Fifofus e gli indiani

Fifofus era un giovane puma e viveva in una grotta nella terra degli Indiani d’America,

Fifofus e gli indiani è un bel libro a figure di Norman Mommens edito da Besa Muci con la traduzione di Aldo Magagnino che viene da lontano…. era il 1953 quando uscì per la prima volta e ringrazio per l’opportunità di averlo qui in Italia a raccontarci la sua storia fresca e divertente su cui il tempo non ha pesato.

Fifofus, il piccolo puma, attratto dalla postura eretta degli indiani si avvicina al loro accampamento e si infila nella tenda del capo. Da quel momento, insieme e grazie a lui, possiamo entrare in contatto con questi protagonisti umani, indiani, che ci stupiranno per molti aspetti.

Incontriamo Anatrachecorre, il capo indiano, e Baraonda, il lo Stregone invidioso non del potere di Anatrachecorre ma delle sue caramelle al mou che non vuole condividere. Nella disputa tra Baraonda che chiede una caramella mou e Anatrachecorre che rilancia offrendo una mentina, vince naturalmente il capo che mette in palio la caramella mou in cambio di essere accompagnato alla caccia al bisonte. Baraonda ha paura della caccia al bisonte e tuttavia deve obbedire al capo… almeno fino a quando il capo è Anatrachecorre con tutte le piume sul capo… ed ecco che Baraonda ha una grande idea: piano piano, di nascosto, toglie una ad una le piume dal copricapo di Anatrachecorre e se le mette in testa così da potersi autoproclamare capo della tribù, mutare la caccia al bisonte in caccia al coniglio e tacchino selvatico e poter finalmente mangiare l’ultima caramella mou!

E tutto sembra filare liscio fino all’arrivo di Gambadicuoio, il più duro di tutti i cowboy che minaccia col fucile i due indiani ed è qui che torna in scena il nostro Fifofus che salva Anatrachecorre e Baraonda, impara a stare eretto bilanciandosi con il fucile, ripristina l’ordine di potere all’interno della tribù e si guadagna l’ultima caramella al mou.

Insomma la storia vi consiglio proprio di leggervela e di godervela ma intanto qui con voi vorrei rilevare quelli che mi sono sembrati gli aspetti più interessanti, in primis la costruzione dei personaggi umani: Anatrachecorre, Baraonda e Gambadicuoio colpiscono per una coesistenza di elementi “adulti” e di elementi “bambini”. I comportamenti dei 3 umani sono quelli degli adulti ma con le logiche e le motivazioni e anche le soluzioni che adotterebbe un bambino. Che tutto sia mosso dal desiderio delle caramelle, che il potere si passi spostando un copricapo e che tutto poi si possa ripristinare come quando si chiude un gioco, questo è secondo me l’elemento più bello e sorprendente di questo libro in cui i protagonisti parlano la lingua dei loro lettori. Chi meglio di un bambino o di una bambina potrebbe comprendere le ragioni tanto di Anatrachecorre quanto di Baraonda e Gambadicuoio? Come in ogni gioco ci sono i ruoli e come in ogni gioco c’è un inizio, un apice con il rovesciamento dei ruoli o almeno la messa in discussione degli stessi, ed una fine che ripristina l’orine iniziale con i dovuti cambiamenti legati al passare del tempo e della storia tra il prima e il dopo.

In tutto questo Fifofus sembra “funzionare” al contrario: lui è un cucciolo ma è quello con l’atteggiamento più simile a quello di un umano adulto, risolve la situazione e ottiene ciò che cerca, impara persino a tenersi in piedi su due zampe per non bagnarsi la pancia!

Prima di addormentarsi, Fifofus disse felice a se stesso: “Quando domani mattina incontrerò mamma e papà non avrò la pancia bagnata.”

L’altro elemento molto interessante del libro riguarda secondo me l’aspetto cromatico: i colori quasi fluo, pochi e decisamente intensi, giocati tra un giallo intenso, il fucsia il nero e il bianco e poi a pagine alterne scompaiono per lasciare il posto al solo bianco e nero. Molti ma molti decenni fa, questo libro è del 1953, accadeva spesso che per risparmiare i costi di stampa a colori si alternassero pagine a colori e pagine in bianco e nero e ho apprezzato e trovato corretta la scelta della casa editrice di riproporre il libro come in originale con questa alternanza tra colore e bianco e nero che può darci più di qualche spunto. Possiamo sentire le opinioni più varie dei piccoli e giovani lettori che cercano e trovano una ratio all’alternarsi delle pagine, possiamo cogliere l’occasione per raccontare un po’ di storia o ancora per riflettere su quanto influisce sulla lettura la presenza o meno e l’uso del colore.

Di spunti Fifofus ne dà tanti e aspetto il secondo libro dell’autore che Besa Muci pubblicherà a fine maggio, ma spero soprattutto che Fifofus catturi anche la vostra di attenzione e che ve lo godiate come ci si gode l’ultima caramella al mou.

Teste fiorite Consenso ai cookie con Real Cookie Banner