Il colore del sole
Eccolo qui, l’ultimo romanzo di David Almond: Il colore del sole edito da Salani con la traduzione di Giuseppe Iacobaci.
Cosa succede quando esce un nuovo romanzo di un grandissimo autore come Almond?
Ci si butta a pesce e si prega che le aspettative non vengano deluse con la ragionevole certezza che, di fatto, non lo saranno.
E questo ho fatto io, mi ci sono buttata a pesce, ci ho sguazzato dentro 2 giorni e adesso riemergo per raccontarvelo.
L’intera narrazione è ambientata in un’unica giornata, dalla mattina alla sera, il protagonista indiscusso è Davie; i coprotagonisti sono Jimmy Killen, Zorro Craig, Wilf Pew e il padre (morto) di Davie; personaggi secondari tanti tutti significativi, ambientazione un paesino inglese che ha tutta l’aria di assomigliare a quello in cui è cresciuto l’autore; il narratore è onnisciente e altrimenti non sarebbe potuto essere date le caratteristiche di questa storia tra mondo reale e mondo ultraterreno.
Davie è un ragazzino che ha perso il padre da qualche settimana, ha una mamma molto in gamba che lo munisce di cibo e lo manda fuori di casa a cercare qualcosa da fare, Davie cammina cammina e inizia a incontrare in tempi e modi molto definiti ma impossibili da ricostruire in questa sede, moltissimi degli abitanti della sua piccola comunità, primo dei quali il “mezzo matto” Wilf Pew con una gamba sola, e poi il suo amico Gosh che gli rivela di aver trovato un morto, un morto ammazzato con un coltello, un ragazzino della famiglia Killen sicuramente ucciso da un coetaneo della famiglia rivale. Il morto è Jimmy Killen e l’assassino, nessuno a dubbi a riguardo, Zorro Craig. E’ così che Davie trova lo scopo della sua camminata apparentemente senza meta: trovare Zorro Craig per riportarlo alla giustizia, sicuramente, ma soprattutto per capire com’è che si fa a mettere fine ad una vita, lui che una vita l’ha vista morire da poco in casa. Il cammino di Davie è irto di incontri di ogni tipo, piacevoli o meno ma un incontro, oltre quello di Wilf Pew (e di un cane randagio…) muoverà in particolare il suo cammino: l’incontro con suo padre, presenza quasi fisica che appare accanto al figlio e gli parla nelle svolte cruciali della camminata di Davie, una salita della collina che sembra una salita al Calvario ma lieve in cui Davie incontra tutte le “poste” necessarie a ricordargli chi è, cosa ci sta a fare a questo mondo, chi sono le persone che ama, qual è il suo luogo del mondo e chi più ne ha più ne metta. Questa è una salita esistenzale verso una rivelazione, la rivelazione che ciò che appare non sempre è vero perché, come vi avverte l’incipit che vi consiglio di tenere bene a mente per tutta la narrazione:
E’ un giorno d’estate come tanti, quello in cui Jimmy Killen muore e poi ritorna in vita.
La trama e la costruzione di Il colore del sole sono complessi e articolati e io mi fermo qui nello svelarveli perché credo che il romanzo vada goduto in ogni parola e, è il caso di dirlo, in ogni apparizione.
Vorrei invece spendere due righe per constatare che se poco poco conoscete David Almond, avete già avuto la fortuna di imbattervi nella sua scrittura, in questo romanzo, in cui io ho sentito risuonare anche diverse note autobiografiche, ritroverete tutti i tratti caratteristici della poetica di questo autore straordinario tra i più grandi viventi per ragazzi e ragazze: il rapporto tra mondo reale e ultraterreno in primis. Non sovrannaturale o fantastico, quello che si incontra nei libri di Almond è il mondo dell’oltretomba in un rapporto tra vita e morte che si stringe sempre più fino a non far più scorgere bene la linea che separa chi è vivo da chi è morto. La componente religiosa, sempre fortissima e sempre mescolatissima con una visione pagana e con una messa in dubbio forte
Il cattolicesimo nel mio lavori su mescola con una forma di paganesimo e sciamanesimo, condivide la pagina col mito antico.
Oblò 6, David Almond, Hamelin
Il colore del sole, se volessimo semplificare in maniera vergognosa, è un romanzo di formazione sulla vita, sulle relazioni familiari e non, ma soprattutto è un romanzo sulla morte, un romanzo di una leggerezza anche ritmica e linguistica possibile solo a Almond. Ho letto questo libro in traduzione ma non è difficile immaginare dietro quella lingua musicale e armoniosa che è tanta parte della scrittura di questo autore attento ai suoni, autore di una narrativa linguisticamente poetica.
Una delle cose che ho provato a fare, a pensarci bene, è provare a accogliere questo senso di morte, in maniera che non fosse più così doloroso. […] Scrivendo romanzi capisci che le storie sono anche un modo di organizzare e dare ordine a sensazioni ed emozioni orribili. E penso che le storie siano un modo di contrastare la morte. Non sconfiggerla ma contrastarla, accogliendola e dandole forma.
Oblò 6, David Almond, Hamelin
Ecco, se prendiamo questa affermazione di Almond come un assunto sempre valido nella sua opera, ci accorgeremo che in Il colore del sole è come se esso venisse in toto incarnato dall’intero romanzo.
Un romanzo che in qualche modo diventa di per sé un rito di esorcizzazione di tutto ciò che di orribile ti può capitare nella vita e in particolare nella vita ad una certa età, lasciatevi incantare da questo rito pagano e religioso che è la scrittura di Almond e seguite Davie nella sua salita verso la verità, non credo ve ne pentirete!
Se volete approfondire la poetica di David Almond non posso che indicare il bellissimo Oblò a lui dedicato, il numero 6 a cura di Hamelin in cui troverete una magnifica e direi esaustiva intervista e tutta la bibliografia d’autore e critica in italiano e in lingua. Segnalo inoltre che nel mio piccolissimo ho dedicato un video mini monografico a questo autore straordinario tra i video per gli abbonati al canale youtube