla bene. Ciò che mi ha colpito di più di questi lavori è che nonostante i partecipanti provengano da zone diverse d’Italia, abbiano età diverse e esperienze diverse, tutti si siano trovati accomunati da questa sfiducia e mancanza di speranza.

Una riflessione sul futuro ancorata al presente

Emblematica secondo me è la presenza delle mascherine in molte storie. Il passato, anzi il presente, è ancora lì , dopo 10 anni. C’è chi immagina strascichi di pandemia, chi ancora immagina che l’aria sarà irrespirabile e chi addirittura ci immagina perennemente chiusi in casa, ad interagire con il mondo solo telematicamente.
Il mondo esterno diventa ostile e difficile da affrontare, se non con le giuste attrezzature.

Ho sentito tantissimo del clima di paura e di incertezza in cui viviamo da ormai più di due anni. Abbiamo recentemente scoperto come in poco tempo possa cambiare tutta la nostra routine, quindi giustamente in 10 anni il mondo potrebbe diventare grigio e deserto, perchè no?
Mi è sembrato che ognuno di questi racconti mi chiedesse “ne usciremo? andrà davvero tutto bene?”. Perchè chi scrive è ben cosciente che ci sono problemi ancora più grandi e ingombranti della pandemia ad attenderci.

Ho trovato quindi questa raccolta un’interessante insieme di spunti di riflessione, ma anche una rappresentazione del clima emotivo di questa epoca.
Ma io voglio aggrapparmi a quei pochi racconti, come quello del primo classificato, che ci concedono ancora il beneficio della scelta. Qualcosa possiamo ancora fare, se ci diamo una mossa!

Se siete curiosi di leggere queste storie (e farvi salire un po’ di affanno sul futuro come è capitato a me), ho scoperto che sono disponibili online qui.

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