Abbracci
Questo post è scritto da Chiara Costantini che cura la rubrica “Un libro in cartella” ogni due giovedì.
“Abbracci”
Età: dai 4 anni
Pagine: 136
Formato: 27 x 27
Anno: 2014
Editore: EGA-Edizioni Gruppo Abele
Autore: Jimmy Liao
Oggi in cartella un albo illustrato che assomiglia molto ad un vero e proprio catalogo.


“Abbracci”
In questo libro tutto sembra casuale, ma, pagina dopo pagina, dalla storia ai dettagli nelle illustrazioni ci si accorge che nulla, proprio nulla, è lasciato al caso.
Ad esempio i risguardi che aprono e chiudono. I colori di sfondo della copertina di apertura richiamano i risguardi di chiusura e viceversa, la copertina di chiusura quelli di apertura. Una sorta di chiasma dell’illustrazione, dai colori pastello. Verde e rosa, due colori tenui, leggeri, non invadenti che offrono al lettore, la tacita possibilità di accostarsi al libro, come un catalogo da sfogliare e sul quale soffermarsi se qualcosa attira la propria attenzione: un abbraccio particolare, un abbraccio originale o magari un abbraccio avvolgente. Insomma, con gentilezza invita ad entrare nella storia. Una storia che è storia nella storia. Un libro… nel libro. Una sorta di metanarrazione.
Il filo narrativo accompagna il lettore per mano, invitandolo, fin dalle prime pagine, ad essere protagonista attivo. Infatti inizia con una domanda a bruciapelo:
“Quanto tempo è passato dall’ultimo abbraccio che hai ricevuto?”

Con una domanda del genere si è subito catapultati nella propria sfera affettiva personale. Ci si imbatte in una carrellata di immagini alla moviola che come in un film ti fanno rivivere le scene degli ultimi abbracci ricevuti. Da qui inevitabilmente il pensiero entra in azione, comincia a navigare nel presente e nel passato e a… scavare. Abbracci belli, abbracci brutti. Abbracci frivoli, abbracci significativi. Abbracci veri, abbracci falsi. Proprio come accade al protagonista di questo libro: il Leone dalla rossa criniera. Un tipo piuttosto deciso, colto e tutt’altro che mieloso.

Perché ho scelto questo libro?
Ne pregustavo la lettura da un po’. Durante questi due anni di pandemia, le misure di contenimento del virus ci hanno portato, oltre all’uso quotidiano di gel disinfettanti e mascherina, ad un distanziamento sociale forzato. Qualsiasi contatto bandito. Dalle carezze agli abbracci.
Se ciò in alcuni casi si è rivelato fondamentale per evitare i contagi (e per rivedere l’autenticità delle relazioni), in altri è stato davvero impegnativo.
Per i bambini e per le maestre abbracciare è un gesto naturale. Una sorta di bisogno innato e irrazionale. Ragion per cui controllarlo è stato davvero difficile e qualche volta cedere è stato umano.
Ebbene, a conclusione di questo periodo ho deciso di mettere in cartella “Abbracci” e di portarlo in classe per riavvicinarci e ritrovare il contatto.
Prima ancora di mostrare il libro in classe ho esordito così:
“Chi vuole un abbraccio?”
Bambini spiazzati.
È stato divertentissimo.
Sono abituati a sentirsi chiedere “Chi ha fatto i compiti?”, “Chi deve andare in bagno”, “Chi vuole raccontare cosa ha fatto…”, ma “Chi vuole un abbraccio?” davvero bizzarra come richiesta.
La mia alunna in ultima fila ha urlato “Ioooo…” facendo scattare in alto la mano, a seguire una compagna in prima fila. Poi… silenzio.
Un attimo di impasse e qualche timida mano ha cominciato ad alzarsi.
“Anch’io vorrei”
“Anche io, se possibile”
Prima uno, poi un altro, poi un altro ancora sono venuti a prendersi un abbraccio.
All’improvviso erano diventati timidi. Volevano… ma non volevano.
Qualcuno vedevo che avrebbe voluto, ma non riusciva a lasciarsi andare.

