Chi ben comincia… progetti e percorsi inclusivi di accoglienza con i libri

Questo post è scritto da Lucia Schiralli che cura la rubrica “compagni di classe” in uscita a giovedì alterni

Ciao a tutti e bentrovati,

eccoci nuovamente insieme! Come probabilmente già sapete, la mia rubrica è diventata mensile e si arricchirà di consigli utili (spero) per una lettura più inclusiva, che possa tener conto delle esigenze di tutti i ragazzi e delle richieste dei docenti. In ogni articolo cercherò di suggerire modalità e strumenti per la realizzazione di attività e progetti che tutti noi viviamo durante l’anno scolastico.

Iniziamo con l’accoglienza.

Questo progetto, che ogni anno si impone con assoluta urgenza, non deve necessariamente esaurirsi nella prima settimana di scuola, ma può continuare, mi riferisco principalmente alle prime medie, anche per tutto il mese di ottobre e oltre, specialmente se inserito all’interno di un percorso di educazione alla lettura. Nella mia scuola, ad esempio, per le prime classi di secondaria di primo grado, l’educazione alla lettura, declinata per competenze, prevede che le attività del progetto (a piccoli passi nel mondo dei libri) si spalmino addirittura nei primi mesi di scuola.

Quest’anno abbiamo iniziato dagli albi senza parole, per dare a tutti la possibilità di sfogliare e leggere un libro. Il wordless book è più inclusivo e permette un approccio più autonomo e immediato, anche se, come tutti sappiamo, ci sono diversi livelli di lettura di uno stesso testo. Abbiamo iniziato dall’Onda di Suzy Lee edito da Corraini, per salutare l’estate e per cercare di legare le esperienza dei nostri alunni o i loro ricordi, alla vicenda della bimba sulla spiaggia. Siamo partiti dai risguardi monocromi e ciascun docente in base alla propria classe, ha guidato la lettura dell’albo, partendo dai protagonisti (la bimba e i gabbiani) e dal loro rapporto con il mare (colorato). Ci siamo soffermati sulla piega del libro che, che, come spiega la stessa autrice in La trilogia del limite, segna il confine fra il mondo della realtà e quello della fantasia. I ragazzi sono stati fantastici! L’illustrazione più apprezzata è stata quella in cui il braccio della protagonista viene tagliato a metà per simboleggiare il passaggio della soglia fra i due mondi. Come non  ricordare Alice che attraversa lo specchio!

In prima media poi, i giorni successivi, abbiamo letto Federico, di Leo Lionni edito da Babalibri, per creare il senso di comunità a partire dall’unicità di ciascuno. Mentre tutti i topi lavorano per accumulare scorte, Federico guarda i raggi del sole per rubarne il calore e raccoglie colori e parole per le lunghe e grigie giornate che verranno. Solo ad inverno inoltrato, tutti glia altri topini capiranno il valore di Federico e apprezzeranno  la sua personalità! Anche questo albo, che possiamo trovare in versione economica nella nuova collana di Babalibri, Babaum, è inclusivo e molto semplice da leggere. 

In seconda media abbiamo scelto Murdo, Il libro dei sogni impossibili” di Alex Cousseau, edito da Ippocampo. Questo coloratissimo volume invoglia a essere sfogliato e risfogliato, grazie alla grafica e al pratico formato. I sogni impossibili di uno yeti, ci hanno dato la possibilità di parlare e confrontarci sull’importanza dell’immaginazione e della fantasia per poter vivere meglio nella realtà. 

Ho sempre sognato di avere un superpotere. Ma non so quale. Se sei invisibile, non puoi giocare con gli amici. Se sei invincibile, non c’è più gusto a vincere. Se io fossi super – veloce, non potrei più passeggiare con le lumache. Viaggiare nel tempo mi allontanerebbe dal presente, in cui ci sono tutti i miei amici. L’idea di trasformarmi mi angoscia un po’. Alla fine sto bene così. Sono un supereroe senza superpoteri, e mi chiamano lo stesso super Murdo

Questa lettura ha dato avvio a un lungo confronto, in cui è emerso che solo i limiti, splendidamente propri di tutti gli esseri umani, ci danno la possibilità di sentire e provare emozioni che altrimenti ci sarebbero negate.

In terza media abbiamo letto una pagina tratta da Diario di scuola di Daniel Pennac edito da Feltrinelli

Insomma, andavo male a scuola. Ogni sera della mia infanzia tornavo a casa perseguitato dalla scuola. I miei voti sul diario dicevano la riprovazione dei miei maestri. Quando non ero l’ultimo della classe, ero il penultimo (Evviva!). Refrattario dapprima all’aritmetica, poi alla matematica, profondamente disortografico, poco incline alla memorizzazione delle date e alla localizzazione dei luoghi geografici, inadatto all’apprendimento delle lingue straniere, ritenuto pigro (lezioni non studiate, compiti non fatti), portavo a casa risultati pessimi che non erano riscattati né dalla musica, né dallo sport, né peraltro da nessuna attività parascolastica.

Partendo da qui, abbiamo discusso sulla scuola e sulle quotidiane difficoltà legate allo studio. Infine, nelle classi più motivate, abbiamo mostrato, già dai primi giorni, a titolo esemplificativo, come si potrebbe costruire  un possibile percorso d’esame, a partire dalla lettura di un libro. Il testo che abbiamo scelto è “Spoon River” dello scrittore statunitense E. Lee Master. Questa raccolta di poesie, pubblicata fra il 1914 e il 1915, sotto forma di epitaffi, si presta a una lettura veloce e immediata, in lingua originale e in italiano; vi sono anche molte edizioni con il testo a fronte. Dopo aver letto qualche componimento, abbiamo ascoltato l’intervista radiofonica al cantautore Fabrizio De Andrè, che spiega le ragioni legate alla composizione dell’album Non al danaro, non all’amore né al cielo, liberamente tratto dalla lettura del libro di Master. 

Non al denaro non all’amore né al cielo. Intervista a Fabrizio De Andrè (1971) – YouTube

La modalità dell’intervista radiofonica, dà spazio a possibili collegamenti con la tecnologia, mentre l’ascolto delle canzoni, può essere occasione di un lavoro con il docente di musica. Infine, l’anno di pubblicazione del libro, permette facili e immediati raccordi con l’arte, la storia e la geografia.

Anche questo percorso, grazie alla presenza importante della musica, può diventare davvero inclusivo. Si potrebbero ad esempio far disegnare i vari personaggi presenti nelle canzoni dell’album e partire di lì per presentare il libro. 

Vi saluto con una delle canzoni più belle dell’album che potete ascoltare qui.

Alla prossima!

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