Voglio il mio cappello
Gli imperdibili di teste fiorite
Esistono dei libri, in questo caso dei libri a figure, imperdibili?
Ebbene sì, ne esistono, e quelli che vi propongo nella serie di post chiamati “Gli imperdibili”
sono proprio i 10 albi illustrati imperdibili secondo teste fiorite!
Attenzione: tra questi 10 non troverete i “classici” perché la selezione è stata operata tra opere più contemporanee.
Chi mi conosce sa che cito questo libro anche a sproposito pur di tirarmelo sempre dietro ed averlo sempre tra le mani.
A Jon Klassen devo moltissimo, ma innanzitutto gli devo la scoperta di un modo straordinario di fare letteratura che non avevo mai incontrato prima.
E’ per questo che tra gli imperdibili di teste fiorite non poteva mancare un suo libro e per quanto la scelta sia stata ardua alla fine si è imposto Voglio il mio cappello per la sua raffinatissima semplicità che lo rendo un libro, oltre che esilarante, perfetto per comprendere cos’è o ritmo narrativo, come funzionano il testo e l’immagine dei libri a figure, le possibilità pressoché infinite della letteratura ecc .ecc.
La storia si racconta in 2 righe e ma è come si svolge che rende questo libro un gioiellino: questa è la storia di un orso che ha perso il suo cappello e chiede a tutti gli animali che incontra se l’abbiano visto. Ad un certo punto tra gli animali che incontra ce n’è uno con il suo cappello ma lui non se ne rende subito conto ma tornerà a chiedere ragione del furto quando capirà di aver visto il suo cappello in testa ad un altro animale.
Ora però vediamo come tutto questo accade perché Klassen ha uno stile inconfondibile centrato sulla pulizia estrema della tavola ed anche del segno. Come lui stesso dichiara in un’intervista cerca di creare illustrazioni che siano immediatamente intellegibili anche a bambini piccoli e che i lettori possano pensare di saper rifare.
Il libro è costruito fino a metà libro seguendo il ritmo dato da una pagina con testo sempre quasi identico (le varianti minime di questo creano il movimento e alimentano l’attesa di ciò che sta per accadere) e la pagina affianco con l’orso nell’atto di domandare ad un’animale se ha visto il suo cappello.
Questo ritmo va avanti anche quando di fatto l’orso incontra l’animale che ha in testa il suo cappello, sia il testo che l’illustrazione ci segnalano che l’attenzione va alzata usando il rosso, e muta solo quando l’orso incontra un animale, il cervo, che gli chiede come sia fatto il suo cappello (domanda banale che non era venuta in mente a nessuno sino a quel momento) ed è lì che orso descrivendo come è fatto il suo cappello, rosso a punta, si ricorda di aver visto il suo cappello.
Il ritmo cambia, le tavole diventa doppie, il testo scompare tenendoci col fiato sospeso, orso torna indietro e…
Ovviamente non vi dico come va a finire!
Quello che mi stupisce di questo libro ad ogni lettura, è perfetto per una lettura ad alta voce anche per un pubblico abbastanza ampio, è la perfezione assoluta del meccanismo narrativo. Una semplicità disarmante, l’attenzione ad ogni dettaglio, l’essenzialità assoluta dell’immagine tutto costruito per creare un effetto sorpresa e di divertimento dirompente come Klassen sa fare come pochissimi altri.
Il tutto secondo me doppiamente di valore perché giocato sul registro dell’ironia e della comicità, una macchina perfetta costruita per far ridere i bambini, ma che si può chiedere di più da un libro perfetto?