I tre porcellini

Questo post è scritto da Chiara Costantini che cura la rubrica “Un libro in cartella” ogni due giovedì.

“I tre porcellini”

Età: dai 3 anni
Pagine: 16
Formato: 35,5,6 x 27cm
Anno: 2022
Editore: L’ippocampo
Autore: Melanie Baligand

Questa settimana in cartella un albo con gli effetti speciali.
Grande formato. Copertina cartonata. Sfondo blu notte e, in centro, una porta illuminata con… tre piccole figure in controluce.

Esattamente. Proprio loro. “I tre porcellini”!

“I tre porcellini” è uno tra i miei racconti fiabeschi preferiti. Ricordo che io e mio fratello ne avevamo una delle prime edizioni Disney: dei cartoncini bianchi, rettangolari, piegati a metà, rilegati con un semplice filo. Cosa non faceva, quel povero filo, per cercare di tenere insieme quei fogli, ma a forza di guardarli e rigirarli erano piuttosto provati. Ricordo che mio fratello conosceva la storia a memoria, parola per parola. Ricordo che a volte ce la raccontava mio papà e sapeva imitare verosimilmente i soffi da guinness dei primati del lupo e noi ci divertivamo. Ricordo quando guardavamo i cortometraggi della Disney e cantavamo insieme “Siam tre piccoli porcellìn…” prima di iniziare a litigare, da buoni fratelli.

Una volta cresciuta ho continuato a raccontare questa storia ai bambini dell’asilo nido e, alla scuola dell’infanzia, dove oltre ad essere una lettura prediletta, era uno tra i giochi più gettonati, insieme al “Lupo mangia-frutta”.

Durante la fiera del libro di Bologna di marzo scorso sono approdata allo stand de “L’Ippocampo” e, dopo aver acquistato “Cose Così Cose Cosà”, mi sono accorta di un angolino buio allestito dietro al bancone di esposizione. Una specie camera oscura filtrata da una tenda per potervi accedere. Mi sono addentrata e… meraviglia! “I tre Porcellini” narrati attraverso il teatro delle ombre che venivano proiettate sul soffitto.
Decisi di acquistarlo immediatamente!
Ahimè, non era possibile. Nemmeno tentando di corrompere i simpatici ragazzi dello stand a vendermi una delle copie in esposizione. Rassegnata, aspettai l’8 settembre, data in cui uscì ufficialmente in libreria.

Cartograficamente questo libro è un vero gioiello.

In ogni coppia di pagine, al centro, si erge un POP UP a forma di casa sul cui tetto sono intagliate le illustrazioni che narrano la storia. All’interno della casa va inserita la torcia (non in dotazione).
Giochi di luce e ombre creano un setting magico.

“I tre porcellini” – L’Ippocampo
https://www.ippocampoedizioni.it/libro/9788867226511

Fino a che età si possono leggere le fiabe?

Inizialmente ero scettica sul leggerlo ai miei alunni di classe quinta, forse un po’ troppo grandi per questa storia… In quinta i bambini hanno dieci anni. Il corpo di alcune bambine sta già cambiando. Si notano notevoli scatti di crescita e qualche primo sbalzo umorale. Non sono più bambini piccoli. Non sono ancora preadolescenti. Eppure stanno entrando in una delicata fase di sviluppo. A volte mettono in atto comportamenti infantili. Altre si atteggiano già da grandi. Hanno ancora voglia/bisogno di immaginare? Molti hanno già il cellulare e trascorrono buona parte del tempo libero fruendo video su YouTube, Tik Tok o giocando con i videogames, anche in rete.
Eppure, la fantasia è ciò che di più bello caratterizza l’infanzia e ciò che di essa va preservato, anche da grandi.
La fantasia non è cosa per tutti. Potenzialmente lo è. Di fatto solo pochi la preservano.
La lettura è uno dei modi privilegiati per farlo. Aiuta la mente ad esser grande, aperta, accogliente, pur rimanendo piccola nella sua profonda essenza.

E così ho pensato due cose:

  1. il potere delle storie non ha età
  2. da storia nasce storia

Ho accompagnato i miei alunni nell’unica aula di piccole dimensioni della scuola, l’unica con sole due finestre ed entrambe le tende oscuranti! Insomma, la stanza perfetta.

Siamo entrati e ci siamo seduti per terra, in cerchio.
Ho preso il libro, l’ho aperto ed è calato il silenzio.
Ho spento le luci, ho acceso la torcia e ho iniziato a leggere.

C’erano una volta
tre porcellini tanto contenti
di vivere con la loro mamma.

Ma un bel giorno lei disse:
“Miei cari, è ora di farvi la vostra casetta. Forza figlioli!

E mi raccomando: costruite muri robusti e al lupo non aprite mai la porta!”

La storia è la versione classica dei tre porcellini. Una versione conosciuta che si tramanda oralmente di generazione in generazione. Una versione che tranquillizza perché si conosce la fine. Il lieto fine.

