Siamo noi la storia
Questo post è scritto da Chiara Costantini che cura la rubrica “Un libro in cartella” ogni due giovedì.
“Siamo noi la storia”
Età: dai 7 anni
Pagine: 94
Formato: 30.5 x 30.5
Anno: 2015
Editore: Babalibri
Autore: Yvan Pommaux, Christophe Ylla-Somers
Illustratore: Yvan Pommaux
Oggi in cartella un albo illustrato che ho già portato a scuola lo scorso anno: “Siamo noi la storia”
Entro in classe e vedono il libro.
“Chiara che libro hai portato oggi?”
“Ah… di nuovo quello?”
“È perché non l’avevamo finito l’anno scorso?!?”
“È vero… ci leggi fino a dove siamo arrivati in storia quest’anno?”
“Siamo noi la storia” è un albo che ha il pregio di poter esser letto e riletto, anche a distanza di tempo, per intero o a piccole parti. Un albo che funge da fil rouge durante il secondo ciclo della scuola primaria, a partire dalla classe terza e può accompagnare i bambini addentrandosi trasversalmente nella storia, intesa, non solo come materia, ma anche come vita vissuta e da vivere.
Può un libro svolgere una funzione di continuità orizzontale e verticale?
La funzione principe di ogni libro, a mio avviso, è quella di incontrare il lettore attraverso la lettura. La buona lettura. Una lettura gratuita, senza secondi fini. Credo anche però che ciascun libro possa offrire implicitamente altre opportunità.
Il libro può essere uno strumento, ma non deve esser strumentalizzato. Il libro è quindi il punto di partenza, mai l’arrivo. Esso offre infinite possibilità e molteplici interpretazioni. In alcuni casi può fungere da ponte, accompagnare, introdurre, approfondire.
Mi spiego meglio.
Non scelgo il libro in base al tema, ma, nel momento in cui tratto quel determinato argomento, mi ricordo di quel libro particolare e, grazie ad una connessione, ne propongo la lettura in classe, ad alta voce. Una lettura di questo tipo può fornire, alla classe e al singolo, un valore aggiunto. È possibile, così, proporre una didattica capace di valorizzare la motivazione ad apprendere e il benessere di chi apprende, oltrepassando il cliché dello studio inteso come dovere. Mi piace pensare che la scuola possa insegnare la Storia mettendo gli alunni in condizione di aver voglia di imparare. Imparare ad imparare è una competenza fondamentale più dell’abilità di studiare. Riuscire a offrire gli strumenti per farlo è una sfida che mi stuzzica.
Gli elementi di continuità svolgono un ruolo importante per i bambini (e non solo). Offrono sicurezza, ma al contempo possono fungere da trampolino di lancio per introdurre delle novità.
È fondamentale evidenziare gli elementi cardine che permettono di collocare le varie civiltà nella linea del tempo. La collocazione geografica (spesso in posizione favorevole vicino a corsi d’acqua), le attività principali, l’organizzazione sociale, la religione, la scrittura.
Prendo il libro e inizio a leggere.
Il brusio si fa silenzio.
Apro il libro.
Il Nilo, via navigabile di commercio
e di scambi, irriga anche tutta
l’agricoltura egiziana.
Per il nostro fiume, dono degli dèi,
costruiamo le imbarcazioni più belle.
I sacerdoti, numerosi e ricchi, celebrano la potenza del faraone,
dicono che è mandato dagli dèi e sovrintendono alla costruzione
di giganteschi monumenti dedicati alla sua gloria.
I funerali di un faraone danno luogo a imponenti processioni.
Il corpo del re viene imbalsamato.
Dal momento che la vera vita inizia dopo
la morte, il corpo deve essere conservato
intatto, poiché è “la casa dell’anima”.
Questa pratica per la ricerca di immortalità,
esercitata da specialisti, fa progredire
la medicina e la chirurgia.
La grande maggioranza della popolazione non
può concedersi il lusso di un’imbalsamazione.
Dalla lettura scaturiscono domande, considerazioni e proposte…
“Chiara faremo anche un laboratorio?”
“E un gioco? Tipo una caccia al tesoro?”
“E la verifica alla fine? Risposte aperte o chiuse?”
Li rassicuro: “Faremo tutto!”
“Chiara, Io sono stato al Museo Egizio a Torino qualche anno fa”
“Io ho già letto il paragrafo della pesatura dell’anima sul libro, se volete poi ve lo racconto”
“Io ho visto un documentario che parlava proprio di questo”
“Maestra i miei nonni quando sono andati al Museo Egizio del Cairo mi hanno portato un sacco di cartoline… potrei portarle per mostrarle ai compagni?”
“In “Storie della Buonanotte per Bambine Ribelli” si parla di due donne egizie… potrei leggervi la loro storia, una è la prima donna faraone ma ha un nome che non ricordo e l’altra è Cleopatra”
[Adoro quando fanno connessioni e quando sono loro stessi promotori. L’apprendimento risulta più coinvolgente ed efficace, per tutti!]“Chiara potremo andare in gita al Cairo”
[Adoro anche queste proposte irrealizzabili, ma per loro fattibilissime.]“Storia è la mia materia preferita, lo sai vero Chiara?!? Sì lo sai…, lo so, te lo dico sempre”
[Fa tutto lui! Pensa, parla, ride e se ne va. Però, penso io, è forte che qualcuno si entusiasmi più per una materia che per un’altra. È il bello di esser tutti diversi]
“Hatshepsut! Ecco il nome che non mi veniva. Chiara, guarda, l’ho trovata anche nel libro “Siamo noi la storia” . Alla fine ci sono tipo tutte le celebrità della storia e c’è anche Hatsheput, la prima donna faraone”
E dopo la lettura dell’albo…
la nostra lezione di storia è proseguita con:
– una lezione di storia in CLIL (Content and Language Integrated Learning): “Una notte al museo”
– una caccia al tesoro per recuperare reperti preziosi
– la trascrizione di complicatissimi geroglifici
– la realizzazione di segnalibri in “fac-simil” papiro
“Bello far storia così!”
Eh già. Mi trova perfettamente d’accordo perché…