E SE…?
Questo post è scritto da Chiara Costantini che cura la rubrica “Un libro in cartella” ogni due giovedì.
“E SE…?”
Età: dai 3 anni
Pagine: 36
Formato: 12 x 24
Anno: 2020
Editore: Camelozampa
Autore: Anthony Browne
Oggi in cartella un albo illustrato con copertina rigida, media misura, sfondo sui toni dell’azzurro. Il titolo è scritto in maiuscolo, in caratteri cubitali, in giallo E SE…?. L’autore è Anthony Browne.
Un libro in carretto
Come avevo già anticipato (vd post del 28 ottobre u.s.), quest’anno avevo intenzione di proporre più opere di uno stesso autore. Alla fina la scelta dell’autore è ricaduta su Anthony Browne.
Così, oltre che con la cartella, oggi sono andata a scuola anche con il… “carretto”.
A Venezia si viaggia così! Tutte le famiglie hanno un “carretto”. Ed è normale, quando il peso da portare è troppo per due sole braccia, ricorrere a questa “antichissima invenzione” che permette di trasportare pesi riducendo gli sforzi.
Nel fine settimana sono passata in biblioteca a far incetta di libri di Browne da proporre successivamente alla lettura dell’albo in oggetto e proporre un lavoro di ricerca/studio sulle opere dell’autore, per individuarne gli elementi comuni.
“E SE…?” me lo ha regalato una cara collega che ammiro e stimo perché, pur avendo alle spalle una grandissima esperienza, non ha mai smesso di formarsi e sperimentare cose nuove.
Lezione 3D
Arrivati in classe, tolti sciarpe, cappelli, giubbotti, ci sediamo, pronti a cominciare una nuova lezione 3D.
Ho deciso di chiamare così questa nuova dimensione…
Detta così, sembra un’innovazione stratosferica.
Una D sta per la “Didattica in presenza”; una D sta per “Didattica digitale integrata”; l’ultima D sta per… Docente ma anche per Disperazione, Disconnessione, Dannazione, Dolente, Dolce, Dormire, Dono, Domenica [giorno senza DDI, DaD, D… a meno che non ci sia una nuova positività da gestire], a seconda delle preferenze o esigenze.
Quindi prendo lo zaino
Lo apro.
Prendo il libro…
“Oggi vi leggerò “E SE…?””
“Maestra, so già cosa facciamo, prima ci leggi il libro e poi ci farai scrivere: E Se…, E Se…, E Se…”.
La voce, dall’ultimo banco vicino al termosifone, sicuramente è un po’ indisponente, un po’ irrispettosa e scomoda, ma altrettanto sicuramente appartiene a un bambino molto acuto.
Sorrido con gli occhi.
“A me piace tanto quando facciamo queste attività”, interviene la compagna davanti, già dispiaciuta per me per questa affermazione poco opportuna.
Sorrido…
…e invito i bambini: “Prima di pensare all’attività di scrittura… osservate questo libro e ditemi se vi suscita qualche connessione…”
Il nulla
Ero convinta, avendo letto “Gorilla” a inizio anno cogliessero subito alcuni tratti caratteristici dei libri di Anthony Browne.
Un po’ dispiaciuta, ma tutt’altro che abbattuta, pensando all’attività che avrei proposto in seguito, ho iniziato a leggere.
Titolo:…
Autore:…
Casa Editrice:…
“Chiara ma perché gli autori hanno sempre nomi così difficili?”
“Perché non sono italiani…” risponde prontamente una compagna.
“Ah”
Così apro il libro e mostro il nome della traduttrice: Sara Saroin.
“Ah”
Joe stava andando alla sua prima festa importante, a casa del suo amico Tom, ma aveva perso l’invito, e quindi non sapeva quale fosse il numero della casa. “Tranquillo, Joe” disse la mamma. “La casa di Tom è da qualche parte in questa via. La troveremo”. E si incamminarono.”