Subito dopo ho aperto lo zaino e preso il libro.
Lo mostro.
Leggo:
“Abbracci” di Jimmy Liao, edizioni Gruppo Abele.
“Ce lo leggi tutto?”
“Anche se è lungo?”
“Che bello…”
Così inizio a leggere.

Questa volta conto su di te!
Stai tranquillo fidati di me!
Illustrazione: Un bambino consegna un pacco alla cicogna.
Ma di solito le cicogne non consegnavano bambini??
Già, l’esordio promette bene.
Tutto ha inizio con una missione.
Questo bambino consegna un pacco da recapitare. Un pacco che contiene qualcosa di prezioso e permetterà al bambino di ritrovare questo qualcuno che sta cercando.
La trama non è chiara da subito, anzi.
Da come si presenta il racconto inizialmente sembra quasi infantile, poi in realtà si rivela molto più profondo e complesso.
Nella savana, accarezzata dalla brezza,
un solitario leone dalla rossa criniera
dormiva un sonno prima inquieto, poi profondo.
Segnava la primavera, l’estate, l’autunno…
All’improvviso, come per magia,
una scatola caduta dal cielo lo colpì sulla testa
e lo svegliò dal sogno d’inverno.
Cosa diavolo stava succedendo?
All’inizio si spaventò,
poi si infuriò e ruggì contro il cielo.
Arrabbiato, strappò con i denti la scatola rovinata,
da cui cadde un libro.

Questo l’incipit dell’albo.
Da qui la storia del leone dalla rossa criniera che sapeva leggere. Il leone comincia a leggere il libro intitolato “Abbracci” piovuto dal cielo. Inizialmente ne è nauseato per le parole e le immagini sdolcinate. Ma, allo stesso tempo, non riesce a interrompere la lettura. Così continua.
Prova disagio. Poi si sente confuso. Poi turbato. Poi attratto. Poi vulnerabile.

Da un iniziale rifiuto di trattare l’argomento, nel corso della storia si ravvede sino ad entrare nel libro come metafora per entrare dentro di sé, sino a ripercorrere a ritroso la strada che lo aveva portato ad allontanarsi dall’abbraccio autentico ricevuto e la certezza che per abbracciare bisogna essere almeno in due e che anche l’altro provava il medesimo sentimento. In questo modo si innesca la ricerca.

E la domanda finale:
Ti ricordi quanto tempo è passato dall’ultima volta che hai abbracciato qualcuno?
Qui il cerchio si chiude… come un abbraccio.
Il senso compiuto è nella gratuità di dare e ricevere con amore.

Commenti a caldo
“Bello”
“Lungo”
“Troppo?”
“Un po’ sì… in certi momenti ho fatto fatica a seguire”
“A me è sembrato più da bambini piccoli…”
“Mi è piaciuto perché c’erano le varie specie animali, però richiamavano anche ai comportamenti umani”
“A me sono piaciute le regole da applicare quando si abbraccia – [ride tra sé e continua] – io ne infrango qualcuna, soprattutto con mio fratello… non vi dico quale” [ridono tutti].

“A me è piaciuto perché è un libro sugli abbracci e a me piace tanto abbracciare. Ne scrivono pochi di libri su questo argomento ed è un peccato”
“A me non è piaciuto tanto… cioè è triste… la storia del leone e del bambino… mi dispiace”
“Ma se finisce bene…”
“Sì, ma tutto quello che ha passato… non so… sono triste”
“Per me troppo lungo”
“Oh, maestra, ho la maglia giusta per questa lettura!”

Attività di scrittura…
“Ora provate a pensare a cos’è per voi un abbraccio. All’ultimo abbraccio ricevuto. All’ultimo abbraccio dato. A quali sono i vostri abbracci preferiti. Infine se preferite abbracciare o essere abbracciati”.
Questa la scaletta sulla quale costruire il testo, rispettando la struttura di introduzione, svolgimento e conclusione.

