Andata e ritorno
Stamattina vi propongo un libro a figure particolarissimo, cinematografico, di quel cinema americano anni ’80 che tutti i nati prima del 2000 hanno nella memoria.
Questo libro è Andata e ritorno di Ann Jonas, traduzione di Federico Cenci edito da Cliquot.
Andata e ritorno è un viaggio, di andata e ritorno come svela il titolo senza tanti misteri, che prende letteralmente forma nel corso del libro: sfogliando il libro in un verso (sappiamo che è il verso “giusto” dell’inizio perché il titolo del frontespizio si legge diritto) facciamo il viaggio d’andata, sfogliandolo capovolto dalla fine verso l’inizio leggiamo il viaggio di ritorno.
La narrazione infatti procede per immagini in bianco e nero in cui potrete mettere alla prova la vostra percezione visiva: vi risulta più agevole la decifrazione del testo iconografico in bianco o in nero? La questione ve la risolve in parte il libro stesso perché nel momento in cui abbiamo un verso, che sia quello di andata o di ritorno è indifferente, il nostro cervello è portato a leggere dall’alto verso il basso quindi ci agevola la visione di ciò che l’autrice ci vuole far vedere in quel momento pur sapendo che quella stessa pagina conserva in sé anche un’illustrazione completamente diversa, complementare dal punto di vista del contrasto tra il bianco e il nero.
Il testo segue l’andamento del viaggio e si trova sempre in basso della pagina sia quando leggiamo in verso che quando andiamo nell’altro, quindi ogni pagina ha due testi ma quello sul margine in alto non attira la vista me tre stiamo leggendo il testo di sotto.
Nell’esempio della doppia pagina seguente ideiamo il cinema nella lettura di andata e…
Il ristorante nella lettura di ritorno.
Questo gioco di vista e di movimento del libro attira e incuriosisce tantissimo il lettore, credo che questo libro sia adatto anche a bambini dai 3-4 anni in su che ci si perderanno dentro nel gioco del girare il libro a cercare l’immagine. Insieme all’immagine però cerchiamo anche la storia semplicissima, pulitissima e perfetta per questo albo che sa di dover lasciare più spazio alle immagini che al testo ma al tempo stesso sa anche di dover dare coerenza e forza alle immagini che si susseguono. Sarà venuto prima questo viaggio tra periferia e grande città o le illustrazioni che si costruiscono giocando tra il positivo e il negativo dell’immagine?
Chissà, ogni lettore si farà la propria idea a riguardo, quello che vi resta tra le mani è un libro con cui viaggiare e da leggere e rileggere per scoprire se siete più lettori di andata o di ritorno, se vi attira di più il buio o la luce, il bianco o il nero.
Buon divertimento!
p.s. Il libro vinse il premio come miglior libro dell’anno nel 1983 quando uscì negli Stati Uniti, da noi arriva solo oggi portandosi dietro ancora intatta tutta la forza di un’esperienza visiva