Joe e la mamma scorrono le varie case della via. Ciascuna casa apre una porta sull’immaginario.
In una ci sono due anziani che leggono. Un’altra abitata da strani inquilini. Un’altra con adulti che sembrano la personificazione di un gruppo di maiali. Una piena di persone, sembra un oratorio. Una illuminata. Una buia. Sembra abbandonata. La sfilata di case va di pari passo ai pensieri – dubbi di Joe. E, pur essendo due aspetti disgiunti, riescono a creare un parallelismo emotivo dove il lugubre prende il sopravvento e conferma le incertezze di Joe.
“E SE…?”
Quest’albo illustrato è particolare perché oltre al testo e alle illustrazioni, tra loro complementari, si inseriscono anche i dialoghi tra mamma e figlio, non solo come discorsi diretti, ma anche come baloon. I fumetti sembrano un’incursione nella storia come una lente di ingrandimento che, anziché “vedere” più da vicino quanto accade, permette di “ascoltare” più da vicino i dialoghi, piccole conversazioni intime.
Le pagine-fumetto sono sempre collocate a sinistra, tranne l’ultima che riguarda un dialogo interiore della madre ed è a destra.
Molto interessante l’uso della spazialità. Nella terz’ultima immagine, il baloon contenente il dialogo nel fumetto entra a far parte dell’illustrazione, a colori. Quasi ad esaltare lo stato emotivo “a colori” di Joe. Prima pensieroso, in bianco e nero, poi risolti i dilemmi sereno e felice.
Anche la scelta dei colori, quindi, contribuisce a dare senso e significato alla storia. Le pagine riguardanti i fumetti sono in bianco e nero e le illustrazioni a colori. Lo sfondo delle pagine-fumetto bianco. Uno spazio voluto, che ha senso ed esalta le altre immagini
Concludo la lettura
Mostro i risguardi.
Apro la copertina e mostro.
E prima di chiudere il libro, mostro.
“Sono uguali?” chiedo.
“Sì”
“No”
“Cioè sì, ma no. È lo stesso paesaggio, ma il cielo è più scuro”
“Ah, ho capito… è perché è passato del tempo”
“Giusto, le due ore della festa del compleanno”
Quanto sono soddisfatti quando arrivano alla conclusione per scoperta. Quanto mi piace riuscire a far loro scoprire cose nuove.
“E SE…?” è un libro apparentemente molto semplice e adatto a bambini anche molto piccoli. Il motivo per cui ho deciso di proporlo è che in realtà offre spunti di riflessione sui quali lavorare a diversi livelli.
La storia di per sé è semplice:
un bambino Joe è stato invitato alla festa di compleanno da un compagno, ma ha perso l’invito. Joe ricorda la via. La mamma lo accompagna e cercano la casa giusta. Per la strada Joe rivela i suoi timori e preferirebbe non andare alla festa. La mamma lo rassicura. Alla fine trovano la casa del festeggiato.
Appena concluso…
“Ecco, adesso è la mamma a farsi tremila scrupoli” commenta ridendo.
“Chiara… forse ho capito… dall’ultimo disegno mi è venuto in mente “Gorilla””
“È vero, il bambino assomiglia tanto alla bambina protagonista di Gorilla”
“Già… già…”
Chiedo: “Vi è mai capitato di trovarvi in una situazione simile?”
Continuo: “Avete visto che forte il dialogo tra mamma e bambino e come poi la situazione si inverte?”.
Iniziano a raccontare
“A me è capitata una cosa simile la prima volta che sono andato a calcio”
“Anche a me”
“A me quando sono andata ad arrampicata”
“Io ricordo il primo giorno di scuola”
“Io il primo allenamento dell’anno di basket”
Narrare da due punti di vista diversi non è facile. Non risulta semplice nemmeno scegliere il tempo di narrazione e se raccontare i fatti in prima o terza persona. Poi iniziano a scrivere, provano, cancellano, riscrivono, rileggono.
“Chiara facciamo la brutta bozza?”
