Miss Cat L’enigma del folletto tinto
Come li pensate voi i folletti?
Di che colore?
Ma, soprattutto, come pensate che sia una detective?
Miss Cat l’enigma del folletto tinto di Jean-Luc Fromental e Joelle Jolivet è il secondo titolo della straordinaria coppia di autori centrato sul personaggio della detective ragazza-gatta che avevamo incontrato con grande piacere nel primo Miss Cat Il caso del canarino, una nuova avventura folle, proprio come la prima, ma se possibile…un po’ di più….

Sì perché la caratteristica che già mi intriga di questo nuovo personaggio e di questa narrazione che sfrutta il linguaggio del fumetto, è l’elemento fortissimo e direi fondante, del nonsense e provo a spiegarmi. Il personaggio principale di Miss Cat è, come deve essere un personaggio seriale, forte e ben costruito con delle proprietà straordinarie dovute alla sua natura mezzo felina e fin qui direi nulla di nuovo, i personaggi che spesso incrocia nei suoi casi sono personaggi bizzarri con alle spalle storie complesse ed anche in questo direi che non c’è nulla di “strano.

Quello che invece lascia spiazzati è l’eccezionalità illogica dei casi che si presentano a Miss Cat. In questo caso, il folletto Ah Book vuole che avvisi il sindaco della città che sta per essere divorato da una balena bianca durante una incredibile alluvione che farà alzare il livello del mare. Miss Cat inizia le sue indagini e scopre che la balena bianca non è un animale vero ma il personaggio di una serie di romanzi il che la porta alla casa editrice del libro, e da lì alla casa del segretissimo autore, e da lì alla taverna dei folletti in un turbinio di eventi e collegamenti da far girare la testa.

In tutto questo il sindaco sarà salvato? ci saranno altre questioni sotto il sogno fatto dallo gnomo verde Ah Pook? Chi sarà mai il folletto tinto del titolo?
Ovviamente vi lascio scoprire tutto da soli, non si svela mai l’intreccio di un giallo!
Ma la cosa davvero interessante della serie di Miss Cat e di questo libro ancora più del primo è la logica ferrea che regna sotto l’assurdità della fabula basata sul un buon livello di nonsense. D’altra parte è sempre così, là dove si rinuncia alla logica ritenuta “normale”, nel senso di condivisa e riconosciuta dai più, e si sceglie di rispondere a regole diverse che regolano il normale procedere degli eventi, è necessario che la nuova logica che sottende la narrazione sia perfetta e perfettamente logica anche nella sua apparente insensatezza. D’altra parte il senso e la logica mica sono la stessa cosa, no?!
Ok, non mi addentrerò oltre questa disquisizione logico-filosofica, vi risparmio, ma vi invito a leggere e lasciar leggere Miss Cat alle teste fiorite di casa e di scuola per scoprire che anche il genere più codificato che ci sia, cioè il giallo, può trovare modi del tutto nuovi e inattesi per sovvertire canoni e parametri narrativi.
Buon divertimento!
