Gabbie
Vi piacciono i gialli?
E i romanzi storici?
E i libri intriganti?
Se avete risposto “sì” ad almeno una delle prime domande vi assicuro che Gabbie di Guido Quarzo e Anna Vivarelli edito da Uovonero e interpretato dalle bellissime illustrazioni di Peppo Bianchessi non vi deluderà ma anzi vi sorprenderà!
Siamo nell’autunno del 1879, a Torino, al museo di Storia Naturale, tra scienziati che studiano ogni aspetto della vita sul pianeta, e siamo anche negli anni in cui Darwin sta sconvolgendo ogni certezza e ogni accordo tra scienza e fede con la teoria dell’evoluzione. Al museo si discute di dare un premio a Darwin e anche se il premio non riguarda L’evoluzione delle specie, la cosa porta non poco scompiglio e non poche divisioni tra gli scienziati dell’accademia.
E’ in questo contesto che si muovono due personaggi essenziali: il direttore dell’Accademia delle Scienze Vittorio Bonaccorsi e suo nipote Stefano Sturzi di quindici anni liquidato come matto e rinchiuso in manicomio. Stefano tuttavia non solo non è matto ma ha delle doti eccezionali, ad esempio, di memorizzazione, oggi forse potremmo pensare che Stefano abbia un disturbo dello spettro autistico ma come sia e come non sia lo zio Vittorio decide di portalo con sé all’Accademia e di metterlo a sistemare e catalogare la biblioteca dell’Accademia.
Allo scompiglio per il premio a Darwin si somma quello per l’arrivo del nipote “scemo” del direttore e poi…. e poi si accalcano personaggi e pezzi di intreccio sempre più complessi e articolari e che creeranno una situazione talmente imbrogliata da portare ad un duplice omicidio: quello di una scimmia (rapita da un circo !) e, nella stessa sala del museo di Storia Naturale, di uno degli scienziati.
Ed ecco che arriva la polizia e il caso si complica sempre di più. Più il direttore vuole defilarsi più si trova in mezzo al mare in tempesta e nel caos non riesce a tenere al sicuro il nipote che necessariamente, gli stereotipi non si smentiscono mai, diventa il primo sospettato dei crimini (e di crimini i più grandi sono gli omicidi ma vi dico che ce ne sono anche altri).
Non poteva mancare, tra i tanti personaggi, il commissario, un personaggio viscido e arrivista ma non stupido né incapace, anzi…
Insomma il giallo è proprio giallo, i fili della matassa faranno piuttosto fatica ad essere districati dalla polizia, i personaggi compariranno e scompariranno sul palcoscenico della narrazione con ruoli e caratteristiche necessari allo stesso tempo a sviluppare e avviluppare l’intreccio.
Ovviamente non vi svelo come andrà a finire questo giallo, ma vi invito a leggerlo e a ritrovarci dentro tutti i fili narrativi che dietro il genere giallo emergono: quello del dibattito sulle teorie evoluzioniste, ma anche quelle delle difficoltà di “fare gli italiani” una volta che si è “fattà l’Italia”, quella del ruolo femminile nella scienza, del potere ecclesiastico nel controllo della popolazione e, last but not least, la questione della disabilità e della sofferenza di queste creature liquidate come “pazze” ed eliminate dalla società in luoghi disumani.
Per districarvi tra i tantissimi personaggi all’inizio del libro troverete una utilissima presentazione degli stessi; per districarvi nella logistica della storia nei risguardi troverete una piantina di Torino che ci agevolerà l’immaginazione spaziale; e, se vi fa piacere, potrete anche ascoltare questo libro invece che leggerlo: grazie all’accordo con Emons Gabbie è anche audiolibro con un qr code interno che ci porta direttamente all’ascolto.
Insomma un libro complesso e più che piacevole da leggere, un giallo da godersi a tanti livelli, buona lettura!