Devo dire che son soddisfatta perché si sono presi i loro tempi per pensare e per scrivere, ma sono riusciti a farlo quasi tutti in maniera autonoma e alla fine il mio alunno “matematico” mi ha detto:
“Chiara, per essere «Italiano» sono proprio soddisfatto del lavoro che ho fatto!”.
L’abbraccio
Per qualcuno l’abbraccio è un luogo sicuro in cui rifugiarsi.
Per qualcuno l’abbraccio è quella cosa che ti sprona a dare il meglio di te, che ti dà la forza per affrontare una verifica, una partita, un periodo difficile. L’abbraccio dà coraggio, dimostra fiducia.
Per qualcuno ci sono almeno tre tipologie di abbraccio: uno quando si è felici, uno per quando si è tristi e uno per quando si è stanchi.
Per qualcuno è una manifestazione di affetto.
Per qualcun altro è un modo per salutare o ringraziare.
Per qualcuno l’abbraccio è una sorta di medicina magica, più efficace delle medicine tradizionali. Una medicina per il cuore e per la mente.
Per qualcuno l’abbraccio è tornare indietro nel tempo, tornare piccoli.
Per qualcuno l’abbraccio è come il carburante per le auto, dà la forza per andare avanti.
Per qualcuno l’abbraccio è quando la vita si scalda e senti il cuore della persona che ti abbraccia.
Per qualcuno l’abbraccio è l’antidoto per calmarsi quando è arrabbiato.
Per me un abbraccio è un luogo circondato da braccia, la parola stessa lo descrive, un luogo dove essere accolti, indipendentemente da come si è e da cosa si ha fatto, un luogo d’incontro, un luogo di pace.
Tra gli abbracci preferiti… in prima posizione quelli di mamma e papà.
Tra gli abbracci da evitare… quelli troppo stretti, di parenti lontani e dall’odore forte.
Infine c’è chi preferisce essere abbracciato perché la scelta non dipende da lui e chi preferisce abbracciare perché è il modo migliore per far capire a una persona che le vuoi bene. C’è chi non abbraccia quasi mai perché si vergogna, ma ama essere abbracciato perché si sente amato. C’è chi ama abbracciare ed essere abbracciato perché non può farne a meno.




Dalla scrittura all’illustrazione…
…prendendo spunto dal maestro e autore Jimmy Liao.




Di questo libro ho apprezzato la prefazione di Antonio Ferrara nella quale mi ritrovo. Definisce “Abbracci” non un libro, ma un catalogo, un campionario. Inizialmente credi si tratti di un libro per bambini poi man mano che ti addentri nella lettura ripensi a te stesso, ai tuoi di abbracci, a quelli dritti o a quelli storti, a quelli dati e a quelli non dati.
Non è un libro semplice da leggere ad alta voce ad un numero abbastanza elevato quale può essere una classe, per vari motivi. Innanzitutto è molto lungo. Poi in alcune pagine il testo è scritto in obliquo o troppo piccolo o al rovescio. L’ideale sarebbe leggere questo libro con un piccolo gruppo in modo da poter condividere narrazioni e immagini da vicino, cogliendone i particolari.
Ho dovuto predisporre una lettura fruibile in diverse modalità: per gli alunni presenti, per quelli in DDI (didattica digitale integrata, motivi di assenza legati al Covid), per quello in vacanza ma che non poteva certo perdersi questa lettura, per quella che non era riuscita a collegarsi e quindi aveva bisogno del video asincrono. Inoltre ho lasciato il libro a disposizione a lettura conclusa anche nei giorni seguenti.


La sorpresa?
Il mattino dopo…
“Chiara, ci dai anche oggi un bell’abbraccio?”
…e a quel punto han ceduto tutti. Ma proprio tutti! Anche i più restii…
ed è stato bellissimo… qualcuno ha avuto bisogno anche del bis!
