Se incontrassi un orso
Come mi mancava lavorare su un bel libro di Silvia Borando edito da Minibombo! Questo è Se incontrassi un orso ed è un albo illustrato, un libro a figure, che non smentisce le caratteristiche a cui Minibombo ci ha felicemente abituati in questi anni: ironia, fraintendimenti, stereotipi che si infrangono, pregiudizi inadeguati ecc. ecc., tutto a favore della costruzione di un libro divertente!

Il protagonista questa volta è da solo, sta giocando a palla e quando la perde in una grotta si fa prendere, anche comprensibilmente, dalla paura di entrare nella grotta. Lo scoiattolo non ha paura del buio, come forse avremmo tutti noi, no, lui ha paura degli orsi perché tutti sanno che le grotte sono piene di orsi!
Ma lo scoiattolo, forse come non proprio tutti noi, è molto coraggioso e decide di entrare a cercare la palla e uscire dalla grotta il più velocemente possibile e nell’impresa viene oggettivamente aiutata da una creatura grande e pelosa e marrone che trova e gli passa la palla.

E sì, il personaggio gentile che passa la palla allo scoiattolo è proprio un orso ma lo scoiattolo non se ne accorge nemmeno perché lui non sa davvero come è fatto un orso, la sua idea di orso è basata “solo” su stereotipi e pregiudizi tali che di fatto non gli permettono di riconoscere l’orso quando poi se lo ritrova davanti.
E non può riuscirci, a riconoscere l’orso, perché si comporta in maniera completamente diversa rispetto all’idea pregiudiziale di “orso” che lo scoiattolo si era fatto, con tutta probabilità grazie ad una vulgata data per scontata tra gli abitanti del bosco.

Allo scoiattolo non viene nemmeno per un attimo in mente che la creatura che ha davanti possa essere un “vero” orso perché banalmente non si sta comportando, nei suoi confronti, come è dato per inteso che un orso si “debba” comportare.
Quanti sono i libri che si potrebbero legare a questo se volessimo creare una sorta di gioco librario sulla scia del gioco linguistico di Wittgenstein? Una valanga, da A caccia dell’orso a un libro meraviglioso che in Italia non è (ancora spero) uscito, Bear and Bee di Sergio Ruzzier; potremmo creare una bibliografia sull’orso (qui trovate il video ad hoc), certamente, ma quello che mi interesserebbe assai di più è creare una bibliografia su…. gli stereotipi e i pregiudizi!
Sì, proprio loro, quei maledetti stereotipi che ci bloccano la capacità di pensare in maniera critica e di relazionarci con la realtà sulla base di come ci si presenza volta per volta. O, intendiamoci bene, senza pregiudizi (non senza stereotipi ma senza pregiudizi sì) nessuno di noi riuscirebbe a pensare, ci vuole un pre-giudizio per riconoscere qualcosa come tale (ovvero bisogna avere già un’idea in mente della cosa che vedo per poterla riconoscere e vedere) il problema, enorme, interviene quando il nostro pregiudizio si basa su stereotipi e se la nostra capacità di pensiero non si è educata (e qui arrivano i libri educatori silenziosi) a sufficienza a verificare con la realtà il nostro pregiudizio ogni volta che quella “cosa” ci si presenza davanti.
Questo accade allo scoiattolo, così come alla Bee di Ruzzier: quando l’orso compare davanti e si comporta in maniera diversa da quanto pregiudizialmente e stereotipatamente immaginato non è proprio in grado non dico di riconoscere chi ha davanti come un vero orso, ma non si fa nemmeno sfiorare dal dubbio!
L’ironia, il gioco, il divertimento, sono delle armi affilatissime al servizio della nostra guerra contro gli stereotipi dalla parte del pensiero critico e Minibombo sono anni che dimostra senza mai smentirsi di aver fatto molto propria questa idea e continua a proporci libri che possiamo adottare ad occhi chiusi per divertirci ed insieme per iniziare un processo lungo di vaccinazione, con una quantità di richiami praticamente quotidiani, contro le stereotipie di ogni genere!