La vigilia di Natale
E va bene, e che Natale sia, e il primo albo di ambientazione natalizia che non potevo non scegliere quest’anno è La vigilia di Natale di Clement C. Moore e William Wallance Denslow che Pulce ha quest’anno pubblicato riproducendo l’edizione originale del 1902 con la traduzione di Elisa Mazzoli.
La vigilia di Natale è in qualche modo il capostipite di tutti i libri su e con Babbo Natale protagonista e mette insieme due testi straordinari: la poesia di Moore che comparse per la prima volta in giornale nel lontanissimissimio 23 dicembre del 1823, sì avete proprio letto bene 1823, e le illustrazioni di Denslow che vennero accostate ai versi nel 1902, ovvero nella versione che Pulce ha scelto di riprodurre fedelmente inclusa l’introduzione dell’editore che vi consiglio caldamente di non tralasciare se poco poco vi incuriosisce quella che è forse la storia più controversa dopo quella di Gesù.

Dal punto di vista del lettore ingenuo bambino e bambina o adulto che sia di questo libro colpisce perché ci si trova tutto: l’attesa dei regali, l’incontro con Babbo Natale, le renne con i loro nomi che qui compaiono per la prima volta, la neve, il camino, persino il testo in rima che accompagna con una musicalità piacevolissima la lettura (e che in questa bella edizione Pulce è disponibile anche in audio usando il qrcode del colophon!).
Dal punto di vista invece del lettore che si lascia stupire da come funzionano i testi e da quello che cominciano con la forma tra le molte cose che colpiscono ve ne segnalo alcune che secondo me rendono ancora più speciale per noi oggi – nel 2022 quasi 2023 quindi a 200 anni dalla prima uscita della poesia e a 120 anni dalla prima edizione in albo illustrato – La vigilia di Natale. Innanzitutto la costruzione delle illustrazioni, uno stile che oggi sentiamo vintage, ricco di tradizione e calore ma sicuramente non datato in cui Babbo Natale non ancora influenzato da Coca Cola e dal perbenismo non è vestito di rosso e fuma la pipa! Non so a casa vostra ma a casa mia entrambe le cose hanno suscitato uno stupore degno di nota.

La costruzione delle tavole che portano avanti nella parte destra la narrazione in coordinazione e amplificazione del testo e che invece nella pagina sinistra con una impaginazione modernissima fanno intravedere momenti precedenti e successivi all’arrivo del grande vecchio che porta i regali la notte di Natale. La poesia poi quasi incredibilmente non è centrata sui protagonisti bambini anzi! Il protagonista narratore che si sveglia per il tintinnio delle renne e corre a vedere di che si tratti e accetta il tacito accordo con Babbo Natale di mantenere il segreto è il papà. Un adulto che si accorda con un altro adulto, alle spalle dei bambini, per sorprenderli nella notte più magica dell’anno (e scusate ma aggiungo solo tra parentesi che tutto questo sia come stile iconografico che come poetica mi rimanda con la mente a La cucina della notte di Sendak che ho recensito per un annaffiatoio pro qualche mese fa).

Insomma, quello che incontriamo ne La vigilia di Natale è un Babbo Natale genuino, genuinissimo, che nulla ha ancora, fortunatamente per lui, a che vedere con il consumismo della festa di Natale (p.s. se ancora di più volete approfondire la questione vi invito a buttare l’occhio al saggio di Walter Fochesato dedicato proprio a Babbo Natale edito da Le rane interlinea). Tanto genuino che nel testo originale del 1823, come spiega la bella nota alla traduzione italiana che chiude il volume, non compariva ancora come Father Christmas bensì come Saint Nicholas, nome intero di Saint Claus.

Interessantissima nella nota finale la suggestione dell’origine del mito delle renne di Babbo Natale che potrebbe avere una reminiscenza della mitologia greca di cui Moore era studioso, bello, molto bello e forse anche fondato, direi da approfondire! E non stupitevi se non riconoscerete i nomi delle renne, qui siamo prima di tutto ciò che normalmente conosciamo di Babbo Natale, ammesso che qualcosa davvero si possa sapere di lui, qui siamo alle origini di una leggenda, anzi di un mito vero e proprio da leggere con la curiosità e persino la religiosità che si deve alle prime comparse, alle origini, alla nascita di qualcosa di straordinario e ditemi voi se vi viene in mente qualcosa di più straordinario di Babbo Natale!
E qui necessariamente vi lascio con il saluto di questo primo bellissimo Babbo Natale
Doverosamente segnalo, prima di lasciarvi, che l’anno scorso la stessa Pulce fece uscire Era la notte prima di Natale che proponeva esattamente lo stesso testo di Moore ma accompagnato da altre illustrazioni di Jessie Willcox Smith dell’edizione del 1912 mentre quella di quest’anno La vigilia di Natale ci propone la prima edizione del 1902… un’operazione editoriale interessante che se siete appassionati dei libri di Natale vi incuriosirà ulteriormente, in quanti modi può essere illustrato un testo? Cosa cambia e quale preferite?
A questo punto non posso non lasciarvi con l’augurio di Babbo Natale…
Buona notte a tutti,
a voi tutti
Buona Natale!