Il mangiafiabe

Avete presente quei bellissimissimi volumi di raccolte di fiabe editi da Donzelli con la curatela di Bianca Lazzaro?

Ecco, proprio a quei volumi ora si aggiunge Il mangiafiabe dedicato alle fiabe italiane di cibi e magia, così recita il sottotitolo, accompagnato dalle illustrazioni di Lucia Scuderi, che vorrei raccontarvi e direi anche raccomandarvi oggi.

Il mangiafiabe è dunque una raccolta di fiabe italiane scovate dai repertori che nei secoli hanno riunito le centinaia di fiabe regionali provenienti dalla tradizione orale, Straparola e Pitrè in primis naturalmente, che abbiano come minimo comune denominatore il cibo. Ci sono fiabe in cui il cibo, o meglio la mancanza di cibo, è l’attivatore del motus dell’avventura, fiabe in cui il cibo è magico risolve la situazione, fiabe in cui il cibo dà nome ai protagonisti, fiabe in cui la magia la fa da padrona… insomma le casistiche che alimentano l’intreccio e la costruzione delle diverse fiabe sono varie e danno in qualche modo origine alle 18 sezioni de Il mangiafiabe per un totale di ben 110 fiabe.

Il cibo è un topos da sempre insito nella narrazione fiabesca, ancor più in quella di origine popolare. La fame si presenta come l’insidia più immediata, ed è proprio il bisogno di combatterla a indurre i personaggi all’avventura.

introduzione di Bianca Lazzaro

Tra di esse direi che appaiono più che compaiono, e ci sorprendono le 14 bellissime tavole di Lucia Scuderi pronte a farvi venire l’acquolina in bocca o ad inquietarvi alquanto come solo le fiabe sanno fare.

Da La cerva fatata che apre la raccolta a Rosmarina a Re Pepe a Il vecchio spilorcio che chiude bla raccolta sono sicura che scoprirete tantissime fiabe nuove, appartenenti ed appartenute alla cultura orale italiana ma perdutesi nel tempo o forse talvolta sopravvissute per lo più nei luoghi di origine a testimoniare ancora una volta, qualora ce ne fosse bisogno, la varietà di lingue e di culture anche che caratterizzavano penisola italiana nel passato e che oggi consentono una straordinaria varietà culturale nel nostro bel Paese.

Non è il caso qui di soffermarci sulle singole fiabe, spero andrete a scoprirle o a riscoprile una per una in questa raccolta, ma quello su cui invece voglio assolutamente fermarmi è l’operazione editoriale e culturale che c’è dietro questo tipo di libro: innanzitutto Il mangiafiabe è una raccolta che nasce da un lavoro critico e linguistico.

Critico perché basato su una selezione critica dell’enorme corpus di fiabe a disposizione e qui sta tutta la competenza della Lazzaro che da anni si destreggia incredibilmente tra questa quantità di testi spesso anche molto difformi per altro loro con un mescolarsi di origini e quindi di evoluzioni diverse tra oralità e scrittura.

Linguistico perché, come la Lazzaro scrive nell’introduzione le storie vengono “offerte qui ai lettori contemporanei in una traduzione italiana che tende a orecchiare le cadenze originarie”, un lavoro quindi di lingua che non è affatto né semplice né scontato, anzi, e se leggendo le fiabe ve le godrete così come sono, con la loro lingua meravigliosa, a tratti ricercata a tratti popolana, sappiate che questo è esattamente il frutto immagino sudatissimo di un lavoro di traduzione importante. La questione delle traduzioni nel tempo dell’italiano mi affascina moltissimo, avendo noi una lingua che è mutata nel tempo e nello spazio ma non la affronteremo qui, tuttavia mi pareva di primaria importanza sottolineare questo tipo di lavoro condotto ancora una volta dalla Lazzaro sulle fiabe.

Ultimo ma non ultimo impossibile non notare, per gli appassionati e gli studiosi innanzitutto, l’apparato critico del libro con le fonti, naturalmente, ma anche l’indice alfabetico dei titoli che agevola la consultazione e l’indice alfabetico dei cibi!

Chiuderò questo breve post con una delle chiuse più belle di queste fiabe in cui spesso si arriva ad una condensazione concettuale che unisce narrazione e realtà, o meglio le mette in contrapposizione recuperando anche un suono ritmico che viene dritto dritto dall’oralità a ricordarci che quando abbiamo a che fare con le fiabe abbiamo a che fare con un patrimonio difficile da “prendere”, che sfugge da ogni parte, anche linguisticamente, perché è vario e indefinibile tanto quanto la storia degli esseri umani in ogni luogo e tempo.

Loro rimasero felici e contenti

Noi siamo qua a sfregarci i denti.

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