Il tesoro di Tricorno
Volete una riprova di quanto poco bambini e bambine siano, o anche solo si sentano, talvolta del tutto inascoltati e ignorati?
Volete un libro che vi farà sorridere facendo felici i giovani lettori e lasciando l’amaro in bocca agli adulti?
No, di solito noi adulti questi libro non li vogliamo molto, anzi, se non ci fossero staremmo anche meglio, nessuno che ci mette in scacco pubblicamente davanti ai nostri bambini e bambine…
E invece Tricorno è qui, fortunatamente, finalmente!
Il tesoro di Tricorno è la seconda avventura di questo straordinario personaggio che nasce dalla meravigliosa penna di Florence Parry Heide (che di storie disdicevoli è maestra indiscussa) ed è illustrato da Edward Gorey, edito da Bompiani.
Tricorno è un bambino di una evidentemente agiata famiglia, la mamma sta sempre in casa a pensare come renderla più alla moda possibile e come assecondare il marito che lavora e porta i soldi a casa per tutti, e ne porta evidentemente parecchi; il papà è un uomo che lavora, sta più fuori casa che dentro, quando c’è cerca di rivolgere con gentilezza qualche parola alla moglie magari ricordandole di stare un pochino al proprio posto senza sperperare troppo; e poi c’è lui, Tricorno, il bambino di cui nessuno sembra accorgersi.
Se nel primo meraviglioso Tricorno si restringe – che avevo recensito nella versione originale inglese nell’annaffiatoio di marzo 2020 – Tricorno, appunto, si restringe, cambia dimensione e nessuno dei due genitori e nemmeno degli insegnanti si accorge di niente, in questo caso a Tricorno di incredibile accade di trovare soldi che crescono sull’albero in giardino come foglie, riporta con grande calma la notizia a tutti – la mamma, il papà, l’imbianchino che sta dando il colore che va di moda alla cucina, la zia, la guardarobiera del ristorante ecc. – ma nessuno gli bada minimamente, la madre e il padre non lo sentono proprio, come se lui non esistesse, Tricorno parla e loro la maggior parte delle volte non rispondono. Il padre addirittura l’unica volta che sembra fare un discorso più lungo di una frase fatta pensa di rivolgersi alla moglie e non si accorge che invece stava parlando “solo” con suo figlio.
Ma Tricorno è un bambino che sa il fatto suo e che, come tutti i bambini che capiscono che se la devono cavare da soli, se la cava da solo.
Più lui chiede al papà la paghetta che gli spetta per comprarsi gli adorati fumetti, più il papà risponde che i soldi non crescono sugli alberi e gli consegna un intero dollaro da non spendere ma da mettere da parte per risparmiare (“i soldi non crescono sugli alberi”, “non è mai troppo presto per risparmiare” e via di frasi fatte), e più Tricorno obbedisce al padre così da non sentirlo più e continua a raccogliere dollari dall’albero, ben 26, e si compra tanti fumetti nuovi, 8 barrette di cioccolato (che lo salveranno dalla fame la sera che andrà al ristornate con la mamma e questa non si accorgerà nemmeno che non ha ordinato per il figlio e che lui non ha mangiato) e tante gomme da masticare.
Ma vi assicuro che nessun racconto piò darvi nemmeno lontanamente il senso di questa lettura che vi lascerà sconcertati e divertiti e piacerà moltissimo ai bambini e alle bambine così come tutte le narrazioni che mettono in scacco le inabilità degli adulti nei confronti dell’infanzia.
Le illustrazioni di Gorey accompagnano la narrazione dando forma di volta in volta alla realtà di Tricorno e alla sua immaginazione, vediamo passaggi dei suoi amati fumetti che si intersecano a elementi di vita reale, d’altra parte per Tricorno i fumetti sono indubbiamente più reali e appaganti della sua vita familiare, è un bene che ci siano e che permettano a Tricorno di evadere nel loro mondo, non trovate?
Adoro Florence Parry Heide, sono gratissima a Sergio Ruzzier per avermi fatto incontrare questa scrittrice che non mollo più e di cui finalmente cominciano ad arrivare i libri anche in Italia, voi la conoscete?
Tricorno è un’occasione imperdibile per fare la sua conoscenza!
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