Paolino
Conoscete il musicista Paolo Fresu e la straordinaria storia di Berchidda?
Non vi preoccupate, ci penserà il chiarrista Reno Brandoni a raccontarvi la storia di Paolino… questa è una storia vera raccontata per testo, immagini e musica in un bel libro edito da Curci nella collana Le leggende della musica.
Il libro che vi racconto oggi è dunque un libro che potremmo definire di divulgazione e potremmo anche farlo rientrare nel gruppo di quei libri che raccontano la biografia di qualcuno. Ma è innanzitutto un libro che racconta una bella storia…vera.

Questa è la storia di Paolo Fresu nato e cresciuto a Berchidda, un paesino dell’entroterra sardo, insieme al suo papà pastore che attraverso l’incontro con i suoni della natura avvicina Paolino alla musica e alla tromba. Paolo Fresu non solo diventerà uno dei trombettisti più famosi al mondo ma riuscirà a creare proprio lì, a Berchidda, dal padre che non si sposta mai da quella terra, un incredibile festival jazz dove ogni estate da molti anni si esibiscono musicisti di livello internazionale.

La storia del piccolo Paolo è una storia circolare che si chiude con un altro piccolo, questa volta è il figlio di Paolo, a dare il senso della circolarità della vita ma anche di un passaggio di passione, la centralità della musica che segna la vita e che passa di padre in figlio e poco importa, davvero, che l’origine sia un padre pastore perché questa è musica che nasce in qualche modo dalla natura, dalla terra, dai suoi suoni.
Il libro è accompagnato pagina per pagina, come è solita fare Curci rendendo ancora più interessanti le sue proposte editoriali, da brani musicali che possiamo ascoltare mentre leggiamo, ad ogni pagina un brano e non si tratta di brani di Fresu, no no si tratta di brani di Brandoni, cioè dell’autore di questo libro, in duetto con la tromba di Fresu.

Bello! Bello da ascoltare e da lasciare che suggestioni liberamente la fantasia sonora non di chi è interessato alla musica e magari alla tromba nello specifico. Questi sono libri per tutti che anzi sarebbe bello che incontrassero proprio i lettori e le lettrici che sembrano gravitare da tutt’altre parti e chissà che quella musica e quella storia non crei una prospettiva diversa. Dopotutto le storie servono a immaginare vite, oltre che, come in questo caso, a raccontarle!