Commenti a caldo

“Wow che bello!”
“Chiara, ti ricordi che anche in lock down ci avevi fatto i giochi di luce e i giochi d’ombra?”
“Chiara, non capisco mai bene la differenza… quella dei Tre Porcellini, è una fiaba o una favola?”
“Mia nonna me la raccontava sempre…”
“Io la racconto sempre ai miei fratelli più piccoli”

Quest’estate, durante la lunga e indispensabile pausa estiva, ho approfittato per rigenerarmi su tutti i fronti. Ho seguito numerosi corsi, tra cui uno riguardante la Fiaba tenuto da Luigi Dal Cin.
Interessante scavare a ritroso sino a scoprire l’origine della fiaba, il perché del suo schema narrativo, i punti di forza, l’incipit del “C’era una volta”, la conclusione “E vissero tutti felici e contenti”. La dimensione della rassicurazione e la sua possibile collocazione all’interno della nostra società liquida in continua mutazione. Inoltre, come la fiaba può cambiare? La fiaba ha un tempo (molto lontano), dei personaggi (chi), un luogo (ambientazione). Cosa accade variando questi elementi? Si può giocare. Si può inventare. Si può giocare a inventare per poi scrivere. Può essere divertente!

Minilesson

Giunti in classe quindi una breve minilesson co-costruita per ripassare il genere letterario, tra analogie e differenze. A seguire l’input per innescare altre possibili narrazioni fiabesche partendo da quella appena letta assieme. Ogni proposta scritta in un post it.

A seguire, il momento della scrittura.
Partendo dal presupposto che tutti hanno il diritto di sentirsi capaci e che la scrittura deve essere un momento di lavoro produttivo ma gradevole, ecco la proposta: riscrivere la stessa fiaba e di farlo in piccoli gruppi di lavoro.

Ecco le variabili individuate:

  1. i personaggi (I tre porcellini diventano tre…)
  2. l’ambientazione (cambia il luogo in cui si svolge la storia e di conseguenza chi abita quel luogo)
  3. lo scambio di ruoli tra protagonista/i e antagonista

Il titolo svolge un ruolo fondamentale perché fa capire la fiaba a cui si fa riferimento e ciò di cui parlerà la nuova storia.

Time-Tracker

Ho inserito un nuovo elemento che non avevo mai usato prima d’ora, almeno non in maniera così esplicita e tangibile. Grazie all’ultimo corso di WRW a cui ho partecipato, ho scoperto lo strumento del Time-tracker.
Ossia? Un semplice timer? Quasi.


Assomiglia a un piccolo semaforo e ha la funzione di conteggiare il tempo. Si può stabilire quanto tempo dare a disposizione (luce verde) per lo svolgimento di un compito; si può impostare un tempo di pre-conclusione del lavoro (luce arancione) e infine uno di conclusione definitiva (luce rossa). Un suono avvisa il passaggio dal tempo “verde” al tempo “arancione” e quando finisce l’intero tempo a disposizione, tempo “rosso”.
Incredibile quanto funziona!
Non ho mai visto i miei alunni lavorare così concentrati e, giunto il tempo della ricreazione, chiedere di poter continuare a lavorare.

Quasi tutti i gruppi sono riusciti a rispettare la consegna nel tempo a disposizione. Per scrivere hanno utilizzato il consueto schema, partendo dalla generazione di idee, procedendo con il “ragno” o “scaletta”, rispettando le parti del testo di introduzione, svolgimento e conclusione, definendo il CHI (personaggi), il QUANDO (tempo in cui si svolge la storia), il DOVE (luogo in cui si svolge la storia), il COSA (cosa accade). A seguire la “bozza” o “brutta copia” o “brutta bozza” e la relativa revisione. Infine la “bella copia” o testo definitivo.

In quanto “lavoro di gruppo”, nella fase iniziale un solo bambino ha scritto per tutti (scaletta e brutta copia). Per quanto riguardo il testo finale, invece, ognuno ha trascritto il proprio.

Conoscenze, abilità, competenze

Quali abilità hanno potenziato con questo lavoro? Molteplici! Hanno messo in atto attitudini di cooperazione e collaborazione. Hanno alimentato la propria capacità di immaginazione, stuzzicando la fantasia. Si sono confrontati con dei limiti, in questo caso il tempo a disposizione. Hanno allenato le proprie abilità di concentrazione.

Immancabile il momento di condivisione in gruppo classe

Ad ogni gruppo il suo momento. C’è chi si è diviso la lettura, chi i dialoghi, chi ha raccontato con particolare enfasi. Ogni gruppo ha ricevuto il suo applauso e i consigli da parte del resto della classe. Qualcuno aveva azzeccato i personaggi, ma non la costruzione delle case. Qualcun altro era stato impeccabile. Qualcun altro ancora si era fatto prendere un po’ troppo dall’ironia della narrazione andando un po’ fuori tema. Interessante in tutto ciò, l’aspetto metacognitivo sottinteso e come la valutazione possa tramutarsi in autovalutazione divenendo così inevitabilmente più efficace e libera dall’esito.

La cosa più bella?

Alla fine erano tutti contenti e soddisfatti del proprio lavoro.

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