Le parole della guerra

Questo post è scritto da Lucia Schiralli che cura la rubrica “compagni di classe” in uscita 

Ciao a tutti e bentrovati!

In questi giorni ci troviamo, purtroppo, a parlare di guerra. Non è facile per noi docenti, ma soprattutto per i ragazzi che, fino a pochi giorni fa, non possedevano neanche il lessico appropriato, non conoscevano le parole della guerra, se non quelle che sembravano inattuali, stampate sui testi di storia. Come fare? Quali parole insegnare a usare e con quale significato?

Iniziamo con un bellissimo libro

HAIKU, poesie per quattro stagioni più una di Silvia Geroldi e Serena Viola edito da Lapis

Sassi e legnetti.

Inventiamo una guerra

Senza feriti

La parola più invocata è la PACE, come fa intendere Gianni Rodari pur non nominandola direttamente

Ci sono cose da fare ogni giorno:
lavarsi, studiare, giocare,
preparare la tavola
a mezzogiorno.

Ci sono cose da fare di notte:
chiudere gli occhi, dormire,
avere sogni da sognare,
e orecchie per non sentire.

Ci sono cose da non fare mai,
né di giorno né di notte,
né per mare né per terra
per esempio, la guerra.

Alla TRISTEZZA, che spesso in questo periodo invade i nostri cuori, è dedicata una splendida poesia contenuta nel libro 

L’Alfabeto dei sentimenti di Janna Carioli e Sonia M.L. Possentini edito da Fatatrac. La tristezza, come tutte le emozioni, deve essere riconosciuta e vissuta fino in fondo

 TRISTEZZA

Non so perché

ma mi viene da piangere.

Non so che c’è

ma mi viene da piangere.

Non so cos’è

ma mi viene da piangere.

Uffa, ho finito le lacrime

ma mi viene da piangere

Vi presento ora ul’albo, La signora dei libri di Kathy Stinson e Marie Lafrance per Lapis.

Qui viene raccontata la storia di Jella Lepman che nella Germania postbellica riuscì a dare una speranza ai bambini leggendo loro dei libri.  Con le parole delle storie fornì una prospettiva diversa, un’alternativa colorata a quel mondo così triste e grigio. E questo viene messo in evidenza dalle illustrazioni: i colori spenti della città in rovina diventano vivi e accesi non appena i due protagonisti entrano in biblioteca.

La storia ha inizio tra le macerie di una cittadina dove due fratellini affamati sono attirati da una lunga fila di persone davanti ad un edificio. Credendo che lì si distribuisca del cibo entrano, e con loro grande meraviglia, si trovano in un grande salone colorato pieno di libri. Qui incontreranno la Signora dei libri. La biografia di questa donna è davvero eccezionale e merita di essere conosciuta e approfondita. 

Vi lascio con le parole di Sofia di II A

“Per descrivere la guerra potremmo adottare così tante parole negative, come fame, distruzione, paura, ma la più adatta, secondo me, è rinascita perché dopo la tempesta c’è sempre l’arcobaleno e dopo la guerra ci sarà la rinascita”

Arrivederci!

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