Dib-Dib e gli indiani
Aspettavo di conoscere Dib-Dib, lo aspettavo da quando avevo incontrato Fifofus non molto tempo fa, e finalmente eccolo qui, ve lo presento se volete!
Dib-dib è l’anatra protagonista di Dib-dib e gli indiani di Norman Momens edito da Besa con la traduzione di Aldo Magagnino.
Dib-Dib vive con le altre anatre in Valle Sommersa sotto il regno di Wham il grande, mentre tutte le anatre sanno volare e nuotare velocissime ma proprio non sanno correre ed attirano così il riso e la burla da parte dei vicini indiani, Dib-dib si distingue anche per la corsa si guadagna così un uninvito alla festa di compleanno del Grande Capo Anatrachecorre… e non sfugga l’ironia che lega il nome del grande capo indiano e l’anatra che corre davvero Dib-dib.
Alla festa ritroveremo tutti i personaggi già incontrati in Fifofus tra cui lo stesso Fifofus ma il banchetto in onore del Grande Capo Anatrachecorre non andrà secondo i piani e Dib-din si troverà a risolvere la situazione e a salvare il tesoro nascosto come regalo nel budino fatto dagli indiani dando del filo da torcere, anzi delle strada da correre al cattivissimo Gambadicuoio.
Vi lascio godere la storia da soli quando avrete tra le mani il libro ma vorrei soffermarmi invece, come sempre, su alcuni aspetti propri di questa narrazione che a me ha convinto e divertito: credo innanzitutto che il punto di forza di queste storie di Mommens sia la costruzione dei personaggi o la costruzione di un’atmosfera in cui questi personaggi si muovono. Fifofus prima e Dib-dib adesso, così come tutti gli altri personaggi, sono costruiti come creature che assolvono ad un ruolo specifico, tutti coloro che si muovono in questo ambiente corrispondono ad un “tipo” di personaggio con una determinata funzione, quasi quasi a mo’ delle funzioni di Prop. Non ci sono psicologie complesse o situazioni articolate, i personaggi sono come delle figurine che si muovono all’interno di uno spazio che narrativamente sovrappone due elementi contrapposti e perfettamente armonizzati: il dato “realistico” per cui il mondo di Dib-dib, Fifofus e degli indiani corrisponde a delle logiche precise e ancora di più a delle dinamiche relazionali precise , tutto sembra assolutamente normale e consueto, pura realtà per i protagonisti. Allo stesso tempo però ci accorgiamo piano piano che quello in cui siamo entrati è un mondo-gioco, un mondo in cui accadono le cose e i personaggi si comportano come in un gioco, assolvendo ognuno ad una funzione e ricoprendo ognuno un ruolo. Questa è un storia da bambini, oltre che per i bambini, una storia che potrebbero aver inventato dei bambini e chissà che davvero non sia stato così nella storia e nella memoria dello scultore Mommens che tra le sue opere ha trovato spazio anche per la narrazione per testo e immagine di libri rivolti a bambini e bambine.
Insomma, dobbiamo essere pronti a giocare agli indiani per viaggiare con Dib-dib e Fifofus, indiani decisamente lontani dagli stereotipi a cui siamo abituati, indiani seri tanto quanto il gioco degli indiani può esser serio, volubili e mutevoli tanto quanto un gioco può esserlo. Per fortuna restano in entrambi i libri i due protagonisti, l’anatra e il giovane puma a rimanere “seri” e a comportarsi in modo da salvare la situazione. Come dire sui piccoli si può sempre contare, fare pieno affidamento perché quando è questione di fare sul serio non c’è nessuno migliore di loro per prendere sul serio qualcosa, un gioco innanzitutto!
Anche questo secondo libro di Moment riproduce l’alternanza di colori dell’edizione originale alternando tavole a lori con tavole in bianco e nero (vi rimando qui al video dedicato) e la trovo una cosa bellissima così come loro la palette di colori giallo-fucsia che caratterizza i due libri e che rimanda alla serigrafia anche se in realtà il libro, anzi i libri, furono stampati da Mommens negli anni 20 del ‘900 con un sistema di stampa fotolitografica che, per il suo aspetto, può far pensare alla serigrafia pur non essendolo.