Unico nel suo genere
Una storia sul raggruppare e classificare
Ci sono libri bellissimi, belli, accettabili, brutti e orrendi, e poi ci sono i libri unici nel loro genere, quelli che aprono una strada o che percorrono solitari una strada che si creano da soli.
Questo è il caso, secondo me, di Unico nel suo genere di Neil Packer edito da Camelozampa uscito il 17 marzo in libreria ma che vi propongo oggi, primo giorno della Children’s Book Fair che questo libro ha premiato come vincitore della Bologna Ragazzi Award nel 2021 sezione non fiction!
Di fatto il libro ci racconta di Arvo, un ragazzo con un gatto, una famiglia, suona uno strumento, va in bicicletta, prende i mezzi di trasporto pubblici, va in biblioteca, si muove per la sua città… Insomma Arvo è un ragazzo come tanti… come tanti e però unico nel suo genere come ognuno di noi lo è. Ma ciò che è rivoluzionario in questo libro è il come viene raccontata non solo l’unicità ma anche la vastità dell’esistente entro il quale cercare e trovare l’unicità di ognuno.
Prendiamo ad esempio la tavola dedicata al gatto di Arvo, Malcom, ecco che a fianco compare la genealogia di tutti i felini che portano fino a lui che è incluso in questo albero genealogico senza che questo tolga nulla alla sua unicità.
Per ogni cosa nominata, o fatta, o per ogni luogo attraversato da Arvo arriva una super mega tavolona per lo più a doppia pagina a categorizzare, sistemare, tassonomizzare tutto. Tutti gli strumenti, tutti gli edifici della città, l’organizzazione della biblioteca, i diversi modi di contare il tempo….
gli strumenti contenuti nel capanno degli attrezzi per aggiustare la bici… Tutto ma proprio tutto rientra in un ordine più grande in cui l’individuo, umano o gatto che sia, sono inclusi e racchiusi e al tempo stesso si distaccano in quanto unici. Ma da qui il “gioco” viene facile, si fa per dire: visto da vicino, se prendiamo ognuno nella propria individualità, ma questo potrebbe essere vero persino per un oggetto, l’unicità è dappertutto.
Come fare i conti con l’essere unici e al tempo stesso parte di qualcosa di estremamente più grande?
Eeee questo è, direi, il segreto dello stare al mondo, ma iniziare a prendere le misure con questo concetto che va dal microcosmo al macrocosmo credo sia una possibilità importante sin da ragazzi, anche per cercare le corrispondenze tra il piccolo e il grande, l’unico e il non unico (ammesso che esista)…
In tutto questo la grandezza delle tavole, l’aria vintage delle stesse su cui molto gioco fa la palette di colori scelta dall’autore, i tipi di cose selezionate per questo gioco tassonomico e soprattutto il “pretesto”, che solo tale non è evidentemente, di sbirciare da vicino la quotidianità di un ragazzo, fanno di questo grande albo indubitabilmente un piccolo grande capolavoro unico nel suo genere.
Un albo di non fiction, un albo di divulgazione come non se ne trovano tanti in giro, di quelli che fanno a colpo d’occhio capire quanto e come la letteratura di divulgazione, o almeno certa letteratura di divulgazione possa entrare per canoni estetici di buon diritto dentro una più ampia concezione di Letteratura con la L maiuscola.
Quando e come e con chi “usare” questo libro?
- sempre
- con tutti ma proprio tutti, se proprio volete salirei sopra i 5 anni tanto per…
- potete sfogliarlo, usarlo come enciclopedia, raccontarlo come storia, lasciarlo a diposizione libera di lettori e lettrici perché ne facciano l’uso che vogliono e ci trovino dentro ciò che vogliono
- ma se proprio volete uno spunto ulteriore, più “didattico”, io non escluderei la possibilità di prendere da Unico nel suo genere un metodo per guardarsi attorno, per raggruppare e classificare e così trovare un modo particolare per raccontare la propria storia individuale diversa eppure intersecata a quella degli altri.