“Intendi la brutta copia”
“O la bozza?”
“Eh vabbè avete capito…”
“Io mi faccio il ragno”
Ormai stanno acquisendo le buone prassi per scrivere un testo.
Dopo la fase di scrittura, l’illustrazione.
“Chiara io ho pensato di fare una vignetta in bianco e nero quando io mi facevo le domande e poi la mamma a colori che mi rassicurava.”
[Proprio come Anthony Browne, penso tra me e me].
I giorni seguenti torno sull’argomento. Non tutti i bambini hanno gli stessi tempi. C’è chi ha bisogno di comprendere passo passo e chi di scrivere con calma.
Introduco allora la nuova attività pratica di studio e osservazione.
Riprendo il libro “E SE…?” e mostro la copertina e chiedo cosa notano.
Notano le finestre.
Illuminate in diagonale. In ognuna una cosa diversa.
Fanno ipotesi sulle età di Joe.
“Per me ha otto anni”
“Ma, ne avrà anche dieci”
[Probabilmente lo percepiscono più grande rispetto all’età che per lui ha immaginato l’autore, quasi coetaneo, elemento interessante per la personificazione].
Apro il libro e scorro le pagine
Notano le illustrazioni, una parte grigio-blu e una a colori. Notano che le immagini fanno capire chi parla e chi pensa.
Questa attività ha sortito lo stesso effetto di quando si entra in una stanza buia. Inizialmente sembra di non vedere niente. Poi, quando l’occhio si abitua, si fa più attento, si iniziano a notare i particolari.
Ecco quanto successo in classe con le opere di Anthony Browne [una piccola selezione ovviamente].
“Avete mai letto libri dello stesso autore?” chiedo.
“Sì… tipo Geronimo Stilton?”
“O le Tea’s Sister”
“Io, ho letto i vari Diari di una Schiappa…”
“Ma intendi le serie o libri diversi di uno stesso autore?”
“Beh io ho letto i sette Harry Potter”
“Io ne ho letti cinque…”
“Beh… maestra, più di qualcuno di noi ha letto almeno tre libri di Roald Dahl… Io ho letto “Gli Sporcelli”, “La Magica Medicina” e “Il GGG””
“Giusto… e io ora sto leggendo Matilde”
“Benissimo…” aggiungo io e continuo “…intendevo dello stesso autore ma… “diversi”, quindi non una collana”
Così dispongo i libri
E li lascio liberi un’ora per studiare le varie opere, leggerle, appuntare tratti comuni, confrontarsi. Liberi di scegliere i compagni con cui leggere, per affinità di libro scelto o di amicizia. L’obiettivo è cercare elementi comuni.
Incredibile come si lascino coinvolgere e si buttino a capofitto.
Leggono. Si scambiano libri. Opinioni. Si confidano scoperte. Per loro è un gioco.
“Chiara questi libri sembrano per bambini piccoli all’inizio, poi quando li leggi invece ti prendono”
Infine un momento di condivisione e valorizzazione delle reciproche scoperte.
“Io ho notato che il gorilla è un elemento ricorrente. Come personaggio. Oppure nei giornali. O nei quadri famosi”
“Anche noi l’abbiamo notato.”
“Noi abbiamo notato l’uso del colore”
“Noi abbiamo notato delle somiglianze nei volti anche nei libri scritti a distanza di anni… vedete questo? Sembra lo stesso personaggio”
“Ci sono alcune immagini libere e altre in un riquadro, sembrano vignette come in un fumetto”
“Ci sono degli elementi nascosti che vedi e non vedi e puoi scoprire”
“Spesso ritorna superman. Un gorilla che si dondola su qualcosa portando qualcuno”
“A volte compaiono animali grandi che non c’entrano con la storia”
“C’è sempre la carta da parati”
“I capelli pettinati”
“Figure confinate con una linea nera”
E mentre loro osservavano le opere di Anthony Browne io osservavo loro a bocca aperta.
“Chiara è stata forte questa attività!”