Attenti ai ragazzi

E dopo il meraviglioso e ormai classico Attenti alle ragazze riportato in libreria da Il Barbagianni, ecco arrivare sugli scaffali, per la medesima casa editrice, del medesimo autore Tony Blundell, con la traduzione di Laura Bernaschi, Attenti ai ragazzi!

Prima vi dico qualcosa di questo libro e poi però vorrei fare un pensiero ulteriore a riguardo… andiamo con ordine però!!

Attenti ai ragazzi è l’esilarante storia di un ragazzino che deve attraversare il bosco per andare dalla nonna (vi ricorda qualcosa?) ma viene catturato da un lupo affamato e goloso che invece di mangiarselo così, su due piedi, crudo e vestito, si fa infinocchiare dalle ricette inventate dal ragazzino per cucinarlo nel migliore dei modi, renderlo ancora più gustoso. Ecco allora che il lupo si lancia alla ricerca degli incredibili ingredienti per preparare una Zuppa di bambino prima, poi una focaccia di bambino ed infine una torta di bambino. In ognuna delle ricette strampalate ci sono alcuni ingredienti verosimili ed altri di due tipi: qualcosa per il bambino, un gioco o persino un mazzo di fiori che poi il nostro protagonista porterà alla mamma finita l’avventura; qualcosa per poter alla fine intrappolare il lupo nella sua stessa grotta murandone l’entrata.

Il libro gioca sulla struttura retorica della ripetizione con variante in cui la ripetizione si giustifica con la continua mancanza di uno degli elementi della ricetta, anzi, sempre dello stesso elemento: il sale… anche per la torta!! Il sale in questa storia così saporita è tanto importante da rientrare nella parodia della morale finale: “Ma dimenticare il sale!”

Già, come sarebbe bello che tutti gli autori tenessero a mente questa semplice morale perfetta per qualsiasi storia di qualsiasi natura! Il sale è metafora della sagacia, o di qualsiasi elemento (diverso a seconda del genere o della tipologia di narrazione) che letteralmente insaporisce la storia, toglia piattezza e banalità e riesce a darle ritmo e verve anche quando gioca su un elemento tanto semplice e usato come è quello della ripetizione.

Questo lupo pronto alle cose già incredibile e stremato dai pesi pazzeschi pur di recuperare tutti gli ingredienti per mangiarsi il meritato ragazzino, provoca insieme riso e pena, una pena che nasce dalla certezza che il lupo non l’avrà vinta e che quindi il bambino della storia, così come qualsiasi bambino o bambina lettore o lettrice è perfettamente in salvo.

E adesso vieniamo alla riflessione che questo libro mi ha suscitato non nel merito della sua stessa storia ma dei meccanismi editoriali che ci possono portare a farci delle idee sbagliate, o quanto meno non precise di un libro. Avendo amato moltissimo Attenti alle ragazze questo secondo libro Attenti ai ragazzi arriva quasi un pochino penalizzato dalle aspettative del primo: il libro regge benissimo ma il confronto è forte e serrato e la tentazione di restare in qualche modo “fedeli” al primo amore e di ritrovare nel secondo il medesimo meccanismo narrativo potrebbe forse nuocere un pochino a questo secondo Attenti ai ragazzi.

MA, se invece sapessimo la verità, e cioè che Attenti ai ragazzi uscì in lingua originale ben 11 anni prima di Attenti alle ragazze , rispettivamente nel 1991 e nel 2002? Non vi sembra che in questa prospettiva le cose cambierebbero parecchio? Ecco che Attenti ai ragazzi acquista immediatamente un’originalità che non gli avevamo riconosciuto per niente e che a questo punto diventa Attenti alle ragazze il “secondo” libro che deve il meccanismo narrativo al primo, non vi pare?

In questa ottica possiamo anche vedere un’evoluzione, che a me pare almeno ci sia stata, tra Attenti ai ragazzi e Attenti alle ragazze: se il primo prende le mosse dal modello tipico di Cappuccetto Rosso e il lupo cattura il ragazzino, nel secondo è come se quello stesso modello si rovesciasse e il Lupo invece di trovarsi a bussare alla porta della nonna si trova a fingere di essere lui stesso la nonna che fa visita alla nipotina!

La ripetizione che scatena l’ilarità è in entrambi i casi giocata sul cibo, quello per cucinare la preda in Attenti ai ragazzi, e quello da donare alla ragazzina per dimostrare di essere l’amata nonnina, in Attenti alle ragazze, ma è l’escalation a scatenare davvero il riso e forse è vero che nel secondo libro lo schema narrativo già sperimentato risulta, per così dire, meglio oliato. Ma non andrei a farne una guerra tra fratelli, a chi vuoi più bene, o quale è il più bello, i libri sono entrambi molto ma molto belli, divertenti e più che degni dei nostri giovani lettori e lettrici, teniamoceli entrambi stretti nelle nostre biblioteche e che ognuno scelga in base ai propri gusti qual è il suo preferito!

p.s. fate mai caso alle date di edizione originale che compaiono nella prima pagina prima del colophon o alla fine del libro? Io vado sempre a controllarle perché mi pare fondamentale sapere non solo gli anni trascorsi dalla scrittura del libro e dalla sua presente edizione, sia essa in traduzione o nella lingua originale, ma anche nello stesso luogo potrete trovare anche il titolo originale che spesso è estremamente interessante e significati per comprendere il lavoro fatto dall’editore.

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