La casa di Pine Island

Care teste fiorite, pronte ad un bel romanzo corposo e divertente?

Oggi vorrei raccontarvi di La casa di Pine Island di Polly Hovath edito da Camelozampa con le illustrazionimdi Veronica Truttero e la traduzione di Alice Casarini.

Immaginate di avere dagli 8 ai 15 anni, di avere 3 sorelle e di aver vissuto in giro per il mondo in case sperdute di missionari.

Ora immaginate che all’improvviso uno tsunami porti via in un colpo solo entrambi i genitori e che nessun parente voglia accollarsi 4 ragazzine in casa.

Beh, insomma, questa zia non si presenza all’aeroporto e dopo ore e ore di attesa le ragazze approdano alla casa di Pine Island dove scopriranno che dovranno cavarsela da sole, nessun adulto a disposizione, e nessuno deve venirlo a sapere pena la separazione delle sorelle da parte dei servizi sociali.

Ed eccoci qui, con le 4 sorelle orfane a Pine Island a cercare di mandare avanti da sole la quotidianità… le ragazze protagoniste sono Fiona, la grande che ha fin troppo la testa sulle spalle, Marlin che si appassiona quasi in maniera compulsiva alla cucina salvando lei e le sorelle dalla fame, Natasha che preferisce l’osservazione della natura alla vita sociale e Charlie, la piccola di 8 anni che ha paura di tutto ed è l’unica a dare voce, di tanto in tanto, al senso di sconforto del trovarsi sole senza genitori.

Per le sorelle vale senz’altro il motto “Tutte per uno e una per tutte” e tuttavia nemmeno questo è sufficiente, questo è un romanzo serio e ci sono bollette da pagare, spesa da fare, pranzi e cene da cucinare, insomma l’elemento di realtà si fa sentire ed ecco che compaiono necessariamente alcuni adulti ad arginare (ed anche a complicare) l’organizzazione delle ragazze: innanzitutto c’è lui, Al che si rivelerà essere tutt’altro di ciò che sembra (non vi dirò una sola parola a riguardo perché questo è senz’altro il personaggio non protagonista migliore del libro), Mr Pennipacker il notaio che consegna alle ragazze le carte che le riconoscono proprietarie di tutto ciò che era della zia, la preside della scuola, che in meno di una mattinata scopre la verità sulla vita prepararla delle ragazze, e una guardia forestale che arriverà al momento giusto al posto giusto.

L’intreccio di eventi è piuttosto complesso e nel suo districarsi ci sono tutte le risate e i sorrisi che questa situazione ingarbugliata riuscirà a farvi fare, ci sono anche diversi colpi di scena, uno tra tutti in particolare, ma la cosa per cui davvero vale la pena leggersi La casa di Pine Island è la scrittura, che noi leggiamo in traduzione naturalmente, ma che risulta comunque più che scorrevole, scanzonata, limpida, capace anche di prendere la forma diversa dei pensieri delle ragazze, di Charlie soprattutto che sembra essere la più fragile, da certi punti di vista, ma che ha dalla sua una capacità tutta infantile di dire le cose come stanno, di non saper tacere, di esplicitare ciò che nessuno ha il coraggio di esplicitare. La sintassi mi pare segua molto il modo di pensare e di parlare di ognuna delle personalità dei personaggi messi in gioco, è così che entriamo meglio dentro la psicologia delle quattro protagoniste ma anche dei personaggi secondari (che secondari davvero non sono).

Per chi è questo libro?

Per tutti i lettori e le lettrici che amano le storie familiari, ma anche i libri divertenti, ed anche per quelli che preferiscono ascoltare chi legge invece di leggere da soli, abbiamo letto questo libro anche ad alta voce e riesce alla grande a catturare il lettore e la lettrice, potrebbe essere uno di quei romanzi che accompagna per tutto l’anno a scuola, anche perché se si cercano spunti per agganciare varie tematiche se ne possono trovare a bizzeffe.

Non vi resta che entrare nella famiglia delle sorelle McCready, vi aspetto qui per sapere cosa ve ne sarà parso!

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