Sotto falso nome
Quando sono venuto a conoscenza di ciò che era accaduto a Mantova, in viale Gorizia 6, tra il settembre 1943 e l’aprile 1945, ho cercato di capire che cosa se ne sapesse in città e con mio stupore ho scoperto che nessuno ne sapeva nulla.
Così inizia la straordinaria storia vera di Sotto falso nome di Frediano Sessi edito da Einaudi Ragazzi.
Sotto falso nome ricostruisce e racconta la storia della famiglia Rampi e della famiglia Gizelt che si sovrappose, letteralmente, nello spazio e nel tempo del condominio di viale Gorizia 6 a Mantova tra settembre 1943 e aprile 1945.
I Rampi vivevano a Mantova, gli Gizelt a Fiume dove le retate e le deportazioni di ebrei erano iniziate ben prima del settembre del 1943, Luisa Rampi era originaria di Fiume e viveva a Mantova da quando si era sposata col marito che al momento della narrazione si trova in guerra in Sardegna, ed era la migliore amica di Lilli Gizelt, ebrea, che a Fiume rischiava la vita con tutta la famiglia. Nella situazione di pericolo degli amici a Fiume i Rampi non ci pensarono un attimo e proposero agli Gizelt di scambiarsi nomi e vite. E’ così che gli Gizelt divennero i Rampi, ai vicini di casa venne detto poco o nulla se non che non avrebbero dovuto dire a nessuno degli scambi di persona. Gli Gizelt arrivarono a Mantova con documenti falsi a nome Rampi e una buona storia da racontare per giustificare il numero accresciuto di membri della famiglia abitante a casa Rampi e contemporaneamente Luisa Rampi torna con la bambina a Fiume dalla madre mentre il marito resta in Sardegna.
Sotto falso nome racconta una storia vera, emozionante, incredibile per come è stata costruita in ogni dettaglio e ancora di più per come è rimasta segreta per decenni.
Molti i casi fortuiti che hanno aiutato i Gizelt-Rampi ma alla base di questo scambio di nomi c’è la storia di un’amicizia profonda pronta a rischiare la vita propria e della propria famiglia pur di provare a salvare quella di altre persone, amiche certo, ma il libro racconta bene di come e quante volte in quegli anni amicizie e persino amori che parevano solidissimi si sciolsero in diffidenza, indifferenza quando non in delazione alla scoperta dell’origine ebraica dell’amico/a o fidanzato/a.
A differenza di altri libri di Frediano Sessi, che abbiamo incontrato sulle pagine virtuali di teste fiorite (qui, qui e qui) , in Sotto falso nome non c’è di fatto una finzione narrativa bensì la ricostruzione della storia dei Rampi-Gizelt e delle interviste ai discendenti che hanno aiutato Sessi a ricostruire tutta la storia.
Luisa e Francesco Rampi sono stati riconosciuti Giusti tra le Nazioni e il legame tra le famiglie Rampi e Gizelt continua a distanza di decenni tra i discendenti.
Questa è una storia che ha tutte le carte in regola per arrivare, così com’è narrata da Sessi, a ragazzi e ragazze.
Una storia vera, ricostruita storicamente con documenti e testimonianze alla mano, una storia di vita e speranza in un contesto che più nero non si poteva. Una storia che grazie a queste caratteristiche riesce non solo a portare luce ma a fare luce su un periodo storico poco approfondito e noto, specie ai ragazzi e alle ragazze, cosa accadde dopo l’8 settembre del ’43 e che portò alla guerra civile, alla resistenza, alla Repubblica di Salò e dunque alle deportazioni di ebrei anche dall’Italia dove fino ad allora gli ebrei erano stati privati dei diritti ma non deportati in massa.
Ancora una volta vale la pena sottolineare come la storia della Shoah e anche della Seconda Guerra in Italia abbia bisogno di essere studiata e conosciuta nelle sue specificità, nelle sue tempistiche che la rendono diversa, non migliore né peggiore, ma storicamente diversa da quella di altri Paesi europei, specie di quelli annessi al Terzo Reich.
Segue il libro un’appendice dedicata ai Giusti tra le Nazioni grazie alla quale potrete avere elementi per approfondire l’argomento e raccontare, perché no, altre storie, storie di persone che hanno rischiato la propria vita per proteggere quella degli altri. Storie di umanità più ancora che di altruismo.
E così, una scelta che per i giovani sposi Rampi era nell’ordine delle cose, per niente straordinaria, a molti anni di distanza ci dimostra invece quanto sia necessaria la virtù di altruismo per porre un argine alla minaccia di un male radicato, che ancora non è stato allontanato dalla storia del mondo”.
Per approfondire l’argomento segnalo di seguito i link dedicati a tutti i contenuti sulla Shoah prodotti da Teste fiorite sin qui.