Le cose che ci fanno paura
Devo dirvi la verità: ho accolto Le cose che ci fanno paura di Keren David edito da Giuntina con la traduzione di Lucrezia Per con un misto di curiosità e diffidenza.
La curiosità è naturale, sono sempre curiosa di un libro nuovo, la copertina mi è piaciuta molto (e non è un aspetto secondario come potrebbe sembrare) mi piace l’idea della nuova collana di Giuntina dedicata ai ragazzi (si chiama Parpar +) ecc., tanti altri pensieri che incuriosiscono.
La diffidenza invece mi prende ogni volta che metto mano ad un libro che ruota intorno a temi come antisemitisimo, shoah, razzismo… o forse dovrei dire intorno a temi, punto.
Districo i pensieri e invece vi racconto perché Le cose che ci fanno paura ha finito per convincermi la diffidenza è stata ampiamente superata dalla tenuta narrativa e anche dall’esperimento di scrittura che questo libro mi pare rappresenti.
Evie e Lottie sono due gemelle molto diverse tra loro, una più giocosa e apparentemente suoperficiale che va nella scuola vicino casa, ed una apparentemente perfetta, profonda, seria, che va al super college dall’altra parte della città. In mezzo ci sono un padre che fa l’autista Uber per sbarcare il lunario ma ha una sceneggiatura nel cassetto, ed una mamma quasi super star che conduce un seguitissimo programma radiofonico.
E’ in questo contesto familiare che si intromettono mano mano che la storia prosegue degli elementi, anzi uno sostanzialmente: la mamma di Evie e Lottie è ebrea ma non ha mai voluto affrontare la questione con le figlie e non le ha mai introdotte all’ebraismo, cosa che invece accade per entrambe a scuola nel momento in cui in modi e per motivi diversi si scontrano con un feroce rigurgito di antisemitismo decisamente radicato nei compagni di classe, tanto nella Londra “bene” dove frequenta Lottie che in quella più “normale” di Evie.
La famiglia viene via via accerchiata da situazioni, incontri, occasioni in cui l’ebraismo torna prepotentemente alla ribalta mettendo in crisi le due ragazze nei confronti della propria identità personale e familiare ma anche la madre che verso la fine è costretta a svuotare il sacco e recuperare il terreno perso.
L’intreccio narrativo è piuttosto articolato, ben sostenuto dalla costruzione corale della focalizzazione che ci fa di volta in volta entrare nel punto di vista di Evie e di Lottie separatamente, e non mi metterò qui a scioglierlo a beneficio della trama, di cui ho detto sin troppo. Mi preme invece soffermarmi sugli elementi che più mi hanno interessata di questo romanzo che gioca molto sul filo tra narrazione e divulgazione…
- Innanzitutto la scrittura regge, e questo è l’elemento importante, amalgamandosi con delle vere e proprie mini pillole di ebraismo che il lettore assume insieme a Lottie e Evie che sono inizialmente di fatto sguarnite di ogni preparazione in materia come possiamo immaginare che sia un qualsiasi lettore o lettrice ingenuo.
- In secondo luogo, ma non secondo per importanza, questo è uno dei pochissimi libri che ho incontrato che ragiona e fa emergere in maniera convincente, pulita, impeccabile per correttezza dei contenuti, la questione dell’identità ebraica facendo bene emergere quanto e come possa non necessariamente coincidere con l’elemento religioso.
Le cose che ci fanno paura è dunque a mio parere un bel romanzo che spero farà la sua strada nelle case e nelle classi.
Ed è anche un romanzo alla cui conclusione la domanda resta, sollecitata dal titolo (e ripresa dai dialoghi in uno degli ultimi capiti): quali sono dunque le cose che ci fanno paura?
Certo queste possono essere il razzismo, l’antisemitismo, la Storia, la memoria, tutte cose giuste; ma io credo che al fondo il senso di questo titolo e di questa narrazione ci sia la relazione e la scoperta della propria identità.
Le cose che ci fanno paura sono quelle che ci interrogano nel profondo su chi siamo, e chi sono gli altri; quelle che possono mettere in scacco un’idea che avevamo di noi stessi e del mondo in poche mosse lasciandoci quasi sguarniti ad affrontare, appunto, le cose che ci fanno paura…
Buona lettura!