Nowhere Girl

Questo post è scritto da Elena Poletti, in collaborazione col suo blog Immaginarie, che cura la rubrica “Libri in lingua” in uscita il primo sabato del mese.

Forse l’avete conosciuta tra le pagine di Ettore, l’uomo straordinariamente forte uscito per Settenove. Oppure tra quelle de La tribù che puzza, di cui è coautrice con Elise Gravel e uscita con Clichy, oppure ancora siete fan della serie di Paco edita da Fabbri. 

Beh, questa volta abbiamo la possibilità di scoprire un altro lato di Magali Le Huche, illustratrice e autrice francese, attraverso la sua graphic novel Nowhere Girl. Uscita in francese (con Dargaud) nel 2021 e in inglese nel 2022 (con la Nobrow Press), questa storia a fumetti è squisitamente autobiografica e ci porta a conoscere una giovanissima Magali, alle prese con una delicata e complessa fase della sua crescita. Le immagini che vedrete qui sono tratte dall’edizione in lingua inglese.

Siamo nel 1990 e Magali sta per iniziare la prima media in una scuola pubblica prestigiosa dalla quale sua sorella più grande è appena uscita a pieni voti, lasciando una scia di brillantezza alle proprie spalle. 

Magali, meno brillante, è intenzionata a fare una buona impressione sugli insegnanti e a impegnarsi al massimo. Con il passare delle settimane, però, qualcosa non va nel verso giusto. Un po’ è il passaggio in sé dalla scuola elementare: i compagni e le compagne ora si atteggiano ‘da grandi’, nessuno vuole giocare negli intervalli, l’impostazione della scuola è piuttosto austera. Ma in particolare, la nostra protagonista soffre l’estrema rigidità (borderline lieve sadismo) della prof di francese, che inizia a dettare il meteo emotivo delle sue giornate. Un meteo che vira perennemente verso l’ansia e la tristezza. 

Magali vive concentrata su compiti e interrogazioni, con un’ansia da prestazione divorante che non ha niente di sano. Le giornate a scuola si fanno sempre più pesanti, fino a che, un giorno di dicembre, la ragazzina inizia a stare male fisicamente ogni volta che mette piede in classe.

Magali ha la fortuna di avere due genitori attenti e con molte risorse, che prendono la questione sul serio e la fanno seguire da una terapista. Fobia scolastica è la diagnosi, e dopo tanti tentativi di tornare a scuola falliti, ecco una soluzione temporanea: Magali continuerà a studiare attraverso un programma a distanza. È l’inizio di un periodo, in realtà, piuttosto lungo: la nostra protagonista non tornerà a scuola anche per tutto l’anno successivo. E per quanto gli adulti si impegnino a riempirle l’agenda di attività per aiutarla a socializzare, Magali si abitua sempre più a vivere nel mondo protetto – e ristretto – della sua camera e da lì attraversa i mesi nei quali si  trasformerà, inevitabilmente, da bambina ad adolescente. 

Nel frattempo qualcosa è successo, qualcosa di travolgente: Magali ha scoperto i Beatles! E con tutta l’intensità della sua età, si immerge in questa nuova passione fino a farla diventare (come spesso può succedere a 12 anni, ma non solo) una specie di ossessione totalizzante. John, Paul, George, Ringo e la loro musica diventano non solo la sua comfort zone, ma anche un rifugio, il luogo felice nel quale scappare con la fantasia non appena si sente a disagio nella vita reale. Quando Magali non si sente pronta a fronteggiare una situazione, compare letteralmente un sottomarino giallo a trasportarla via.

L’autrice raffigura visivamente con efficacia l’immersione della protagonista nell’universo dei Beatles attraverso vere e proprie esplosioni di colore e di forme psichedeliche che occupano la doppia tavola, in contrasto con la semplicità cromatica del resto delle pagine.

In Nowhere Girl Le Huche ci porta per un anno e mezzo nel mondo interiore di una ragazzina la cui vita sociale va quasi in standby. In un certo senso, Magali vive ante litteram quella dimensione della scuola a distanza che hanno vissuto tanti studenti e studentesse negli ultimi anni, per le scelte politiche dell’epoca Covid.

Oggi di fobia scolastica e in generale di ansia nei giovanissimi si parla di più, probabilmente, rispetto all’inizio degli anni ’90. Questa storia non racconta soluzioni ideali, semplicemente ci lascia sbirciare nel vissuto di Magali, con i suoi alti e bassi emotivi, il suo disagio nell’accogliere i cambiamenti anche fisici dell’adolescenza, la sua passione viscerale per un’epoca della quale riesce a provare nostalgia anche se non l’ha mai vissuta, la sua solitudine. È una storia convincente, dal sapore autentico e ricco di humour nonostante i temi affrontati, e nella quale lettrici e lettori giovanissimi potranno, probabilmente, rispecchiarsi anche oggi. Perché tutti e tutte viviamo dei momenti, e la preadolescenza non è l’unico, in cui ci sentiamo dei “Nowhere man”(o woman), spiaggiati in una terra di nessuno e senza un’idea chiara di dove stiamo andando.

Non ci sono, qui, un messaggio di ‘salvezza’ o una rivelazione che arrivino attraverso la musica o il disegno, altra passione di Magali. I Beatles continueranno ad ispirarla e saranno sempre un angolo felice nel quale ritornare. Ma è sul piano della realtà che la ragazzina, dopo aver attraversato il percorso che doveva attraversare, troverà la motivazione e la consapevolezza per rimettersi in gioco nella giungla dei coetanei e scegliere una direzione per la sua vita.

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