Ciao Micio

Oooo! Una bella antologia illustrata di poesie sui gatti ci voleva proprio e se non la stavate aspettando sulla soglia della porta almeno potete rallegrarvi di poterla trovare il libreria!

Il libro in questione è Ciao micio! in cui Mies van Hout illustra poesie di Bette Westera, Koos Meinderts, Sjoerd Kuyper, Hans e Monique Hagen tradotte poeticamente da Nicola Cinquetti, ennesimo libro azzeccato della premiata ditta Camelozampa!

20 poesie, 20 doppie tavole per raccontare per versi e segni l’essenza una e più che trina di sua maestà il gatto, o la gatta, a seconda dei casi.

Chi ha a che fare con un felino domestico riconoscerà in moltissime poesie il proprio compagno o compagna di vita quotidiana, ma anche chi non ha questa fortuna si divertirà parecchio perché c’è poco da fare, il gatto è un animale venerabile e – venerato nel passato -a priori, la sua essenza si presta decisamente all’impostazione poetica, versificata, anche quando, se non soprattutto quando, i versi volgono verso (e non vi sfugga l’assonanza voluta 😜) la presa in giro, l’ironia, lo humor. E di questo tipo di testi in Ciao micio! ce ne sono parecchi!

La traduzione poetica, come viene definita sin dalla copertina, è di Nicola Cinquetti e questo ci garantisce di un lavoro estremo sul suono e sul senso che giustamente finalmente fa finire un traduttore in copertina (pratica che Camelozampa sta iniziando a fare ogni qualvolta ci siano di mezzo testi poetici e dunque traduzioni tali). Non ho avuto ancora modo, o se preferite non mi sono ancora (lo farò) presa la briga e il tempo di andare a verificare gli originali per valutare la quantità di rielaborazione letteraria, sulla qualità invece di dubbi non ne ho perché il nome di Cinquetti è uno di quelli su cui si può metter la mano sul fuoco, sbaglio?

Perché?

Mi spiace, questo posto è occupato.

Sloggiare? Perché? Sono appena arrivato.

Subito? Fuori piove che si annega.

Peli? E chissenefrega.

Pulci? Ma per chi mi hai preso?

Prepotente? Ma se sono così indifeso.

Quale cesta? Guarda che questa poltrona è mia.

No no, io non me ne vado via.

Pigro? Non sono né pigro né grasso, io.

Io

sono io

sono io

sono io

sono

io.

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