Il segreto della Hudson Queen

Ve la ricordate la meravigliosa Sally Jones, la gorilla protagonista de La scimmia dell’assassino e de Le avventure di Sally Jones?

Beh Sally Jones è tornata in un nuovo bellissimo romanzo se possibile ancora più avventuroso del precedente: sto parlando de Il segreto della Hudson Queen di Jacob Wegelius con la traduzione di Laura Cangemi edito da Iperborea.

Mi ha chiesto di scrivere tutto quello che so dell’uomo che chiamavano Shetland Jack, e lo farò. Le parlerò della sua difficile vita. E le racconterò la terribile verità sulla sua morte violenta.

Ma la storia di Shetland Jack non si è conclusa con la sua morte: la sua storia è diventata parte della mia. Devo scrivere anche di questo, per quanto mi sia penoso. Molto di quello che mi è successo nel corso dell’ultimo anno vorrei soltanto dimenticarlo.

Così si apre il racconto di Sally Janet che ancora una volta è lei stessa in prima persona a raccontare, anzi a scrivere, per rendere chiaro quello che lei a parole non può esprimere. Si perché l’unica cosa che Sally Jones non sa fare è parlare, per il resto dal gestire alla perfezione una barca a vapore, al restaurare strumenti antichi, allo scrivere romanzi eccezionali con la macchina da scrivere Sally sa fare proprio tutto. Attorno alla gorilla più eccezionale che ci sia ruotano una miriade di piccoli personaggi umani, alcuni fondamentali come il Capo, alias il comandante di vascello Enry Koksela (che nel romanzo precedente Sally aveva scagionato dall’accusa di omicidio); Ana Molina virtuosa cantante di Fado che si prende cura di Sally anche quando lei non c’è; il signor Fidardo che le ha insegnato l’arte del restauro degli strumenti musicali. Questi sono i personaggi che tornano dal romanzo precedente e che centrano una parte della narrazione sulla città di Lisbona che, scopriremo alla fine di questo racconto, Sally e il Capo eleggeranno a città di origine e ritorno per ogni loro nuovo viaggio.

Tutti gli altri personaggi sono nuovi, ruotano attorno alla storia della collana di perle preziosissima che viene ritrovata all’interno del timone della Hudson Queen e che fa partire Sally e Koksela alla ricerca della legittima proprietaria scoperchiando una storia lunga decenni e un vaso di Pandora di guai sufficiente per una vita intera. Sally è maestra nell’attirare suo malgrado le situazioni più estreme e incredibili, questa volta finirà nelle mani di una banda di malviventi di Glasgow…, ma altrettanto incredibilmente è sempre protetta da una specie di fato buono che nei momenti peggiori volge la situazione verso il bene quanto meno per la sua salvezza. “Aiutati che il ciel t’aiuta” ,si dice, e questo mi pare proprio il motto di Sally che se la cava sempre, in qualche modo, e che per buona parte della narrazione se la deve cavare proprio da sola perché qui, come nel precedente La scimmia dell’assassino, resterà sola a gestire una valanga di guai di varia natura e origine. Tante sono le persone che la avversano, meno ma decisamente con un potere salvifico le persone che invece si prendono a cuore le sorti di questa scimmia straordinaria.

La trama, anzi l’intreccio di questa storia è tale e tanto che non mi sogno minimamente di provare a riassumerlo, però se proviamo ad analizzare velocemente il romanzo possiamo notare innanzitutto una somiglianza esplicita con il primo nella struttura che viene data alla narrazione: la divisione in più parti che di fatto corrispondono alla scansione spaziale delle vicende di Sally Jones. Ogni parte corrisponde ad un’ambientazione nella vicenda narrata che per lo più ha un andamento cronologico lineare salvo piccoli flashback che però vengono narrati come parti interne di narrazioni di personaggi.

Se dovessi dire qual è il punto di forza narrativo più forte della scrittura di Wegelius che è mirabilissima, forse direi la gestione del ritmo narrativo che messo insieme allo spazio della narrazione e alla costruzione dell’intreccio dà alla scrittura un respiro ampio e mai sazio. I capitoli sono gestiti in modo da lasciarci sempre sospesi al loro concludersi così da sentire la necessità di proseguire subito con il successivo. La capacità di divagare per aumentare lo spazio di lettura e far crescere l’attesa del lettore è incredibile. Wegelius, per mano di Sally, è proprio un narratore nato. Certo ha costruito un personaggio meraviglioso come Sally Jones ma la cura degli altri personaggi non mi pare sia altrettanto perfetta, si tratta spesso di creature dalle sfaccettature definite solo per quanto può essere utile alla narrazione non di persone viventi a tutto tondo. Solo Sally sembra esserlo davvero e forse insieme a lei Koksela Ana Molina e il signor Fidardo la cui psicologia nel corso dei due romanzi impariamo a conoscere, tutti gli altri ruotano intorno a Sally e di loro sappiamo solo ciò che è necessario all’evoluzione della narrazione.

Se state cercando un romanzo magistrale, che contenga in sé l’avventura, il viaggio, il giallo e una scrittura perfetta Il segreto della Hudson Queen è esattamente quello che stavate aspettando, potreste leggerlo anche senza aver letto il precedente, le due storie non sono così concatenate da rendere incomprensibile la lettura però sarebbe un vero peccato non leggere anche La scimmia dell’assassino quindi: se avete già letto il primo romanzo buttateti a pesce su questo secondo, se invece volete partire da qui benissimo, poi andrete di corsa a ricercare la prima storia raccontata da Sally che ormai da due anni è la nostra compagna preferita delle letture estive e chissà che Wegelius non ci regali una nuova avventura raccontata dalla gorilla mariana Sally Jones!

p.s. In tutto questo non deve passare inosservata la bellezza dell’edizione Iperborea accompagnata dalle illustrazioni dello stesso Wegelius.

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